Nazione: URSS
Anno: 1965
Durata: 90'


Protagonista del film è un contadino della Siberia che ha quattro figli e una figlia. Adesso sono in quattro a vivere nella loro vecchia isba: l'uomo, l'anziana moglie, la figlia e Vasilij, l'ultimo nato. Stepan, il più anziano, è in prigione per aver preso parte ad un tafferuglio, gli altri due, Maksim e Ignatij, abitano in citt` e hanno completamente dimenticato il loro villaggio natale. Tre mesi prima della fine della sua condanna, Stepan evade di prigione unicamente per vedere il suo paese e restare qualche momento con i suoi. La sua condanna sar` sicuramente prolungata, ma non è per questo che il vecchio padre è inquieto. Sono gli altri due a dargli dei problemi. Quelli che vivono in citt`. L'uomo non sopporta le fanfaronate di Ignatij, campione di lotta e vincitore di numerose medaglie, e invita così il figlio cadetto Vasilij a battersi contro Ignatij per dimostrare a quel cittadino che i ragazzi di campagna, abituati al duro lavoro, son ben più robusti di lui. Egli inoltre non può capire Maksim che lavora in un cantiere e vive in un'abitazione collettiva, senza preoccuparsi della calma e dei piaceri di una vita piccolo borghese.

La personalit` più bizzarra del giovane cinema sovietico è sicuramente Vasilij Suksin, attore di fama, scrittore di racconti mordenti e spiritosi, e debuttante nella regia con una delle commedie più brillanti degli ultimi anni: Zivët takòj p`ren' (Così vive un uomo, in tv, 1964), episodi dalla vita di un ragazzo siberiano, immaturo e pieno di sogni e anche di idee confuse (tanto da trasmettere questa confusione al film stesso, tutto sommato più strano che interessante), amico di tutti, estroverso al massimo, sempre disposto a dare una mano. Ma questo Paska, seppure ricorda il consueto tipo del paren', se ne discosta per una eccentricit` spinta sino all'abbigliamento ridicolo, all'accento e alla cadenza inciampante nel discorso, e per una sorta di attonito angelismo campagnolo e di semplicit` antieroica, che verso il finale si colora di una salutare intonazione demistificatoria nei confronti della sempre imperante retorica del lavoratoreeroe. Nel l'accavallarsi delle avventure dei sogni, degli episodi semiseri (godibilissimo il matrimonio combinato da Paska fra due timidi solitari di mezz'et` con una sorta di violenza psicologica) l'operina diviene sempre più piacevole, mossa, arguta, e insieme stravagante, sfuggente, misteriosa. Suksin lascia nell'ombra un giudizio sulla realt`, che pure si intravede qua e la, informe e quasi ironizzato a sua volta dalla fantasmagoria della trama e delle trovate. Ma questo primo risultato di indubbio rilievo, spassoso e ambiguo, vivido e confuso, viene illuminato dal secondo film di Suksin, dove il giudizio morale affiora nettamente assumendo forme assai curiose e personali in tre novellette "esemplari": Vas syn i brat. Nella prima novella esplode in un fragore stupendo di banchetti campagnoli, di stornelli gridati a piena gola, di brindisi ruvidi, di balli di altri tempi, una nostalgia avida e gaia della semplicit` della vita di campagna, dove regna e ride lo spirito grande della Russia; il ragazzo che fugge di prigione senza aspettare quei pochi giorni che ancora gli restano da scontare, per rientrare in famiglia a far festa con i suoi in quella domenica paesana descritta in un felicissimo prologo con dolce ironia, non fugge solo il carcere, la schiavitù, ma anche la citt`, il decoro borghese che vi regna. Nel secondo episodio si compone con un livore curioso un piccolo canto d'odio a Mosca, alla gente indifferente, alle complicazioni burocratiche: l'affannosa e vana ricerca di una medicina per la madre malata da parte di un figlio appena inurbato e a disagio nella grande citt` è il pretesto di un'ironia cattiva che si acuisce insolitamente quando entra in scena il terzo fratello, ormai cittadino integrato, con "conoscenze" che con una telefonata risolve la questione, l'episodio si scompone, squilibrandosi, perdendo la bella vitalit` della prima novella, ma assumendo un acuminato tono pamphlettistico veramente unico nella sua acidit`, superiore anche, nei suoi limiti alla cattiveria di Trentatré di Danelija, di cui si parler` più avanti. il terzo episodio è il ritorno alla terra del terzo fratello "imborghesito", con moglie alla moda, pazzo per il culturismo e le ultime novit`. Così dopo il contadino in campagna (ed è il tripudio vitale del primo episodio), dopo il contadino in citt` (ed è la cattiveria stizzosa del secondo episodio), abbiamo il ritorno dell'ex contadino in campagna: ed è un confronto sottile fra il costume semplice e schietto della famiglia contadina e il falso comportamento "moderno" del figlio cittadino, visto con un sarcasmo profondo. Ne scaturisce una nota nostalgica per la fine di una cultura campagnola, russa, pura, e si illumina così anche lo strano istintivo idealismo del Paska del primo film (che fra l'altro ha lo stesso interprete del primo episodio, l'estroso Leonid Kuravlëv), ultimo Don Chisciotte socialista, che predica la sua meravigliosa filosofia siberiana, combinando l'antica saggezza dello spirito contadino alla nuova solidariet` umana del socialismo, minacciate entrambe dall'avanzata di un'opaca cultura di massa cittadina e da un imborghesimento delle strutture. Vostro figlio e fratello su questa via abbandona un po' l'unit` sentimentale e il discorso divertente, per ammicchi, di Così vive un uomo, scoprendosi in modo fin eccessivo, frantumandosi in vari toni stilistici, ora appropriati (la nostalgia, la gioia), ora discordanti (il sarcasmo). Ma da una personalit` così originale da un uomo che sa rischiare tanto l'impopolarit` (Vostro figlio e fratello per esempio ebbe una stroncatura di una violenza rara ancor prima di uscire, sulla Literaturn`ja gazeta) possiamo attendere con fiducia gli sviluppi della sua affascinante linea solitaria.

