Nazione: URSS
Anno: 1964
Durata: 180'


Egor Trubnikov, che ha perso una mano in guerra, ritorna al villaggio dove ha trascorso la sua infanzia. Lo trova in un completo stato d'abbandono. La guerra si è presa tutti gli uomini; quelli che sono tornati hanno abbandonato il villaggio per andare a lavorare altrove.
Egor Trubnikov diventa il presidente del kolkoz. Suo desiderio è quello di risollevare l'economia e di ridare agli uomini la fede nell'avvenire. Sar` necessario un grande coraggio per arrivare a farli lavorare, perché essi abbiano coscienza del loro lavoro. Semën Trubnikov, suo fratello, è l'avversario più accanito. C'è qualcosa di strano nella sua vita... Egli non si è compromesso durante l'occupazione e ha docilmente accettato il bambino che sua moglie ha avuto da un tedesco. Ma la guerra è finita, si è chiuso in se stesso, non pensando che al suo mestiere d'artigiano e rifiutando ogni rapporto con la collettivit`. Ed ecco che suo fratello lo vuole costringere a ripartire da zero insieme a tutti gli altri. Semën si ostina e la lotta fra i due diventa accanita. Egli fa di tutto per compromettere Egor ma inutilmente. Egor non è solo: sostenuto da tutto il villaggio trionfer` riportando un grande successo.

Nel breve e piuttosto reticente "viaggio attraverso lo stalinismo" del cinema sovietico, iniziato da Cieli puliti, la punta più clamorosa è stata certamente raggiunta da Predsedatel' (Il presidente, 1964) di Aleksej Saltykov. Non si può ignorare il coraggio di Saltykov e dello scrittore Juryj Nagibin nel mostrare un impressionante quadro della campagna russa durante gli ultimi anni di governo di Stalin, immersa in una spaventosa atmosfera di abbandono, di negligenza, di primitivismo, che influisce violentemente anche sull'animo della gente, abbandonata a piccoli traffici loschi, a manifestazioni di becera grossolanit`, al più squallido qualunquismo. Immediatamente si ripensa ai Cosacchi del Kub`n di Pyr'ev e ad altri prodotti analoghi, di cui Il presidente smaschera implacabilmente la falsit`. In questo quadro si inserisce la figura battagliera e caparbia del reduce di guerra che torna nel suo kolkoz e cerca di migliorarne con uno sforzo sovrumano e violento le condizioni ideologiche e produttive. In questa lotta furente e a tratti esasperata fra il presidente Trubnikov e l'oscuro clima di abbandono e di ostilit` che lo circonda in un primo momento, e poi con l'apparato burocraticopartitico del tempo di Stalin, che sente nei metodi, d'altronde fruttuosi, di Trubnikov odore di insubordinazione, risiede il nucleo vitale dell'opera, che infatti precipita paurosamente nell'ultima parte, quando, aggiustatesi innaturalmente le cose con i "nuovi tempi", tutto tripudia e si risolve positivamente. Cercheremo di non considerare nell'analisi del film questa seconda parte, eppure anche esaminando solo la prima parte del lungo film, i motivi di perplessit` di fronte al Presidente non scompaiono. Gli autori hanno arroventato il conflitto tra protagonista e ambiente in modo onesto ma spesso troppo artificioso, sino a sovrapporre alla vicenda un marchio spettacolare nel senso peggiore del termine, che serve a conquistare lo spettatore ma anche a banalizzare ed esteriorizzare l'impegno. Il forte e moralmente gigantesco Trubnikov, aiutato dall'interpretazione appassionata di Michail Ul'janov, si staglia nel film come un superuomo, un eroe ultrapositivo, che da solo rimette in piedi l'economia del kolkoz. Gli autori gli creano attorno per di più un grosso conflitto personale con il fratello, ne fanno l'oggetto di una soffocata passione amorosa da parte della cognata (una grandiosa interpretazione di N. Mordjukova), lo privano dell'uso del braccio destro, paralizzato, lo costringono in queste condizioni a sopportare sforzi fisici notevoli, culminati nella violenta zuffa con il fratello armato di falce. Impostato così, Trubnikov diventa né più né meno, anche se su un piano più dignitoso, uno di quegli eroi leggendari burberi e duri, ma in realt` dal grande cuore e dalla grande volont`, che pullulano nei film d'avventure americani. Con la differenza che una simile impostazione in un caso come questo, così delicato, rischia di rovesciare l'assunto del film nel suo contrario. Al culto della personalit` di Stalin viene sostituito il culto della personalit` del presidente del kolkoz, dell'uomo duro, a contatto con la sua gente, il culto di un altro "capo" insomma. Nella parte più difficile del film, dove emergono più chiaramente i limiti dell'opera, il cozzo di Trubnikov con i funzionari stalinisti, il protagonista viene espressamente elevato a contraltare di Stalin.

Giovanni Buttafava, Il giovane cinema sovietico, "Bianco e nero", n. 11, novembre 1966

Biografia

regista

Aleksej Saltykov

Aleksei Saltykov è nato il 13 maggio 1934. Termina nel 1961, il VGIK (corsi di regia di Sergej Gerasimov) e entra alla Mosfil'm. Artista del Popolo della Repubblica Russa (1980).

FILMOGRAFIA

1961: Drug moj, Kol'ka! (Kol'ka, amico mio!), co-regia Aleksandr Mitta; 1962: Bej, baraban' (Batti, tamburo); 1964: Predsedatel' (Il presidente); 1968: Bab'e carstvo (L'impero delle donne); 1970: Direktor (Il direttore); 1971: I byl vecer i bylo utro (Ed era sera ed era mattino); 1972: Sibirjacka (La siberiana); 1974: Bez vozvrata (Senza ritorno); 1975: Sem'ja Ivanovych (La famiglia Ivanov); 1979: Emel'jan Pugacëv, 1983: Ekzamen na bessmertie (L'esame di immortalità); 1985: Gospodin Velikij Novgorod (Il Signor Novgorod il Grande); 1982: Polyn' - trava gor'kaja (L'assenzio è un'erba amara).

Cast

& Credits

Regia: Aleksej Saltykov.
Soggetto e sceneggiatura: Jurij Nagibin.
Fotografia: Vladimir Nikolaev.
Musica: Aleksandr Cholminov.
Suono: Nikolaj Kropotov.
Scenografia: Semën Usakov.
Montaggio: M. Kareva, E, Klimenko.
Interpreti e personaggi: Michail Ul'janov (Egor Trubnikov), Ivan Lapikov (Semën Trubnikov), Nonna Mordjukova (Donja), Kira Golovko (Nadezda Petrovna), Vjaceslav Nevinnyj (Markusev), Valentina Vladimirova (Polina), A. Bogdanova (Praskov'ja), Vladimir Etus (Kaloev), Sergej Kurilov (Kocetkov).
Produzione: Mosfil'm.
Prima proiezione pubblica: 28121965.
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