Nazione: URSS
Anno: 1965
Durata: 90'


Uscendo, un po' brillo, da un ricevimento a casa del consigliere segreto Stepan Nikiforovic Nikiforov, che egli considera un "retrogrado", Ivan Il'ic Pralinskij, consigliere di V classe effettivo, che è invece un fautore delle nuove idee liberali e si considera dotato di sensibilit` umana, decide di fare quattro passi a piedi. Da una casa giungono i rumori e le luci di una festa: Pralinskij viene a sapere che è la casa di uno dei suoi impiegati, Pseldonimov, che sta festeggiando le sue nozze. Pralinskij immagina l'effetto che farebbe se comparisse in casa del suo dipendente: le danze interrotte, la piacevole sorpresa, la riconoscenza eterna per il magnanimo gesto. E Ivan Il'ic decide di mostrare la propria "umanit`". Ma le cose si svolgono in modo diverso da come se l'immaginava il consigliere di V classe. Le danze si interrompono, la sorpresa c'è, ma la presenza di Pralinskij sconvolge Pseldonimov e i suoi ospiti. Pseldonimov è costretto a chiedere soldi in prestito per acquistare champagne e vodka per Ivan Il'ic, sempre più ubriaco e irritato dalla volgarit` degli invitati. La notte termina in modo apocalittico per lui, che a malapena riesce ad arrivare a casa, malconcio, al mattino. Quando otto giorni dopo torna al lavoro, e viene a sapere che Pseldonimov sta per essere trasferito, gli fa sapere che non ce l'ha con lui, che è pronto a "dimenticare tutto". "Severit` ci vuole, severit`!", conclude.

Fra i maggiori eventi culturali del cosiddetto "disgelo" c'è il recupero di Dostoevskij, fino ad allora guardato con molto sospetto, e di cui a scuola si studiavano solo Povera gente e Delitto e castigo, come opere di contenuto sociale accettabile. Anche il cinema così riscopre Dostoevskij, ma con quali cautele! Vengono ridotti per lo schermo due dei grandi romanzi, L'idiota e Fratelli Karamazov, ma a cura del regista meno dostoevskiano che si potesse immaginare, Ivan Pyr'ev, autore di famigerate commedie staliniane "verniciate", in vena di riabilitazione (illustrazioni fredde e goffe dei grandi classici, i due film "da Dostoevskij" non mettono in crisi nessun pubblico). Ma ecco che Alov e Naumov nel 1965 decidono di rifarsi a Dostoevskij in un altro modo. Scelgono un racconto del 1862, che si rif` alla poetica degli anni '40, a una satira sociale che è stata accostata a SaltykovScedrin e alle sue opere all'humor nero, e lo mettono in scena fedelmente, troppo fedelmente. Dimostrando come Dostoevskij abbia ancora effettivamente un'efficacia insospettabile nel rivelare i meccanismi convenzionali di ogni conformismo, i burocrati del Goskino vietano il film, che emerger` dal nulla solo più di vent'anni dopo la sua realizzazione. Il grottesco irrealistico della regia è forse uno dei motivi che hanno decretato l'ostracismo a un'opera così viva e acuta, ma ha pesato certamente il sospetto che la lettura di Dostoevskij (da cui la coppia "inseparabile" del disgelo non si discosta neanche quando sarebbe il caso, si direbbe) contenesse un'allegoria sul potere, smascherasse le chiacchiere sul finto liberalismo di chi gestisce il potere e in verit` disprezza i suoi dipendenti, di chi sfrutta anche le migliori qualit` dell'animo russo (qui rappresentate dalla madre di Pseldonimov) per i propri scopi. Insomma, il rapporto fra "grand'uomo" e "piccolo uomo", fra capo burocrate e formichina del sistema si dimostrava ancora, cent'anni dopo la composizione del racconto, attuale? 0 avr` offeso il fatto che Alov e Naumov (seguendo Dostoevskij anche qui), non si peritano di mostrare tutta la volgarit`, il grottesco, la meschinit` ripugnante dei piccoli uomini in festa (piccoli borghesi, ma sempre piccoli rispetto ai grandi, quindi da riscattare)? Certo Alov e Naumov si sono permessi qui certe sottolineature un po' forti, forse, come quella (in un mirabile "a parte" della voce off del "narratore") in cui si rileva in Pseldonimov "il piacere della schiavitù". La proibizione di Skvernyj anekdot ha ricacciato indietro il cinema sovietico sulla via delle riduzioni dai classici più tranquille e accademiche in attesa di Nikita Michalkov e del suo "nuovo" Cechov, dieci anni più tardi, nessuno osava più tentare esperimenti del genere. La proibizione di questo Aneddoto scabroso è proprio un "aneddoto scabroso" da nascondere per la politica culturale chruscioviana e postchruscioviana. Se l'espressione "coda di paglia" ha un senso...

