Ginia e Guido, Amelia e Poli, Oreste, Pieretto... I personaggi dei due romanzi di Cesare Pavese La bella estate e Il diavolo sulle colline dialogano tra loro, in un montaggio alternato che porta le narrazioni pavesiane a sovrapporsi e mescolarsi in un unico flusso, attraverso le voci e i volti delle studentesse e degli studenti di un liceo artistico.
Biografia
regista
Mauro Santini
(Fano, 1965) dal 2000 realizza film con una forte componente diaristica, curando fotografia, montaggio e suono. Da questo metodo fatto di uno sguardo in prima persona e di raccolta quotidiana di immagini, nasce la serie dei Videodiari; fra questi Da lontano, vincitore nel 2002 dello Spazio Italia del Torino Film Festival, ed il lungometraggio Flòr da Baixa, presentato al Torino Film Fesitval 2006 nel Concorso Internazionale. Nel 2012 partecipa alla Festa del Cinema di Roma con il mediometraggio Il fiume, a ritroso e alla Mostra del Cinema di Venezia, Giornate degli Autori, con il lungometraggio Carmela, salvata dai filibustieri (co-regia Giovanni Maderna). Nel 2013 è al Festival di Locarno con Attesa di un’estate. I suoi film hanno partecipato a numerosi festival: Jeonju, Oberhausen, DocLisboa, Bafici, Annecy, Cinémas Différents Paris, Rencontres Paris/Berlin, Filmmaker Milano, Bellaria, Mostra del Nuovo Cinema Pesaro tra gli altri. Nel 2020 Giorno di scuola viene premiato al Laceno d’oro come miglior film nella sezione lungometraggi internazionali. Degli ultimi anni sono le serie Vaghe stelle e Le passeggiate (composte ciascuna di sette film brevi, ancora in fase di completamento) ed il lavoro di didattica nelle scuole, di cui Le belle estati è l’esempio più recente.
FILMOGRAFIA
Dove sono stato (cm, 2000), Videodiari (mm, 2001/2003), Flòr da Baixa (lm, 2006)
Un jour à Marseille (mm, 2006), Dove non siamo stati (cm, 2010), Carmela, salvata dai filibustieri (lm, 2012), Il fiume, a ritroso (mm, 2012) Le vacanze (mm, 2013/2018),
Giorno di scuola (lm, 2020), Vaghe stelle (mm, 2018/2023), Le passeggiate (lm, 2018/2023), Le belle estati (lm, 2023)
Dichiarazione
regista
«Il film è concepito come un gioco di specchi tra “le belle estati” dei giovani dei due romanzi e quelle degli studenti e studentesse che hanno partecipato alla realizzazione; è anche la verifica di quanto i giovani possano percepire vicine e attuali queste tematiche, a distanza di oltre settant’anni dalla loro scrittura. Le belle estati non è una finzione, una rimessa in scena dei due romanzi, ma un documentario: il documento, direi con più precisione, del farsi stesso del film (motivo per cui gli studenti leggono il libro di Pavese, non lo recitano). Il progetto è stato anche occasione di riflessione comune su quali strade debba percorrere oggi un cinema che possa definirsi contemporaneo. La mia proposta è stata quella di un cinema capace di riflettere su sé stesso, smascherando l’atto della sua creazione: ne è nato un gioco gioioso e piacevole, tra il credere alla messa in scena e lo svelarne continuamente le sue fragilità, dando priorità all’evidenza del reale».