40° TORINO FILM FESTIVAL
FUORI CONCORSO/DEI CONFLITTI E DELLE IDEE
OK BOOMER
di Andrea Gropplero di Troppenburg, Gianfranco Pannone
Durante la prima grande pandemia del millennio, Gianfranco, cinquantenne a domicilio forzato, riordinando vecchi ricordi, trova una cassetta video8 con immagini che risalgono ai primi di febbraio del 1990. Nella cassetta girata a Berlino mentre il muro veniva demolito, lui e Andrea, suo coetaneo e compagno di studi al Centro sperimentale di cinematografia, provano delle scene da Il cielo sopra Berlino e camminano lungo i resti del muro innalzato nel 1962 dalla DDR con le loro amiche Diletta e Sabina. Lo spettro della pandemia affaccia sulla scena nuove domande sulla possibile fine della specie. A partire dal materiale berlinese, con frequenti incursioni nella rete, alla ricerca di frammenti di memoria che compongano il mosaico della loro esistenza in questi 30 anni. I due si scambiano brevi e provocatorie videolettere. E interpellano le loro giovani figlie, provando a cercare un filo rosso con Diletta, la ragazza, aspirante attrice, che in quel lontano febbraio 1990 li accompagnò lungo i resti del Muro di Berlino e che, rappresenta la giovinezza ormai lontana degli autori.
Biografia
regista

Andrea Gropplero di Troppenburg
(Udine, 1963) è regista, produttore, attivista, gastronomo e cuoco con il nome di Chef Guevara. Nel 2015 realizza per l’Istituto luce nel 2015 Quando l’Italia mangiava in bianco e nero, presentato al 65° film Festival di Berlino, e Il cinecittario, raccolta di 180 filmati e ricette della durata di due minuti. Due anni dopo, sempre per il Luce e Sì produzioni, gira Il colore della fatica e nello stesso anno Comunismo futuro. È ideatore e curatore con il filosofo Stefano Bonaga di Lido Philo, incontri tra cinema e filosofia nell’ambito della mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Tiene una rubrica fissa sulla rivista «8½» dal titolo Cinegourmet. Nei molti anni precedenti ha realizzato numerosi cortometraggi, documentari e prodotto diversi film, tra cui Mary (2005) di Abel Ferrara, Paris Dabar (2003) di Paolo Angelini, Elegia della vita - Rostropovich, Vishnevskaya (2006) di Aleksandr Sokurov e diversi altri titoli che hanno vinto premi in numerosi festival internazionali.
FILMOGRAFIA
Fallo! (1989), Aprile (1990), Passami il burro! (1990), Permesso di soggiorno (1991), Sette anni sono troppo lunghi (1993), Pidgin (1997), Kumbh-Mela 95 (1997), Quando l’Italia mangiava in bianco e nero (doc, 2015), Il colore della fatica (doc, 2019), Comunismo futuro (doc, 2017), Ok boomer (coregia con Gianfranco Pannone, doc, 2022).

Gianfranco Pannone
(Napoli, 1963), laureato in cinema a La Sapienza e diplomato in regia al Centro sperimentale di cinematografia vive e lavora a Roma. I suoi film documentari gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani e internazionali, oltre che la messa in onda sulle principali televisioni europee. Tra le sue opere, negli anni 90, Piccola America, Lettere dall’America e L’America a Roma (che compongono la Trilogia dell’America), e Latina/Littoria (2001, miglior film documentario al Torino Film Festival), Io che amo solo te (2004), Il sol dell’avvenire (2008), ma che Storia… (2010), Ebrei a Roma (2012), Sul vulcano (2014), L’esercito più piccolo del mondo (2015), Lascia stare i santi (2016) Mondo Za (2017), Scherza con i fanti (2019). È docente e coordinatore di regia presso il Master di Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e titolare del Laboratorio di Cinema documentario al Dams dell’Università degli Studi Roma Tre. Collabora inoltre come docente di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
FILMOGRAFIA
Dichiarazione
regista
«Ok Boomer! è un piccolo film che in origine, durante la prima pandemia del millennio, doveva essere interamente realizzato a distanza. L’idea nasce da un reperto archeologico una cassetta video 8 girata dai due protagonisti a Berlino nel gennaio 1990 mentre il muro veniva demolito. Così in pieno lockdown, attorno a quel reperto principia tra i due una riflessione a distanza su cosa è stato il 1989? Di che sostanza erano fatte le speranze che definivano l’orizzonte personale e sociale di quell’anno? E cosa è avvenuto nella società e nelle loro vite negli anni successivi, fino a oggi, giorni in cui la paura del contagio e il pensiero della fine accompagnano tutti i minuti dell’esistenza del genere umano? Quali sono le loro responsabilità in quanto boomer di fronte al disastro compiuto negli ultimi quarant’anni dal neoliberismo? Come si esce dalla trappola capitalista che ha portato il pianeta sull’orlo del baratro? I due cercheranno risposte da punti di vista differenti, con una certa nostalgia verso la perduta gioventù, incontrando figli, nipoti, giovani attivisti con cui condividono la preoccupazione sul destino del pianeta e dell’umanità».