Qual è il costo delle mezze verità raccontate dai politici? Nel 2012 il presidente georgiano voleva far sorridere la sua nazione e nella corsa alla rielezione promise cure odontoiatriche gratuite per le persone meno abbienti. E ovunque nel paese medici statali cominciarono a rimuovere denti guasti, con la promessa di rimpiazzarli nei mesi successivi. Peccato, però, che poi il presidente perse… Attraverso le interviste alle persone più colpite da quella scellerata campagna elettorale, il film racconta una storia di capricci del potere e di piccole grandi resistenze di chi di potere non ne ha.
Biografia
regista

Luka Beradze
(Tbilisi, Georgia) si è laureato in regia presso il Tbilisi Mass Media and Public Communications International Institute nel 2011. Nel 2016 è stato incaricato dalla tv nazionale georgiana di dirigere il corto documentario I Went, I Saw, I Fix It. Il suo cortometraggio di finzione Sorry for Being Late è stato selezionato, tra gli altri, dal Festival di Cottbus nel 2021. Per il suo primo lungometraggio documentario, Smiling Georgia (2023), ha ottenuto un finanziamento alla produzione dal Georgian National Film Center e dal German Film-und Medienstiftung NRW. Attualmente sta sviluppando il suo primo lungometraggio di finzione, Disposable.
FILMOGRAFIA
The Man, Who Was Hurrying (cm, 2012), RegiaI Went, I Saw, I Fix It (cm, doc, 2016), Sorry for Being Late (2021), Smiling Georgia (doc, 2023).
Dichiarazione
regista
«Credo sia tipico del del carattere georgiano il fatto affrontare stoicamente una vicenda come questa, e pure scherzarci sopra. Le persone intervistate amano la vita, hanno un legame speciale con la natura, e per me proprio la natura ha un ruolo cruciale del film. Tutti sono abituati a vivere in condizioni difficili senza perdere il senso dell'umorismo. Possono scherzare e riflettere sulle difficoltà come se guardassero le cose da lontano, non solo quando si tratta dei loro denti, ma anche a proposito di molte altre cose. Hanno capito di essere stati trattati ingiustamente, ma sono comunque andati a votare. Con il film volevo porre domande esistenziali sui diritti che ciascuno ha nella vita, ma poi si nota soprattutto il contrasto tra la natura meravigliosa e il carrozzone delle elezioni. Tutto questo mi fa riflettere sull’assurdità delle cose. Il film non dà risposte, ma pone domande. Si tratta di mettere in discussione il tipo di realtà in cui viviamo».