Ucraina, 1996. Cinque mesi prima della moratoria sulla pena di morte, due vecchi amici, un detective di polizia e uno psichiatra forense, indagano sull'omicidio di un collega. Tempo prima, entrambi erano stati innamorati della vedova della vittima. Immersi in un caso sempre più complicato e in ricordi di eventi che sembravano dimenticati, i due uomini aspirano a creare un futuro migliore in cui i loro figli dovranno vivere, ereditandone le aspirazioni irrealizzate.
Biografia
regista

Philip Sotnychenko
(Kiev, Ucraina, 1989) ha studiato regia cinematografica e televisiva all’Università nazionale di teatro, cinema e televisione I. K. Karpenko-Karyi di Kiev, dove si è laureato nel 2016. È uno dei co-fondatori del collettivo di giovani cineasti indipendenti Contemporary Ukrainian Cinema. Ha esordito alla regia nel 2010 con il cortometraggio Tryzna. Ha poi diretto diversi altri corti, proiettati in numerosi festival cinematografici come Odessa, Kiev, Friburgo e Clermont-Ferrand. Negli ultimi anni ha studiato gli archivi VHS dell'Ucraina degli anni '90, utilizzandone alcuni filmati all’interno del suo esordio nel lungometraggio di finzione, La Palisiada, presentato a Rotterdam nel 2023.
FILMOGRAFIA
Tryzna (cm, 2010), Hug (cm, 2013), Syn (cm, 2015), Nail (cm, 2016), Technical Break (cm, 2017), Happy New Year (cm, 2019), Rizdyvani Istorii (cm, 2019), La Palisiada (2023).
Dichiarazione
regista
«Il 1996 non è che un granello di sabbia nella storia, ma è di fondamentale importanza per l'Ucraina. In quel periodo, ad esempio, è stata attuata una riforma valutaria che ha introdotto l'hryvnia in sostituzione del coupon/karbovanets. Tra il ’95 e il ’96, l'Ucraina si inoltre impegnata ad abolire la pena di morte, stabilendo in seguito una moratoria sulle esecuzioni. La pena capitale è stata formalmente abolita solamente nel 2000, pertanto le condanne a morte sono state emesse fino a quella data, ma non sono state più eseguite. L'ultima esecuzione risale alla seconda metà degli anni '90. Tuttavia queste sono semplici informazioni, un elenco di eventi storici che forse sarebbe adatto a un documentario. Io però non avevo intenzione di girare un documentario o di narrare e rappresentare la verità effettiva di quei giorni. In fondo, il film non pretende di essere una rappresentazione della realtà. È invece una sorta di una stilizzazione di quel periodo, dello spirito dell'epoca e della vita quotidiana delle persone».