In Perù, un uomo lavora pazientemente la pietra bianca in un paesaggio straordinario. Suo figlio appartiene a un altro mondo, più moderno e tecnologico: usa telecamere e droni per creare a computer il modello digitale di una chiesa. Separati dalla misteriosa morte della donna che teneva unita la famiglia, quest’uomo che ha perso una moglie e questo ragazzo senza più madre non riescono a comunicare. Eppure le loro strade si incrociano in qualche modo, così come le loro professioni: entrambi lavorano con materia e volumi, gestendo sensazioni e percezioni. Può in fondo l’arte digitale ricreare e far rivivere il vecchio mondo? E può risvegliare cuori ormai freddi e solitari?
Biografia
regista

Felipe Esparza Pérez
(Perù, 1985) ha conseguito un master in fotografia presso il Centro de la Imagen di Lima nel 2016. Due anni dopo ha vinto il premio come miglior film al concorso nazionale del Lima Independiente International Film Festival. Nel suo lavoro unisce cinema, arti plastiche e creazioni video, esplorando temi come la natura, la spiritualità, il simbolismo, e il rapporto tra immagine, tempo, storia e verità. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, tra cui La Gaîté-Lyrique (Parigi), Haus der Kulturen der Welt (Berlino), Buenos Aires Video Art Festival e IFFR. Cielo aperto (2023) è stato selezionato al Festival di Rotterdam.
FILMOGRAFIA
Padre nuestro (cm, 2013), Soga de muerto (cm, 2015), Espacio sagrado (cm, 2016), Outside the nut (cm, 2018), Laguna negra (doc, cm, 2020), The Old Child (doc, cm, 2021), To cut a tree on a green moon (doc, cm, 2021), Cielo abierto (doc, 2023).