Dopo cinque anni di ospedale psichiatrico, Anja torna finalmente libera e viene affidata alle cure del fratello Ettore e di sua moglie Lisa, nella loro casa sull’Appennino tosco-emiliano. Affetta da problemi mentali, grazie all’aiuto di un nuovo psichiatra Anja inizia lentamente ad adattarsi alla sua nuova vita fuori dal manicomio. Incontra così Libero, un uomo del posto che consegna la verdura e soffre anche lui di disturbi mentali. Anni prima Libero aveva accidentalmente ucciso suo padre ed era stato internato in un manicomio criminale, costretto a lunghi periodi d’isolamento. Anja e Libero si innamorano e costruiscono un loro rifugio nel bosco, protetti dai pregiudizi della gente del villaggio. Quando lei rimane incinta la sua famiglia farà di tutto per separarla da Libero e impedire la nascita di una famiglia “inaccettabile”.
Biografia
regista

Marco Della Fonte
(Italia) regista e sceneggiatore, partner di Lost Pictures LTD, una casa di produzione di films e documentari che ha sede in UK. Negli ultimi vent’anni ha diretto spot pubblicitari e video musicali stabilendo la sua credibilità professionale nel panorama europeo. Ha scritto e diretto anche cortometraggi e documentari, ottenendo premi e riconoscimenti in vari Festival. Ha diretto il suo primo film I sogni abitano gli alberi nel 2021 con una coproduzione Inglese Italiana.
FILMOGRAFIA
Il messaggero (doc, 1991), Jannis Kounellis (doc, 1995), Saharawi: People in Exile (doc, 1996), Ozono (cm, 1997), Difference (cm, 1997), Il politiko (cm, 1998), Wash and Dry (1999), Pixel (cm, 2000), Hakerbuk (serie tv, 2000), Wanted Sex (cm, 2000), Spotters (cm, 2001), Behaviour (doc, 2001), Schizophrenic (2002), Children Are Not Patient(s)(doc, 2003), Solvite Me (cm, 2005), Aspettando l’inverno (doc, 2008), La valle del ghiaccio (doc, 2010), IEO - European Institute of Oncology (doc, 2012), No Nuclear Weapon (doc, 2013), Lamborghini “The Drift” (serie, 2014), Reversion (cm, 2015), Niente per caso (cm, 2016), Aisa (cm, 2018), A Soul Journey (doc, 2019), I sogni abitano gli alberi (2022).
Dichiarazione
regista
Una volta scattai una foto.
Fu solo uno scatto ingenuo e “rubato” di una donna che si chiamava Anja che viveva in un paesino aggrappato in cima a una montagna dell’Appennino Toscano. Anja uscì dal manicomio grazie alla legge Basaglia del 1978, e anche grazie alle lotte genuine di Psichiatria Democratica, che attraverso il loro movimento di liberazione del malato dalla segregazione manicomiale, riuscì a fare approvare una legge rivoluzionaria per l’epoca.
La vita di Anja cambiò radicalmente, non solo perchè ritornò a casa dai propri cari, ma soprattutto perché incontrò Libero, il “matto del paese”, dando vita a una struggente storia d’amore che doveva innanzitutto lottare, anche li, contro la violenza psicologica dello stigma e del pregiudizio presente non solo nella famiglia di lei, ma anche nelle “istituzioni conservatrici”. Purtroppo questa forma di violenza psicologica è ancora oggi presente nella mente delle persone, e spesso anche nelle istituzioni. Quindi una delle ragioni di questo film è anche quella di scavare nel sentimento controverso che spesso proviamo dentro la nostra vita con chi riteniamo “diverso” da noi.