1975. Maurizio Valenzi diventa il primo sindaco comunista di Napoli, la più grande città del Sud Italia. Attraverso interviste ai protagonisti dell'epoca e materiale di archivio inedito, il film racconta la storia di un gruppo di donne e uomini che cercarono di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone. Quella esperienza amministrativa, con la sua specificità umana, i valori civili e gli ideali che la caratterizzavano, rappresentò un momento unico, una vicenda che ci interroga su come e perché il comunismo italiano, con forti legami sociali e culturali di massa, abbia potuto essere cancellato insieme con i fantasmi del comunismo reale. Con le interviste ai protagonisti di allora e ai figli di quelli che non ci sono più, viene costruito un racconto che si confronta con il passato e con il presente di una città e di un’idea.
Biografia
regista

Alessandro Scippa
(Napoli, 1968) ha lavorato come aiuto regista di, tra gli altri, Mario Martone, Stefano Incerti e Alessandro di Robilant. Ha esordito alla regia con la docufiction Favole vere, favole false (1994), per poi girare diversi documentari, tra cui Nanni e le api (2009), che ha ottenuto una menzione speciale della giuria al 17° Festival di Arcipelago. Nel 2012 ha portato al Torino Film Festival il suo primo e unico film di finzione, Arianna. Dialoghista e sceneggiatore di fiction televisive, ha cosceneggiato Ruggine di Daniele Gaglianone.
FILMOGRAFIA
Favole vere, favole false (cm, 1994), Barricate (cm, doc., 1995), Zhao (coregia Maurizio Braucci, cm, doc., 1997), 1944 (cm, 2007), Memo torinesi (cm, doc., 2009), Nanni e le api (cm, doc., 2009), Francesco sull’isola (cm, doc., 2009), Arianna (2012).
Dichiarazione
regista
«L’occasione di parlare della Napoli di Maurizio Valenzi è nata con Antonella Di Nocera, che come me all’epoca era ragazzina e da un altro punto di vista ricordava quella medesima storia e ne era affascinata. Lei vive ancora a Napoli, mentre io me ne sono andato anni fa. Ma entrambi in fondo siamo “orfani” di quella città in cui la speranza nel cambiamento era ancora un sentimento vivo e sentito. La frattura che si creò a Napoli in quegli anni era in fondo lo specchio di una situazione nazionale che di lì a poco avrebbe segnato per sempre il destino della storia politica italiana. Ma dentro le maglie intricate di quella storia pubblica, io sentivo che sarebbe stata soprattutto una storia di genitori e figli»