Dopo la caduta del fascismo del 25 luglio 1943, l’arresto di Mussolini, l’armistizio e l’occupazione nazista, il conte Galeazzo Ciano, che aveva votato per la deposizione del Duce, decide di fuggire in Spagna con la moglie Edda Mussolini e i figli. In possesso di un diario che contiene importanti rivelazioni, Ciano viene arrestato dai nazisti alla stazione di Verona e messo sotto processo. In carcere va a trovarlo più volte Frau Beetz, una spia inglese che cerca di recuperare i diari, mentre sua moglie Edda, che ha messo al sicuro gli scritti, cerca una via d'uscita contattando la madre Rachele. Inseguita dai tedeschi, Edda è disposta a cedere i diari, ma il processo si avvia alla conclusione con un esito scontato: condanna a morte per Ciano e altri ex fascisti. Edda telefona a Mussolini e gli dichiara il suo disprezzo. I condannati sono portati al poligono di tiro dove ha luogo l'esecuzione: è l'11 gennaio 1944.
Biografia
regista

Carlo Lizzani
(Roma, 1922-2013) è stato tra il 1941 e il 1943 critico e saggista per il periodico «Cinema». In seguito, ha collaborato con De Sica, Zavattini e Blasetti in qualità di sceneggiatore e, dal 1945 al 1950, anche come aiuto regista, al fianco di Giuseppe De Santis (Riso amaro, 1948), Roberto Rossellini (Germania anno zero, 1948), Alberto Lattuada (Il mulino del Po, 1949). Docente di regia e sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia negli anni '70 e '80, è stato direttore della Mostra del cinema di Venezia dal 1979 al 1983. È stato inoltre presidente dell'Associazione nazionale degli autori cinematografici e presidente del comitato scientifico del Museo Nazionale del Cinema di Torino. Tra i principali registi italiani della generazione uscita dalla guerra, ha diretto una serie di importanti lavori di ricostruzione storica sul fascismo e la Resistenza, tra genere e riflessione politica. Tra questi, Achtung! Banditi (1951), Cronache di poveri amanti (1954), Mussolini ultimo atto (1974), Fontamara (1980). Notevole il suo adattamento del romanzo di Luciano Bianciardi, La vita agra (1964). Nel 2007 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.
FILMOGRAFIA
Achtung! Banditi! (1951), Cronache di poveri amanti (1954), Esterina (1959), La muraglia cinese (doc., 1959), Il gobbo (1960), Il carabiniere a cavallo (1961), Il processo di Verona (1962), La vita agra (1964), La guerra segreta (1965), Requiescant (1966), Svegliati e uccidi (Lutring) (1966), Banditi a Milano (1968), Amore e rabbia (1969), Roma bene (1971), Torino nera (1972), Crazy Joe (1974), Mussolini ultimo atto (1974), Storie di vita e di malavita (1975), San Babila ore venti: un delitto inutile (1976), Africa nera, Africa rossa (doc., 1976/1977). Kleinhoff Hotel (1977), Fontamara (1980), Mamma Ebe (1985), Un'isola (1986), Caro Gorbaciov (1988), Cattiva (1990), L'Europa dei popoli (doc., 1995/1996, co-regia Francesco Lizzani), Celluloide (1996), Luchino Visconti (doc., 1999), Roberto Rossellini (2001). Hotel Meina (2007), Art. 1 (ep. di All Human Rights for All, 2008) Speranza (ep. di Scossa, 2011).
Dichiarazione
regista
«In questi mesi, cercando di dare una definizione sintetica de Il processo di Verona, mi è capitato di scrivere: “dramma di corte”. Perché un “dramma di corte” nel 1963? Come si troveranno i personaggi del Processo di Verona in mezzo ai sottoproletari, ai soggetti-inchiesta e agli alienati che gremiscono il nostro cinema impegnato e in generale il cinema europeo dei nostri tempi? Secondo me l’apparire di certi personaggi della storia contemporanea, identificati con nome e cognome, visti in momento reali della loro vita, può non essere in contraddizione col profilo generale del nostro cinema attuale. A parte i risultati (è certo infatti che, se i personaggi del Processo di Verona saranno fiacchi, pallidi mal disegnati, la loro presenza nel quadro del cinema di oggi sarà comunque ingiustificata), a parte i risultati, dicevo, il principio di una ricerca in questa direzione mi sembra assolutamente moderno, sostenibile e gravido di sviluppi positivi».