Nazione: Francia
Anno: 1986
Durata: 90'


Eric e Elisa sono ancora degli adolescenti quando la madre muore lasciandoli al loro destino: un padre assente e niente denaro... Solo Jacques, fedele e silenzioso testimone della loro esistenza, è lì con loro. I due fratelli sono molto legati l'uno all'altro, sufficienti a sé stessi e incuranti del mondo e di ogni aspetto della vita sociale. Le difficolt` economiche li spingono però verso il confronto col mondo attraverso un'amica della madre, presso cui Elisa prende delle lezioni di canto. A casa di quest'ultima la ragazza scopre alcuni campioni della natura umana e più tardi li presenta al fratello. Fratello e sorella iniziano così entrambi a provare i sentimenti della curiosit` e della gelosia. Reciprocamente si spiano e si provocano. Dietro ai loro giochi iniziano ad avere paura: un mondo e un'et` adulta e adultera li minaccia, un tradimento sar` loro fatale...

"Amo molto gli anni '80. Sono paradossali. Sono a un tempo romantici e pratici, fatto che ne testimonia la paradossalit`. Gli anni '70 erano idealisti e un po' tristi. Dopo il 1968 si tendeva verso una sorta di ideale di libert` percependo però come tale ideale non era però così ideale. Del resto gli anni '70 si sono conclusi col movimento 'No Future'. Venendo dopo tutto ciò, gli anni '80 sono di conseguenza disperati e dinamici. Al contrario della tristezza, la disperazione è qualche cosa d'euforico, è creativa. Negli anni '70 le cose le si sognava, negli anni '80 le si l`, romanticamente: c'è una mescolanza di frivolezza e gravit`, di dandismo e di senso pratico.
In Jeux d'artifices i temi dell'androginia e dell'adolescenza mi sembrano molto contemporanei. L'androginia è un soggetto che conosco molto bene. Quando ero piccola volevo essere un ragazzo, fare tutto quel che fanno i maschietti, non per un rifiuto del sesso 'debole', ma per amore verso i ragazzi, volevo assomigliargli in tutto. Oggi sono felice di essere una donna. E l'evidenza è che l'androginia è ovunque. Essa però non ha nulla a che vedere con le 'folle' esibizioniste o le donne virili, come nulla c'entrava con il femminismo e gli anni '70. Oggi si vedono spuntare degli elfi, delle persone che sono a un tempo totalmente femminili e totalmente maschili, che hanno sintetizzato la seduzione dei due sessi. t un'androginia che deriva dall'adolescenza. E credo che Eric e Elisa illustrino bene tutto ciò. Un'altra cosa che oggi mi colpisce è questa forma di adolescenza attardata e prolungata: c'è una zona fra i diciotto e i trent'anni o più in cui c'è un rifiuto di passare all'et` adulta, di scegliere. Eric e Elisa sono in questo stato di latenza. Latenza della loro identit`, del sesso, della sessualit` come della maturit`. Sono questi i due temi del film, l'adolescenza e l'androginia. Una certa marginalit` ne implica un'altra.
Ci sono molte cose in comune fra la coppia di La nuit porte jarretelles e Eric e Elisa. Il film precedente era una passeggiata lungo la Parigi di notte, nell'85; si usciva nella citt` e nella notte, e i luoghi nei quali Jézabel trascinava Ariel erano come delle prove. Ella le provocava, poi essi stavano a sentirsi, si raccontavano attraverso quegli ambienti. In Jeux d'artifices, le foto, i 'tableaux vivants' che i due protagonisti inventano, hanno la stessa funzione di quei luoghi notturni. Elisa provoca suo fratello proponendogli dei 'tableaux', lui le rinvia la palla, essi si spiano, si controllano, si osservano attraverso queste messe in scena.
Scrivendo Jeux d'artifices ho sempre pensato a "Les enfants terribles" di Cocteau. Io ne ero permeata ma con una libert` totale, che è il più bel testamento che possa fare un autore al suo lettore e ammiratore. "L'appartamento", il trompe-l'oeil di David Rocheline e la luce di Pascal Marti hanno molto contribuito all'atmosfera del film. Non credo che si pensi per forza molto a Cocteau vedendo Jeux d'artifices, ma io mi sono servita di tutto ciò che potevo onestamente utilizzare senza per questo volermi misurare con il suo talento. Avevo voglia che il film assomigliasse a questa frase di "Les enfants terribles": "Gli esseri singolari e le loro azioni sono il fascino di un mondo plurale che li espelle. Ci si angoscia della velocit` propria del ciclone dove respirano queste anime tragiche e leggere. All'inizio uno vede soltanto i giochi…" (Virginie Thévenet)

Biografia

regista

Virginie Thévenet

Virginie Thévenet ha esordito come attrice all'età di quattordici anni in Les stances à Sophie di Mizrahi. Fra i film da lei interpretati ricordiamo L'argent de poche di Truffaut, Un sale histoire di Eustache, Quartet di Ivory, Le beau mariage e Les nuits de la pleine lune di Rohmer. Ha studiato cinese, è scenografa (L'amour en fuite di Truffaut), pittrice, architetto, autrice di film d'animazione, cantante e sceneggiatrice. Ha pubblicato articoli, interviste e fotoromanzi umoristici su diversi periodici francesi.

FILMOGRAFIA

La nuit porte-jarretelles (1985), Jeux d'artifices (1986).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Virginie Thévenet.
Fotografia: Pascal Marti, Darius Khondij, Martin Legrand.
Montaggio: Jacqueline Mariani, Hervé de Luze, Annie Marciniak, RoseMarie Lausson.
Suono: Pierre Donnadieu, Sylvie Liebeaux.
Musica: André Demay.
Interpreti e personaggi: Myriam David (Elisa), Gaël Seguin (Eric), Ludovic Henry (Jacques), Dominic Gould (Stan), Etienne Daho (Etienne), Virginie Thévenet ("Cherubin"), Farida Khelfa (Farida), Philippe Collin (il padre), Claude Chabrol (il padre di Jacques), Adrée Putman (Mmme Jean), Friquette Thévenet (Friquette), Eva Ionesco (Eva), Arielle Dombasle (Arielle).
Direttore di produzione: Louis Becker.
Produzione: ClaudeEric Poiroux, Forum Produtions International, con la partecipazione di Virgin France, Centre National de la Cinématographie (Ministero della Cultura), Sofica Investimage e Sofinergie.
Vendita all'estero: Les Films du Volcan Jacques Le Glou, 1618, rue Vulpian, 75013 Paris Tel.: 43364680.

TFF

premi

CONCORSO LUNGOMETRAGGI 1987

Miglior interpretazione femminile: Myriam David

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