Il sistema della public school britannica è ingessato dai suoi stessi riti d’iniziazione: timidi adolescenti impacciati vengono umiliati dagli studenti più anziani in nome del concetto di gerarchia che permea i prestigiosi istituti come riflesso della tradizionalista società inglese. Ma Mick Travis decide di non assecondare questa mentalità e, insieme a due compagni, prepara una macabra sorpresa per il giorno della cerimonia di fine anno, uno dei momenti più solenni all’interno del calendario di celebrazioni del liceo.
Biografia
regista

Lindsay Anderson
Lindsay Anderson (Bangalore, India, 1923 - Angoulême, Francia, 1994) si è laureato nel 1948 a Oxford, dove si è appassionato al teatro. Tra i primi collaboratori della rivista «Sequence», è stato il fondatore con Karel Reisz e Tony Richardson del Free Cinema. Ha realizzato numerosi cortometraggi, come O Dreamland ed Every Day Except Christmas, prima di esordire nel lungometraggio con Io sono un campione (1963). Nel 1968 ha realizzato Se..., Palma d’oro a Cannes, per poi dedicarsi sopratutto al teatro e alla televisione. Ha poi diretto film come O Lucky Man! (1973), Britannia Hospital (1982) e nel 1986 Le balene d’agosto, sua ultima regia per il cinema.
FILMOGRAFIA
Meet the Pioneers (mm, doc., 1948), Three Installations (cm, doc., 1952), O Dreamland (cm, doc., 1953), Thursday’s Children (cm, doc., 1954), £20 a Ton (cm, doc., 1955), A Hundred Thousand Children (cm, doc., 1955), Every Day Except Christmas (mm, doc., 1957), This Sporting Life (Io sono un campione, 1963), The White Bus (mm, 1967), If... (Se..., 1968), O Lucky Man! (id., 1973), In Celebration (Celebrazione, 1975), Look Back in Anger (1980), Britannia Hospital (id., 1982), The Whales of August (Le balene d’agosto, 1987), Glory! Glory! (tv, 1989), Is That All There Is? (mm, tv, 1993).
Dichiarazione
regista
«I protagonisti di Se..., senza esserne consapevoli, sono essenzialmente ragazzi vecchio stile. Non sono antieroi, né dropout, né marxisti-leninisti o maoisti o lettori di Marcuse. La loro ribellione è inevitabile non per quello che pensano, ma per quello che sono. Mick gioca un po’ a fare l’intellettuale, ma quando agisce lo fa d’istinto. Se la sua storia è “su” qualcosa, è sulla libertà. In questo senso sono tutti dei tradizionalisti. Sono loro, e non i loro coetanei conformisti, a parlare la lingua di Shakespeare».