41° TORINO FILM FESTIVAL
CONCORSO DOCUMENTARI ITALIANI
GETTING OLDER IS WONDERFUL
di Fabrizio Polpettini
“Sono un esule, e un esule ha sempre bisogno di una luce al fondo del tunnel», dice Kader Abdolah, rifugiato politico iraniano che nel 1988 arrivò nei Paesi Bassi senza sapere una parola d’olandese e venticinque anni dopo seppe scrivere un romanzo, La casa della moschea, votato come secondo miglior libro mai scritto in olandese. Figlio di un povero riparatore di tappeti sordo e muto, durante l’infanzia Kader era stato le orecchie e la lingua di suo padre: l’esule che sarebbe poi riuscito a trovare un posto nel mondo delle lettere del suo nuovo paese è già nato, dunque, sotto il segno della parola perduta. Una parola poi ostinatamente riscoperta; una parola che permette di stare al mondo.
Biografia
regista

Fabrizio Polpettini
(Milano, Italia) ha studiato arti visive e scienze ambientali a Milano, produzione cinematografica a Parigi e produzione di documentari in Corsica. Nel 2009 ha creato Filmcaravan, un festival del cinema all’aperto, e nel 2014 ha fondato La Bête, una compagnia di produzione creativa di documentari. Nel 2021 ha presentato nel concorso Italiana.doc del Torino Film Festival il mediometraggio di produzione italiana e francese Un usage de la mer.
FILMOGRAFIA
The Houses There Wear Verandahs Out of Shyness (cm, doc, 2010), La fille à la valise (cm, 2011), Rabbit Hole (cm, 2012), The Ancient Child (cm, 2017), Un usage de la mer (doc, mm, 2021), Getting Older Is Wonderful (mm, doc, 2023).
Dichiarazione
regista
«Kader Abdolah si definisce un romanziere olandese-persiano. Nato in Iran nel 1954, figlio di un riparatore di tappeti sordomuto, da giovane divenne attivista di un movimento rivoluzionario clandestino di sinistra, fino a quando fu costretto all'esilio. Coltivando fin da piccolo la passione per la letteratura, nel 1988, a 33 anni, si è ritrovato rifugiato politico nei Paesi Bassi senza aver abbandonato il suo sogno di diventare un famoso romanziere. Ho letto da qualche parte che la lingua materna è la patria dell'esule, eppure al suo arrivo in Europa Kader Abdolah ha fatto una scelta che sembrava contraddire radicalmente questa affermazione. Considerando che la lingua persiana era ostaggio del regime dei mullah, decise di scrivere solo in olandese, lingua che aveva appena cominciato a imparare leggendo libri per bambini. È stata un'esperienza di radicale trasformazione, durante la quale si è sentito profondamente scosso. “Le parole olandesi mi dicevano: non sei niente”, ha dichiarato Kader, ma nonostante ciò ha tenuto duro e perseverato, grazie anche, tra l'altro, a un'abilità esercitata fin dall'infanzia: Kader era stato infatti le orecchie e la lingua di suo padre sordomuto, traducendogli costantemente il mondo nel rudimentale linguaggio dei segni che parlavano nella sua famiglia».