Nazione: URSS
Anno: 1966
Durata: 110'


Una giovane donna scopre la vacuit` dell'ambiente sociale in cui vive il suo innamorato.

Pioggia di luglio di Chuciev e Grebnev ha come protagonisti un gruppo di intellettuali più o meno di talento, seri, progressisti, presi dai propri affari. Rispetto al film Ho vent'anni i protagonisti di Pioggia di luglio sono più anziani, quasi trentenni. Il loro destino si è determinato, il loro carattere si è formato. I due anni che dividono i film modificarono il regista e la sua visione del mondo: l'anima del film si trasforma impercettibilmente derivando, da quegli stessi elementi che crearono la poesia del film Ho vent'anni.
La meravigliosa citt` di Mosca è deserta sotto i primi raggi del sole mattutino, dove i filobus si preparano alla corsa quotidiana, Mosca di sera, Mosca di giorno, i semplici viali moscoviti nella nebbia autunnale, i silenziosi boschi dei dintorni di Mosca, il caotico trambusto della commerciale via Petrovka: come per miracolo si mantiene il carattere patriarcale di quell'ex centro tedesco dove una volta "giocava un ragazzino simile ad un furfantello". Ecco, in Marlen Chuciev Mosca ha veramente trovato il suo poeta. Tutto diventa più sottile e la sua abilit` sta nel riprodurre nuove e nuove immagini della meravigliosa eterna citt` il cui fascino non è dato sentire a tutti.
E come non restare colpiti da questi vecchi appartamenti di intellettuali moscoviti, tanto cari al cuore del regista, sulle vie Sterenka e Soljanka dove i rapporti dei vicini sono patriarcali, dove nella speranza del trasloco rinnovano le loro alte stanze con lo spostamento dei mobili e persino con le riproduzioni di Picasso. E gli appartamenti nella nuova sistemazione con le loro comodit` e ahimè! con un comfort standardizzato.
Ma lo stile di Chuciev con tutta la sua trasparenza, la grazia, la musicalit`, l'armonia è diventato più penetrante e più severo. A questo ha contribuito anche il fatto che l'operatore del film era German Lavrov. La sua mano, altrettanto virtuosa di quella di Margherita Pilichina in Ho vent'anni, è più severa, più penetrante e tende a sottolineare i contrasti.
L'emozione lirica del film precedente cede il posto ad intonazioni più inquietanti, più amare.
La citt` stordisce con l'impeto dei suoi rumori, c'è una scena importante per la comprensione dell'idea del film che venne subito notata nelle discussioni che sorsero intorno a esso: due cavalli, chiusi nel cassone di un camion, che sta percorrendo la via Sadovaja, si guardano intorno impauriti e, nell'oscurit` di un tunnel, risuona il loro disperato nitrito.
Questo continuo rivolgimento, questa instabilit`, gli autori non lo scorgono solo nella vita della strada. Il regista ci porta insieme a Lena nelle case di Mosca, nelle compagnie di amici in cui ci si capisce l'un l'altro con una mezza parola, dove c'è anche l'"erudito", che porta nella conversazione le ultime notizie scientifiche tratte dalle riviste "La salute" e "Intorno al mondo", dove si trova quello che canta la solita canzone con la chitarra ecc.
Chuciev con la sua sottile visione ci fa notare l'assurdit` e la vanit` l` dove ieri si notava solo simpatia e abitudine.
Ad esempio, l'allegra gita fuori citt`, vicino all'acqua, intorno al falò, si trasforma in momento rivelatore: i giovani colleghi hanno invitato l'esperto di spiedini il direttore dell'istituto e la sua consorte con la cinepresa, oh, che donna moderna, oh, come è ancora vitale pur essendo di mezza et`! Niente di esagerato, via, a parte forse l'innocente arguzia di "lo spiedino alla Sapovalov" o il lungo sguardo lanciato dagli occhi invitanti della elegante moglie del direttore. Un compagno durante una discussione dice giustamente: il direttore Sapovalov è sicuramente un buon uomo e in questo picnic non c'è niente di particolarmente cattivo. Niente di terribile, solo la noia da cui non si salvano né le bianche betulle né l'imponente piena delle acque autunnali. La noia, l'assurdit` e la vanit` della gente. Un mondo dove troppo in fretta si cambiano gli appartamenti, le persone, le donne del cuore, dove non c'è allegria ma rumore, dove la conversazione ruota sempre attorno a qualcosa di importante, dove persino una bella canzone cantata dal chitarrista, essendo ripetuta una, due, cinque volte per uno, per l'altro, per Sapovalov, diventa volgare. Un'opera sulla ricerca spirituale, sul percorso di una scelta morale, sull'inammissibilit` del compromesso. Questa è la mia interpretazione del film. Non stasi ma movimento, non malattia ma salute spirituale: questa è l'atmosfera del film nonostante si parli anche di fenomeni patologici. Le ricerche morali della societ` - e su queste si sofferma il film sono sempre una garanzia di salute.
Si può dire che tanto è eloquente il ritratto dell'ambiente nel suo complesso, tanto è interessante "il piano collettivo", quanto mancano di equilibrio i ritratti individuali sia dei personaggi di secondo piano sia degli stessi protagonisti. Troviamo schizzi nitidi, di grande capacit`, che, con pochi e precisi tratti, definiscono un tipo umano o una situazione: ad esempio la moglie di Sapovalov o la stanca afflitta Ljalja.
Troviamo personaggi stilizzati solo in modo convenzionale che, arrivano a essere tipicizzati come Vladik, interpretato da Aleksandr Mitta. Troviamo scene realizzate magistralmente come, ad esempio, il picnic o la scena dopo la morte del padre di Leninij; si tratta di un breve "film nel film", che narra in modo insolitamente potente sia l'autentico dolore umano sia l'espressione formale, comune del dolore, della compassione, dell'indifferenza. Ma questa scena è isolata rispetto al contesto del film, come uno studio a sé stante.

N. Zorkaia, Iskusstvo Kino, 1967

Biografia

regista

Marlen Chuciev

Marlen Chuciev è nato il 4 ottobre 1925, nel 1950 termina il VGIK (corsi di Igor' Savcenko). Artista del Popolo della Repubblica Russa (1977).

FILMOGRAFIA

1950: Gradostroiteli (I costruttori di città), co-regia Feliks Mironer: 1956: Vesna na Zarecnoj ulice (Primavera in via Zarecnaja), co-regia F. Mironer; 1959: Dva Fëdora (I due Fiòdor, in tv); 1962-1965: Mne dvadcat' let (Ho vent'anni); 1967: Iiul'skij dozd' (Pioggia di luglio); 1970: Byl mesjac maj (Era il mese di maggio), film per la tv; 1971: Alyj parus Pariza (La vela rossa di Parigi, documentario per la tv; 1983: Posleslovie (Post-fazione).

Cast

& Credits

Regia: Marlen Chuciev.
Soggetto e sceneggiatura: Anatolij Grebnev, Marlen Chuciev.
Fotografia: German Lavrov.
Suono: Boris Vengerovskij.
Scenografia: Georgij Kolganov.
Interpreti e personaggi: Evgenija Uralova (Lena), Aleksandr Beljavskij (Volodja), Jurij Vizbor (Alik), Evgenija Kozyreva (madre di Lena), Aleksandr Mitta (Viadik), A. Pokrovskaja (Ljalja).
Produzione: Mosfil'm.
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