Il film racconta i ricordi inquietanti della modernizzazione dell’Asia sul finire del XX secolo. La storia inizia con l’Embargo americano sul commercio dei capelli, noto come il Communist Hair Ban. In ogni parrucca risiede un fantasma del passato imperiale.
Biografia
regista

Bo Wang
è un artista, regista e ricercatore con sede nei Paesi Bassi. I suoi lavori sono stati esposti e visionati in gallerie e festival di tutto il mondo, tra cui il Guggenheim Museum e il Museum of Modern Art di New York, il Garage Museum di Mosca e i festival di Rotterdam, Nyon (Visions du Réel), Tokyo (Image Forum Festival). Ha ottenuto una borsa di studio dal Robert Flaherty Film Seminar nel 2013 ed è stato artista residente presso l’ACC-Rijksakademie nel biennio 2017-18 e presso la NTU CCA nel 2016.
FILMOGRAFIA
China Concerto (mm, 2012), Traces of An Invisible City: Three Notes on Hong Kong (2016), The Wangs (mm, 2016), Miasma, Plants, Export Paintings (cm, 2017), Many Undulating Things (doc, 2019), Murmuring Debris and Leaves Silently Fall (cm, 2019), An Asian Ghost Story (mm, 2023).
Dichiarazione
regista
«Nel dopoguerra le parrucche furono un elemento vitale per la crescita dell’economia asiatica. Negli anni '60, durante il periodo di massimo splendore economico, erano il quarto prodotto più esportato a Hong Kong. Tra la Cina di Mao, la più grande fonte d’approvvigionamento di capelli al mondo, e l’insaziabile mercato occidentale, Hong Kong faceva da tramite, da porta d’accesso. Nel 1965, però, il Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti impose un embargo sui “capelli asiatici” per tagliare la valuta estera della Cina comunista. La categoria “capelli asiatici” fu poi corretta in “capelli comunisti”, per consentire agli alleati degli Stati Uniti, in particolare la Corea del Sud e il Giappone, di sviluppare una loro industria di parrucche. E così il panorama della cosiddetta “industria leggera” dell’Asia orientale cambiò radicalmente. Partendo da questo divieto ai capelli cinesi, attraverso storie di diaspora e migrazione, il film esplora il ruolo di Hong Kong come zona di passaggio, di connessione e mediazione fra mondi opposti. In piena Guerra fredda, una zona a metà tra l’imperialismo americano e l’ordine dell’Asia orientale».