Mentre le giornate si trascinano torride e senza pioggia da settimane, quattro giovani – amici da lungo da tempo – si riuniscono in una modesta casa sul Mar Baltico. Proprio come le foreste circostanti, oramai prosciugate, iniziano a prendere fuoco, così i loro sentimenti si abbandonano alla fiamma della felicità, dell’amore e del desiderio ma anche della gelosia, del risentimento e della tensione. In poco tempo, gli incendi divampano con sempre maggiore intensità. Proprio come le vampe che ardono dentro di loro.
Biografia
regista

Christian Petzold
(Hilden, 1960) ha dapprima studiato tedesco e teatro all’Università libera di Berlino e successivamente ha frequentato, dal 1988 al 1994, l’Accademia tedesca del cinema e della televisione di Berlino. Come saggio di laurea, nel 1995 ha diretto il film Pilotinnen. Dopo alcuni film girati per la televisione tedesca, nel 2000 si è fatto conoscere al pubblico internazionale con Die innere Sicherheit ed è presto diventato il nome di punta della Scuola di Berlino, il più importante movimento cinematografico tedesco nato dopo la caduta del muro. Con Gespenster e Yella partecipa al Festival di Berlino, rispettivamente nel 2005 e nel 2007, mentre nel 2008 il suo film Jerichow è selezionato in concorso alla Mostra di Venezia. Nel 2014 ha riscosso notevole successo con Il segreto del suo volto, presentato in diversi festival come Toronto, Roma e San Sebastián. Nel 2023, Roter Himmel ha vinto l’Orso d’Argento alla Berlinale.
FILMOGRAFIA
Pilotinnen (1995), Cuba Libre (tv, 1996), Die Beischlafdiebin (tv, 1998), Die innere Sicherheit (2000), Toter Mann (tv, 2002), Wolfsburg (2003), Gespenster (2005), Yella (2007), Jerichow (2008), Barbara (La scelta di Barbara, 2012), Phoenix (Il segreto del suo volto, 2014), Polizeiruf 110 (ep, tv. 2015-16), Transit (La donna dello scrittore, 2018), Undine (Undine – Un amore brucia, 2020), Roter Himmel (2023).
Dichiarazione
regista
«La genesi di Roter Himmel deriva da una domanda che mi sono posto:”Che cosa è successo da altre parti?”. Gli americani, i francesi e gli svedesi – come Ingmar Begrman con Monica e il desiderio – hanno tutti dei film estivi, che sono importanti. Nei film estivi non c’è alcuno Stato, non ci sono genitori, non c’è nessuna fabbrica. Assistiamo a una sorta di pausa nell’esistenza e all’interno di questa sospensione si prendono decisioni cruciali. La posta è importante; a volte fai la scelta sbagliata e a volte quella giusta. Anche l’amore è uno dei fattori in gioco, anche se a volte quell’amore può rivelarsi solamente un malinteso. Noi tedeschi abbiamo perso la nostra estate. Insieme agli attori ho meditato sui film estivi tedeschi e sui motivi per cui, in quelli contemporanei, siano sempre presenti figure genitoriali, fabbriche e rappresentanti delle forze dell’ordine. Non godiamo più della nostra libertà».