Nazione: URSS
Anno: 1961
Durata: 120'


Mitja è un giovane fisico atomico completamente dedito alla ricerca. Durante un esperimento è stato colpito da pericolose radiazioni sconosciute. Lëlja è la sua ragazza da sei anni: e pur amandolo, è stanca di sentirsi trascurata e vorrebbe sposare Ilja, un altro giovane scienziato, amico e collaboratore di Mitja. Nonostante queste perplessit`, Lëlja decide di sposare Mitja. Le nozze sono celebrate con una grande festa nel villaggio degli scienziati. Il matrimonio, però, non è felice. Fin dall'inizio, infatti, Mitja trascura la moglie. Per motivi di lavoro, invita Il'ja a casa sua per un certo periodo. Lëlja è in crisi perché, pur accorgendosi di amare suo marito, si rende conto che col passare del tempo Mitja si è fatto più indifferente e autoritario, mentre Il'ja per contro è più buono e sensibile. Mitja, intanto, subisce la perdita del padre. I discorsi con sua moglie e col suo amico affrontano importanti argomenti. A poco a poco Mitja cambia. La decisione di farsi curare per impedire che le nuove pericolose radiazioni cui si è esposto lo uccidano, è il sintomo del suo mutato atteggiamento nei confronti di se stesso, delle persone e della vita.

M. N., in Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario universale del cinema, Ed. Riuniti, Roma 1984, pag. 280


Non è un caso che l'ultimo film di Romm si apra con un'ammirabile sequenza all'aeroporto di Mosca, L'aeroporto è in effetti un luogo privilegiato dei nostri tempi, una specie di mito della modernità, una prefigurazione dell'avvenire. Luogo da cui l'uomo si lancia verso il cielo, che preannuncia i cosmodromi di domani, sottolinea la presenza del progresso tecnicoscientifico, illustra il tema della Partenza e riassume, infine, la situazione del nostro universo lacerato tra il passato e l'avvenire, tra l'antico e il nuovo. Un aereo stende la sua fusoliera d'alluminio che scintilla alle prime luci dell'alba [...] A lato di questa immagine del mondo moderno, si sviluppa una banale storia d'amore: una donna vuole lasciare il suo amante per sposare un altro uomo. Come non ammirare la semplicità e la ricchezza di quest'esposizione: in poche inquadrature tutta la storia si rivela, l'azione si annoda Nove giorni di un anno costituisce a mio avviso l'esempio tipo di un film d'autore completo, in cui la minuzia del lavoro ad ogni stadio rende difficile apprezzare l'apporto dei diversi elementi. Se la sceneggiatura è eccellente, la messa in scena non è meno importante [...] Si tratta nel contempo di una storia d'amore, di un film sull'amicizia, di un'avventura scientifica, e anche di fantascienza, di una riflessione sulla società, d'una dissertazione sulla morte, di una moderna educazione sentimentale, di un film sulla bomba atomica, di un documentario sull'attuale realtà dell'Urss e del mondo nell'era dell'atomica, e molte altre cose ancora. Come, in queste condizioni, parlarne in modo coerente e logico?
Forse dovrei cominciare dal tema più generale, o almeno da quello che mi sembra essere il più generale. Poiché, pur introducendoci in un settore molto particolare della società sovietica (quello dei ricercatori atomici), il film concerne il mondo intero. È certo che la scienza non conosce delle frontiere politiche. Ma c'è di più: il regista ha saputo elevare il dibattito, caratterizzando al massimo i suoi eroi. I Nove giorni ci riportano a qualcuna delle realtà del nostro universo contemporaneo: l'abisso che cresce fra la scienza e le masse, la rapidità del progresso scientifico, la situazione privilegiata dello scienziato, ecc. A più riprese si mostra il prestigio di cui gode l'uomo di scienza. O meglio: egli vive in citt` speciali, si separa dai suoi cittadini. Non è già un'anticipazione dello nuova classe che si costituisce: quella dei tecnocrati? È questa minaccia che pesa sull'universo come una spada di Damocle viene così rappresentata: la possibile distruzione totale. Ho detto che il film era, fra le altre cose, un film sulla bomba atomica. Non solamente noi assistiamo, prima dei titoli di testa, all'esplosione di un reattore, ma lo stesso dialogo ritorna a più riprese sulla questione della bomba. Certo, altri cineasti hanno affrontato questa attualità apocalittica e tentato di condannare l'utilizzazione bellica dell'atomo. Ma anche i migliori fra loro restano di molto indietro a Romm. Così Hiroshima mon amour comparato ai Nove giorni mi fa pensare a questa frase di Chesterton: "Ci sono delle persone che parlando del mare non parlano che del mare". L'astuzia di Romm consiste soprattutto nell'evitare di schierarsi, di giudicare, limitandosi a raccontare. Lui non condanna niente né nessuno. Si accontenta di mostrarci attraverso mezzi puramente drammatici la nuova situazione creata dalla bomba e ci invita a riflettere sulla questione. Lasciandoci liberi di arrivare o meno a delle conclusioni. In questo risiede forse la qualità essenziale dell'opera: essa ci costringe a pensare al nuovo e a riconsiderare il vecchio. E ciò attraverso il ritratto di un gruppo di scienziati messi a confronto con dei problemi quotidiani: la morte per il professore Sincov, l'amore per Kulikov e Gusev, il rapporto con i genitori per Gusev, ecc. In rapporto al cinema sovietico che noi conosciamo è come se Gusev si disimpegnasse politicamente per reímpegnarsi in un contesto più vasto. ]I suo film è un'autentica riflessione sui nostri tempi [...].

