Ai tempi dell’Urss Samid faceva il proiezionista nel suo villaggio azero al confine con l’Iran. Oggi si guadagna da vivere riparando radio e televisori, ma ha conservato l’attrezzatura cinematografica nel seminterrato e spera sempre di poterla riutilizzare. L’anno scorso suo figlio è morto in un incidente e dopo mesi di dolore Samid ha deciso di riaccendere il proiettore e riunire ancora una volta il villaggio davanti a uno schermo. In questa sua impresa ha incontrato un alleato inaspettato: Ayaz, un ragazzino che ama fare esperimenti d’animazione con il telefono. Nonostante la differenza d’età i due stringono un’intensa amicizia e presto si trovano ad affrontare le crescenti tensioni nel villaggio e vari problemi di carattere pratico (come ad esempio risolvere il problema del finale mancante dell’unico film disponibile), entrambi comunque determinati a riportare la luce nel loro villaggio.
Biografia
regista

Orkhan Aghazadeh
(Azerbaigian, 1988) ha debuttato con il corto documentario A Letter to Lenin, presentato al Festival di Lipsia nel 2009. Il suo corto di diploma presso London Film School, The Chairs (2018), è stato proiettato in vari festival (Palm Springs Short, Angers Premiers Plans, Tampere, Bruxelles, Poitiers) e ha ottenuto diversi riconoscimenti. Nel 2021 il suo lungometraggio The Prisoner, ancora in fase di sviluppo, è stato il primo progetto azero a essere selezionato dalla Cinéfondation di Cannes e ha poi preso parte al Cinemart del Festival di Rotterdam.
FILMOGRAFIA
Letter to Lenin (cm, doc, 2009), The Chairs (cm, 2018), The Womb (cm, 2021), Le Retour du projectionniste (doc, 2024).
Cast
& Credits
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