Un documentario che raccoglie materiale di repertorio riguardante il famoso ma ormai dimenticato Festival del Cinema di Hyères, che si è svolto dal 1965 al 1983. In quel periodo, fu la manifestazione cinematografica più importante in Francia dopo il prestigioso Festival di Cannes. Nel corso delle varie edizioni furono scoperti giovani registi come Guy Gilles, Philippe Garrel, Chantal Akerman, Helma Sanders, Werner Schroeter o Leos Carax prima che assurgessero al rango di leggende per gli appassionati del cinema d'arte. Hyères rappresentava uno spazio vivace per dibattiti appassionati, polemiche incredibili e, soprattutto, incontri sorprendenti. In poche parole, era il luogo ideale per tutti gli amanti del cinema.
Biografia
regista
Yves-Marie Mahé
(Morlaix, Francia, 1972) lavora principalmente su materiali d'archivio cinematografici. Ha diretto numerosi documentari in formato podcast per Arte Radio e France Culture, oltre a oltre un’ottantina cortometraggi diffusi nella rete del cinema sperimentale. È anche programmatore per il Collectif Jeune Cinéma dal 1991. Jeune cinéma, suo primo lungometraggio, è stato presentato in anteprima a Rotterdam.
FILMOGRAFIA
Fuck (cm, doc., 1999), La Siège (cm, doc.,1999), Va te faire enculer (cm, doc., 1999), C’est bon pour la morale (cm, doc., 2007), Vivre vite (cm, doc., 2009), Gnikaeps uoy raeh ot kcis em sekam ti (cm, doc., 2011), Touche moi pas! (cm, doc., 2011), Marseille (cm, doc., 2015), Sigma 1967 (cm, doc., 2015), Jeune cinéma (doc., 2023).
Dichiarazione
regista
«Jeune cinéma si configura come un viaggio emozionale che ci consente di riscoprire l'archeologia della nostra cultura cinematografica attraverso le immagini del festival di Hyères, con le sue molteplici rivoluzioni, i suoi errori o i suoi luminosi successi. Questo percorso ci permette di individuare le nostre radici, riconoscere il patrimonio che dobbiamo abbracciare e allo stesso tempo analizzare le mancanze artistiche ed economiche che hanno condotto alla sua inevitabile scomparsa. Inoltre, per me, rappresenta un'immersione profonda in una straordinaria storia collettiva».