Sotto molti aspetti i Nove giorni costituiscono un documentario sull'Urss contemporanea. Allo stesso tempo si assiste a un documentario sulla scienza e la ricerca moderna. Se i fatti scientifici evocati non sono sempre conformi al reale immediato (rinviando a quella fantascienza a cui ho già fatto cenno) il cammino scientifico è, a dispetto di ciò, descritto con molto rigore e costituisce uno dei motori della "suspense" che lega lo spettatore allo sviluppo della storia. Del resto, tutti questi documentari che fanno parte del film si combinano al soggetto principale che è costituito dalla rappresentazione dei rapporti fra i tre personaggi principali. Documentario sulla vita e la scienza sovietica, ma anche sull'universo nel momento dell'era atomica. Come uno scienziato, Romm passa dal particolare al generale e il suo film ci riguarda tutti, ovunque noi viviamo. L'Unione Sovietica, come il resto dell'umanit`, è impegnata, nel bene come nel male, nella realtà atomica. È forse questo che rende i personaggi di Romm così vicini a noi.
Il film potrebbe ugualmente intitolarsi: una moderna educazione sentimentale. O ancora: l'amore alla metà del XX secolo. Questi uomini che agiscono ancora secondo ricette antiche si rendono però conto che qualcosa è cambiato intorno a loro. Lelja si aggrappa all'amore coniugale come a una boa di salvataggio, per accorgersi che nulla può impedire di andare alla deriva. Forse solo i giovani del centro di ricerche non conoscono questa frattura. Essi hanno risolutamente scelto l'avvenire e legato il jazz alla conquista delle galassie [...]. Ho tentato di riassumere qualcuno dei temi che ho creduto di trovare nei Nove giorni. Ce ne sono molti altri. Così, perché Gusev, il personaggio principale, ha esattamente trentatré anni e non trentadue o trentaquattro? Non sarà forse un profeta dei tempi nuovi, un Cristo resuscitato che carica su di sé gli errori di Lëlja? E perché nove giorni e non otto o dieci? Non saranno forse il simbolo di quei nove mesi che dura una gestazione? In un certo senso tutto il film racconta la nascita degli uomini nuovi. E come ogni nascita, essa non è senza dolore. Da qui l'accento tragico che attraversa le immagini. Da qui ancora la calma inquietudine di Gusev. E se si considera che tutti questi significati di cui Romm carica le immagini non alterano in nulla la verità dei suoi personaggi, è doveroso ammettere che ci si trova di fronte a un capolavoro.

Fereydoun Hoveyda, La mer sans mal, "Cahiers du Cinéma", n. 145, luglio 1963

Biografia

regista

Michail Romm

Michail Romm è nato il 24 gennaio 1901, morto l'l1 novembre 1971. Dal 1918 al 1921 nell'Armata Rossa. Nel 1925 termina l'istituto superiore tecnico-artistico (facoltà di scultura). Studia cinema per l'infanzia alla fine degli anni '20. All'inizio degli anni '30 lavora come sceneggiatore (Revans, 1931, Rjadorn s nami, Vicino a noi, 1931, Konvejer smerti, La catena di montaggio della morte, 1933) e assistente regista. Membro del Partito Comunista dal 1939. Artista del Popolo dell'Urss (1950).

FILMOGRAFIA

1934: Pyska (Boule de suif); 1937: Trinadcat' (Sangue sulla sabbia); 1938: Lenin v Oktjabre (Lenin in ottobre); 1939: Lenin v 1918 godu (Lenin nel 1918); 1943: Mecta (Il sogno); 1945: Celovek n. 217 (Matricola 217); 1948: Vladimir Il'ic Lenin, docum. e Russkij vopros (La questione russa); 1949: Kinodokumenty o Lenine (Documenti cinematografici su Lenin) doc.; 1950: Sekretnaia missija (Missione segreta); 1953: Admiral Usakov (L'ammiraglio Usakov) e Korabli sturmujut bastiony (Le navi attaccano i bastioni); 1956: Ubiistvo na ulice Dante (Assassinio in via Dante); 1958: Zivoj Lenin (Lenin vivo), doc.; 1962: Devjat' dnej odnogo goda (Nove giorni di un anno); 1966: Obyknovennyj fasizm (Il fascismo quotidiano); 1976: I vsë-takija verju (E nonostante tutto credo), terminato dopo la morte di Romm da Marlen Chuciev, Elem Klimov e German Lavrov.

Cast

& Credits

Regia: Michail Romm.
Soggetto e sceneggiatura: Michail Romm, Daniil Chrabrovickij.
Fotografia: German Lavrov.
Musica: Dzon TerTatevosjan.
Suono: Boris Vol'skij.
Scenografia: Georgij Kolganov.
Interpreti e personaggi: Aleksej Batalov (Gusev), Innokentij Smoktunovskij (Kulikov), Tatjana Lavrova (Lëlja), Nikolaj Plotnikov (Sincov), Ada Vojcik (moglie di Sincov), Evgenij Evstigneev (Nikolaj Ivanovic), Michail Kozakov (Valerij Ivanovic), S. Blinnikov (Butov), N. Sergeev (padre di Gusev), L. Ovcinnikova (sorella di Gusev), E. Teterin (Pokrovskij).
Voce off: Zinovij Gerdt.
Produzione: Mosfil'm.
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