Nazione: Italia
Anno: 1987
Durata: 80'


Giorgio fa il correttore di bozze per un quotidiano e svolge il suo lavoro con grande passione. Lo vive quasi come una missione, considerando paradossalmente il suo compito più importante di quello di un giornalista. All'edicola gestita da Carlo, un tipo assai bizzarro, sta comprando un giornale, sul quale trova qualcosa di molto importante: l'annuncio del concerto di Irene della Pace, una giovane e graziosa pianista. Carlo nota come il concerto rischia di venire stroncato dall'austero e giovane critico musicale Federico Cami. "Impossibile replica Giorgio Cami non recensisce mai gli esordienti". Ma il giorno dopo, mentre corregge le bozze degli spettacoli, Giorgio s'imbatte proprio nella recensione di quel concerto a firma "F.C.". Forse c'è un errore. Istigato da Carlo, Giorgio si mette ad indagare insieme all'amico. I due si introducono a turno nell'ufficio di Cami, riuscendo però solo in parte a raggiungere i loro intenti. Mentre le indagini proseguono, Giorgio conosce Giuliana, a cui ha modo di esporre la sua personalissima filosofia di vita. Ma l'incontro non lo distoglie dalla sua missione. Spacciandosi per un giornalista, Giorgio decide di intervistare la giovane pianista, per scoprire se esiste qualche strano legame fra lei e Cami. Il tentativo non porta però ai risultati previsti. Alla fine sia Carlo che Giorgio scopriranno qualcosa d'importante. Una serie di colpi di scena porter` la vicenda verso il suo amaro epilogo.

"L'esperienza del SuperB è stata fondamentale, un tirocinio utilissimo. Sui miei set si svolgeva abitualmente una sorta di guerriglia urbana, e nel pandemonio generale dovevo prendere decisioni rapide e irrevocabili. È stato un esercizio per risparmiare tempo e denaro, ti aiuta a risolvere il più brillantemente possibile situazioni intricatissime. I vantaggi estetici sono poi tutti derivati dalla possibilit` di lavorare in 16mm e non certo dal budget più ampio, perché fatte le debite proporzioni, il budget era stretto tale e quale ai precedenti. Dal punto di vista della rapidit` di lavoro non mi sono accorto che qualcosa fosse cambiato, la guerriglia continuava. È chiaro che l'esperienza precedente mi è molto servita, soprattutto al momento della scrittura. E poi all'inizio si ha sempre voglia di dire le cose direttamente, di sparare in faccia agli spettatori senza tanti pudori. Una volta esorcizzata questa situazione, tutto fila via meglio... Tutto è nato in maniera abbastanza inusuale. lo non avevo in mano nessuna sceneggiatura e non avevo bussato a nessuna porta. È stato Antonio Bruschetta a parlare di me al produttore del film, Gianni Raimondo, il quale, dopo essersi occupato di fatti teatrali, era molto interessato anche al cinema. La somma a disposizione del film non era altissima e tra l'altro io non avevo nulla di pronto, ma l'occasione era imperdibile. Tutto è stato fatto a tempo di record: era il novembre del 1986. Durante le vacanze di Natale, io e Bruschetta abbiamo scritto la sceneggiatura, ai primi di gennaio abbiamo messo insieme la troupe, assemblando staff tecnico romano e attori messinesi tutta gente che aveva lavorato con me nei Super8, o con Bruschetta in teatro, oppure esordienti il 26 gennaio abbiamo cominciato a girare, il 14 febbraio avevamo gi` finito. Il tempo di montarlo e missarlo... Noi siamo partiti da un nulla, una casuale osservazione sulla macchina da scrivere elettronica che si vede nel film: le parole battute restano perfettamente leggibili sul nastrino. Un'idea buona per un giallo ambientato nel mondo giornalistico, per esempio. Poi, cammin facendo, come sempre accade, le cose si sono un po' evolute. Specie per il fondamentale apporto fornitoci dal nostro prediletto amico Fernando Pessoa. Il Bernardo Soares del Libro dell'inquietudine somigliava troppo al nostro Giorgio, è anche lui un puro folle, con quelle sue idee sui sensi, poi… il rapporto tra i due era straordinariamente evidente.
Tra i cinque sensi il tatto è forse quello meno esplorato dai cineasti, o per lo meno non è mai il motivo centrale di un film, a differenza magari della vista, o dell'udito (Blow Out), o del gusto (La grande abbuffata) o dell'olfatto (Polyester di John Waters).
Giorgio rivendica la preminenza di quelli che considera sensi nobili, il vedere, il sentire, su un senso così poco selettivo, così uguale per tutti, come il tatto. In una societ` sempre più computerizzata, in un ambiente come quello del giornale, dove tutto intorno a lui è elettronica e tastiere, lui ha ancora la sua penna, 'le sue mani', come dice il professore, e vive un rapporto fisico, per di più conflittuale, con quanto di meno fisico ci sia, le parole.
E naturalmente, le cose non vanno meglio con le persone: la sua vita è all'insegna della paura di toccare e di essere toccato, l'angoscia di stare dentro alle situazioni piuttosto che osservarle dal di fuori. Ecco il perché di un finale così duro, così poco conciliante.
La musica è stata composta con un filo di ironia, è un prolungamento del discorso sulla deriva dei generi che è presente nel film: ad esempio, nella scena notturna dello studio di Cami, per accentuare la situazione parodistica ho chiesto a Fabio Blandini un ritmo jazzato, quasi da film giallo.
Non mi interessava fare un discorso sulla sicilianit`, anche nella consapevolezza che questo emerge ugualmente da altri fattori: la produzione è siciliana, e così gli attori, e il film è interamente girato in Sicilia, badando però ad evitare i luoghi comuni. Della Sicilia in sé mi interessa di più l'aria, la luce." (Francesco Calogero)

Biografia

regista

Francesco Calogero

Francesco Calogero (Messina, 1957), laureato in giurisprudenza, per diciotto anni ha collaborato con il Festival di Taormina e dal 1995, anno in cui ha anche esordito nella regia di opere liriche, dirige il Messina Film Festival. Dopo aver realizzato due Super8 e alcuni video, nel 1987 ha diretto il suo primo lungometraggio, La gentilezza del tocco.

FILMOGRAFIA

La gentilezza del tocco (1987), Visioni private (1990), Nessuno (1992), Cinque giorni di tempesta (1997), Metronotte (2000), L'implacabile tenente Rossi (doc., 2002).

Cast

& Credits

Regia: Francesco Calogero.
Sceneggiatura: Antonino Bruschetta, Francesco Calogero.
Fotografia: Franco Lecca.
Montaggio: Roberto Schiavone.
Suono: Sandro Zanon.
Musica: Fabio Blandini.
Assistente alla regia: Carmelo Marabello.
Interpreti: Maurizio Puglisi (Giorgio), Antonio Alveario (Carlo), Rosalba Scimone (Giuliana), Daniela Pacetto (Irene), Antonio Bruschetta (Mario), Antonio Caldarella (Federico Cami), Salvatore Ferrara (Protti).
Produzione: Gianni Raimondo per Arte & spettacoli srl., Corso Cavour 206, Messina Tel.: 090-43579.
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