41° TORINO FILM FESTIVAL
FUORI CONCORSO/IL GIOCO DELLA FINZIONE. NUOVI SGUARDI ARGENTINI
MAMÁ, MAMÁ, MAMÁ
di Sol Berruezo Pichon-Rivière
La casa è affollata di persone, ma Cleo si sente sola. Sua nonna, sua zia e i suoi cugini sono sempre presenti, e lo sono stati da quando la sua sorellina Erin è annegata in piscina, evento che ha invece spinto sua madre a chiudersi in sé stessa. Il mondo di Cleo si è disgregato in una serie di brevi istantanee leggermente distorte, incentrate sui minimi dettagli, dai colori quasi sbiaditi. Costantemente i suoi ricordi frammentari s’insinuano in un presente profondamente cambiato, ma le piccole e grandi cose di tutti i giorni la aiuteranno ad aprirsi alla vita: l’affetto delle cugine, i loro giochi, una festa di compleanno, le sue prime mestruazioni, il giardino ricolmo di piante agitate dal vento. Con cura, pazienza e affetto, le ragazze e le donne rimpiazzeranno la tristezza del loro con l’energia derivante dalla loro vitalità.
Biografia
regista
Sol Berruezo Pichon-Riviére
(Buenos Aires, Argentina, 1996) si è laureata all’Universidad del Cine di Buenos Aires. Nel 2020 ha diretto il suo primo lungometraggio, Mamá, mamá, mamá, realizzato con un cast tecnico e artistico interamente al femminile e premiato con una menzione speciale della giuria nella sezione Generation K Plus della Berlinale. Nel 2021, il suo secondo film, Nuestros días más felices, è stato presentato a Venezia nella sezione Biennale College.
FILMOGRAFIA
Mamá, mamá, mamá (2020), Nuestros días más felices (2021).
Dichiarazione
regista
«Raramente si riesce a comprendere appieno il mondo femminile. E non mi riferisco solamente al cinema argentino, ma all’arte cinematografica in generale. Al suo interno è contenuto un piccolo enigma, difficile da penetrare. Il mio interesse si focalizza su un microcosmo femminile che attraversa l’infanzia e l’adolescenza, dove il corpo cresce in un momento in cui le giovani non sono ancora pronte ad affrontare il cambiamento. Non parlo tanto di maturità, ma piuttosto dello sguardo attraverso cui si filtrano gli eventi della vita. La protagonista è chiamata a prendersi cura di un mondo che esplora per la prima volta, mentre il suo corpo è già oggetto del desiderio degli adulti. Le viene detto di coprirsi, di nascondere ciò che una volta poteva mostrare con naturalezza. Le regalano il suo primo reggiseno, ma allo stesso tempo le inculcano la paura di non indossarlo, la paura che qualcosa possa sfuggire di mano».