Alla fine del XIX secolo, un giovane sacerdote danese si reca in una parte remota dell'Islanda per costruire una chiesa e fotografare la sua gente. Ma più si addentra nel paesaggio selvaggio, più si allontana dal suo scopo, dalla sua missione e dalla sua stessa moralità.
Biografia
regista

Hlynur Pálmason
(Reykjavik, Islanda, 1984) ha iniziato la sua carriera come visual artist. Ha studiato alla Danish National Film School, presso la quale si è diplomato nel 2013 con il pluripremiato cortometraggio A Painter. Il suo primo lungometraggio, Winter Brothers, è stato presentato in anteprima nel 2017 al Locarno Film Festival e ha vinto quattro premi. Da allora è stato distribuito in oltre venti Paesi e continua a vincere premi. A White, White Day (2019), suo secondo lungometraggio, è stato presentato alla Semaine de la critique di Cannes e ha vinto tra gli altri il Torino Film Festival. Godland ha fatto parte delle selezione di Cannes 2022, sezione Un Certain regard.
FILMOGRAFIA
En dag eller to (A Day or Two, cm, 2012), En Maler (A Painter, cm, 2013), Seven Boats (cm, 2014), Vinterbrøbdre (Winter Brothers, 2017), Hvítur, Hvítur, Dagur (A White, White Day, 2019), Vanskabte land (Godland, 2022).
Dichiarazione
regista
«Godland esplora il modo in cui consideriamo i legami familiari e accettiamo i miti o la presenza di un realismo magico nelle nostre vite. È anche un viaggio di scoperta delle ambizioni di un uomo, del suo amore e della sua fede, del suo bisogno e del suo timore di Dio; della sua necessità di trovare un posto nel mondo, essere considerato e fare parte di qualcosa. Ma parla anche del modo in cui comunichiamo, di come dialoghiamo con gli altri, o meglio, di come non siamo in grado di fare. Nella vicenda ci sono conflitti interiori e conflitti con l’esterno, e questo è un aspetto che riguarda l'umanità intera, la sua natura, il modo con cui entra in relazione con la realtà, con gli animali e il mondo che ci circonda. Alla fine ho scoperto che questo film parla di ciò che ci divide e di ciò che ci tiene uniti. E mi sorprende aver scoperto che forse la sola cosa che ci lega è la morte. Questo in definitiva è il fulcro del film, il suo cuore pulsante».