40° TORINO FILM FESTIVAL
DOCUMENTARI ITALIANI/FUORI CONCORSO
PARLATE A BASSA VOCE
di Esmeralda Calabria
Albania, il più impenetrabile dei paesi ex comunisti in Europa: isolazionista, stalinista, antirevisionista. Il peso di una memoria che a più di trent’anni dalla caduta del regime convive con tutti i personaggi incontrati nel film. Musicisti, attori, registi, privilegiati e declassati, raccontano le contraddizioni di un sistema che aveva il volto del dittatore Enver Hoxha, un “grande padre” che dava e toglieva. Un passato ingombrante che accentua le fragilità e le ambiguità della giovane democrazia. Tutto quello che oggi può sembrare una parodia, all’epoca non lo era e Redi Hasa, violoncellista, inizia un viaggio che parte dai ricordi, dalla paura di dimenticare e dal desiderio di fermare il tempo.
Biografia
regista

Esmeralda Calabria
Montatrice, ha collaborato con diversi registi tra cui Roberto Andò, Francesca Archibugi, Giorgio Diritti, i fratelli D’Innocenzo, Nanni Moretti, Giuseppe Piccioni, Michele Placido, Paolo Virzì. Nel corso della sua carriera ha vinto tre David di Donatello, due Ciak d’oro e due Nastri d’Argento per il suo lavoro come montatrice. Da regista ha realizzato nel 2007, con Peppe Ruggiero e Andrea D’Ambrosio, il suo primo lungometraggio Biùtiful cauntri, vincitore di una menzione speciale al Torino Film Festival e poi Nastro d’Argento per il miglior documentario distribuito. Nel 2016 ha fondato la società di produzione Akifilm, con cui ha prodotto i documentari Upwelling di Pietro Pasquetti e Silvia Jop (Premio della giuria al Vision du Réel di Nyon); Lievito madre, di cui ha firmato il montaggio e la regia con Concita De Gregorio (Evento Speciale alla Mostra di Venezia del 2017); In questo mondo di Anna Kauber, vincitore della sezione Italiana.doc al Torino Film Festival del 2018; e il corto Preghiera della sera di Giuseppe Piccioni (Orizzonti, Mostra di Venezia del 2021).
FILMOGRAFIA
Biùtiful cauntri (coregia Peppe Ruggiero, Andrea D’Ambrosio, doc, 2007), Lievito madre - Le ragazze del secolo scorso (coregia Concita De Gregorio, doc, 2017), Parlate a bassa voce (doc, 2022).
Dichiarazione
regista
«Parlate a bassa voce è il tentativo frammentario di raccontare quel sentimento che non accetta, come unica via d’uscita, di dimenticare, rimuovere il passato, nascondere la vergogna e accettare un futuro senza condizioni perché niente può essere peggiore di quello che è stato. E non è consentito nemmeno essere troppo schizzinosi di fronte alle nuove ingiustizie della giovane democrazia, non se ne ha il diritto. Non si può pretendere di raccontare tutto, ma aprire delle finestre, entrare e uscire. La macchina da presa si muove con continue correzioni di rotta, cancellature, omissioni, episodi accaduti sul momento e, in alcuni casi, una vera e propria messa in scena, costruita, volutamente artificiosa, per cercare un’impossibile sintesi».