Giovanni Buttafava

Biografia

regista

Aleksandr Alov

Aleksandr Alov (26 settembre 1923 - 12 giugno 1983) [Vero nome Aleksandr Lapsker]. Vladimir Naumov (6 dicembre 1927). Nel 1951 terminano il VGIK (corsi di regia di Igor Savcenko). Aiuto-registi di Savcenko per Taras Sevcenko (1951), terminano il film dopo la morte del regista. Da allora hanno lavorato e, dal 1980, insegnato regia al VGIK, sempre insieme fino alla morte di Alov. Anche sceneggiatori dei propri film e di film altrui. Artisti del Popolo dell'Urss nel 1983.

FILMOGRAFIA

Trevoznaja molodost' (Gioventù inquieta); 1957: Pavel Korcagin; 1959: Veter (Il vento); 1961: Mir vchodjascemu (Pace a chi entra); 1963: Moneta, film per la tv; 1966: Skvernyj anekdot (Un aneddoto scabroso) uscito nel 1987; 1971: Beg (La guardia bianca); 1977: Legenda o Tile (La leggenda di Tili); 1981 Teheran-43; 1984: Bereg (La riva); 1987: Vybor (La scelta).

Vladimir Naumov

Aleksandr Alov (26 settembre 1923 - 12 giugno 1983) [Vero nome Aleksandr Lapsker]. Vladimir Naumov (6 dicembre 1927). Nel 1951 terminano il VGIK (corsi di regia di Igor Savcenko). Aiuto-registi di Savcenko per Taras Sevcenko (1951), terminano il film dopo la morte del regista. Da allora hanno lavorato e, dal 1980, insegnato regia al VGIK, sempre insieme fino alla morte di Alov. Anche sceneggiatori dei propri film e di film altrui. Artisti del Popolo dell'Urss nel 1983.

FILMOGRAFIA

1955: Trevoznaja molodost' (Gioventù inquieta); 1957: Pavel Korcagin; 1959: Veter (Il vento); 1961: Mir vchodjascemu (Pace a chi entra); 1963: Moneta, film per la tv; 1966: Skvernyj anekdot (Un aneddoto scabroso) uscito nel 1987; 1971: Beg (La guardia bianca); 1977: Legenda o Tile (La leggenda di Tili); 1981 Teheran-43; 1984: Bereg (La riva); 1987: Vybor (La scelta).

Cast

& Credits

Regia: Aleksandr Alov, Vladimir Naumov.
Soggetto: dall'omonimo racconto di Fëdor Dostoevskij.
Sceneggiatura: Leonid Zorin, A. Alov, V. Naumov.
Fotografia: Anatolij Kuznecov.
Scenografia: A. Parchomenko.
Musica: N. Karetnikov.
Interpreti e personaggi: Evgenij Evstigneev (Ivan Il'ic Pralinskij), V. Sargacëv, Gleb Strizenov.
Produzione: Mosfil'm.
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