Nazione: URSS
Anno: 1966
Durata: 80'


Un autobus collega un cantiere siberiano alla citt`. Per strada un uomo, che sembra uno strano vagabondo e fa racconti affascinanti, chiede un passaggio. Sull'autobus c'è anche Lena, che resta colpita dall'uomo, le racconta la sua paura dell'acqua e i suoi viaggi in battello sul fiume nella sua adolescenza. In citt` Lena e Viktor, lo sconosciuto dell'autobus, si incontrano ancora. "Scappiamo?", le propone lui. "Dove?", chiede lei. "Dove desideri, in qualsiasi direzione". Ma Lena è legata alla citt` da tanti legami, vecchi amori, abitudini, la realt`.

Un altro sottile ribaltamento dei cliché correnti opera il giovane sceneggiatore Gennadij Spslikov (Ho vent'anni, A zonzo per Mosca) nel suo debutto registico: Dolgaja Scastlivaja zizn' (Lunga felice vita, 1966). Contravvenendo alla dilagante retorica dell'"uomo felice", dell'ottimismo totale, Spalikov intesse un acre, sottile discorso sull'"infelicit`" umana, sugli ostacoli, spesso impalpabili e misteriosi, che impediscono il libero fluire di un'esistenza fatta di sentimenti assoluti e felici (il titolo è dolorosamente ironico).
L'incontro di un uomo e di una donna, fatti l'uno per l'altra, dura un attimo e si infrange contro il muro delle abitudini, delle istituzioni, delle idee comuni: la morte della felicit`, la fine del sogno è segnata da una sequenza perfetta, di uno strazio contenuto e profondo, tutta giocata su pochi particolari pregnanti, il caffè deserto, la bambina che danza e canta sullo sfondo, il lungo primo piano della ragazza immobile, di spalle. La vicenda si svolge in un mondo ordinato fra il casuale e il grottesco. Con lievi sottolineature e amplificazioni, Spalikov incastra nella sua storia "privata" un controcanto "pubblico" assurdo e illogico, ora allungando a dismisura vuoti frammenti di Cechov recitati dal Teatro d'Arte di Mosca, ora allestendo un quasi mostruoso saggio di ginnastica collettiva sul battei lopensionato dove dorme il protagonista, ora infilando facce e storielle collaterali senza nessun nesso immediato con la vicenda di fondo. Dall'autobus che all'inizio introduce l'uomo, e dal battello che alla fine lo allontana per sempre dalla ragazza, l'occhio vivace di Spalikov si getta curioso a destra e a manca, scoprendo pianure desolate, tristi voli d'uccelli, fanciulle con la fisarmonica, spenti sorrisi, squallide rive. Uno strano universo avvolge i protagonisti, un universo quotidiano e assurdo insieme, anzi assurdo perché quotidiano. Partendo da questo disincantato pessimismo, da questi "acuti" di malinconia, da questi lievi fremiti di sgomento, si sarebbe tentati di parlare di una piccola Eclisse socialista, se varie concessioni sentimentali e una certa sciatteria, specie nella parte centrale, non intorbidassero la limpidezza dell'esperimento, ricacciando così Lunga felice vita in un'incerta altalena fra la novit` ardua di un discorso nuovo e impegnativo sull'uomo e il suo destino (da notare che Spalikov invece di vanificare i dati sociali e di costume, li sottolinea, evitando l'errore tipico del discorso "eterno" ed atemporale: egli ci parla di un uomo concreto, di una donna precisa) e il risaputo umanismo agrodolce e ruffianesco di varia produzione sovietica (e non, Lelouch insegni).

Giovanni Buttafava, Il giovane cinema sovietico, "Bianco e nero", n. 11, 1966

Biografia

regista

Gennadij Spalikov

Gennadij Spalikov, sceneggiatore e regista (6 settembre 1937-10 febbraio 1974). Termina il VGIK nel 1964. Ha scritto i testi per molte canzoni da film.

FILMOGRAFIA

Sceneggiature: 1962: Tramvaj v drugie goroda (Un tram per altre città), cm; 1963: Zvezda na prjazke (La stella sulla fibbia), episodio di Malenkie mectateli (Piccoli sognatori); 1962-1965: Mne dvadcat'let (Ho vent'anni); 1964: Ja sagaju po Moskve (A zonzo per Mosca); 1966: Ja rodom iz detstva (Io vengo dall'infanzia), Zil-byl Kozjavin (C'era una volta Kozjavin), cartone animato, Dolgaja stastlivaja zizn' (Lunga felice vita), regista e sceneggiatore; 1968: Stekljannaja garmoska (L'armonica di vetro) cm; 1971: Ty i ja (Tu e io); 1973: Poj pesnju, poet (Canta la tua canzone, poeta).

Cast

& Credits

Regia, soggetto e sceneggiatura: Gennadij Spalikov.
Fotografia: Dmitrij Meschiev.
Musica: Vjaceslav Ovcinnikov.
Suono: I. Cernjachovskaja.
Scenografia: Boris Bykov.
Interpreti e personaggi: Inna Gulaja (Lena), Kirili Lavrov (Viktor), Pavel Luspekaev.
Produzione: Lenfil'm.
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