Giovanni Buttafava, Il giovane cinema sovietico, "Bianco e nero", n. 11, novembre 1966

Biografia

regista

Vasilij Suksin

Vasilij Suksin regista, scrittore, attore (25 luglio 1929-2 ottobre 1974). È stato istruttore regionale di partito, maestro, direttore di una scuola, marinaio. Termina i corsi di regia di Michail Romm al VGIK nel 1960. Dal 1959 pubblica novelle e interpreta film. Membro del Partito Comunista dal 1955. Personalità emerita dell'arte della Repubblica Russa (1969).
Film (regista e sceneggiatore): 1964: Iz Leb'jazego soobsajut (Dal Cigno comunicano), mm; 1964: Zivët takoj paren' (Così vive un uomo) in tv; 1966: Vas syn i brat (Vostro figlio e fratello); 1970: Strannye ljudi (Strana gente); 1972: Pecki-lavctki (Il viaggio di Ivan Sergeevic), in tv; 1974: Kalina krasnaja (Viburno rosso).

FILMOGRAFIA

Film (sceneggiatore): 1972: Prisël soldat s fronta (È arrivato un soldato dal fronte); 1975: Zemljaki (Conterranei); 1978: Pozovi menja v dal' svetluju (Chiamami verso una luminosa lontananza) in tv.
Film (attore): 1959: Dva Fëdora (I due Fjodor) in tv; 1960: Prostaia istorija (Una storia semplice); 1959: Zolotoj eselon (Il convoglio d'oro); 1961: Alënka, Kogda derev'ja byli bol'simi (Quando gli alberi erano grandi); 1962: Miska, Serëga i ja (Miska, Serëga e io); 1963: My, dvoe muzcin (Noi due uomini); 1965: Kakoe ono, more? (Com'è il mare?); 1967: Kommissar (Il commissario), distribuito nel 1987, Zurnalist (Il giornalista); 1968: Tri dnja Viktora Cernysëva (Tre giorni di Viktor Cernysëv); 1969: Muzskoj razgovor (Conversazione da uomini); 1970-1972: Osvobozdenie (La grande battaglia - Ordine da Berlino: Vincere o morire, Le armate rosse alla Liberazione dell'Europa); 1971: U ozera (Sul lago); 1972: Daurija, Pecki-lavocki (Il viaggio di Ivan Sergeevic) in tv; 1974: Esli choces' byt'scastlivym (Se vuoi essere felice), Kalina krasnaja (Viburno rosso); 1975: Oni srazalis' za Rodinu (Essi combattevano per la patria); 1976: Prosu slova (Chiedo la parola).

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Vasilij Suksin.
Soggetto: dai racconti Stepka, Ignacha priechal (Ignacha è arrivato), Zmejnyjjad (Veleno di serpente) di Vasilij Suksin.
Fotografia: Valerij Ginzburg.
Musica: Pavel Cekalov.
Suono: D. Bogolepov.
Scenografia: I. Bachmetev.
Montaggio: N. Loginova.
Interpreti e personaggi: Vsevolod Sanaev (il padre), Anna Filippova (la madre), Leonid Kuravlëv (Stepan), M. Grachova (Vera), A. Vanin (Ignatij), L. Reutov (Maksim), V. Sachov (Vasilij), N. Grabbe, A. Dorochina, S. Zgun.
Produzione: Studi Cinematografici Gork'ij (Mosca).
Prima proiezione pubblica: 18-4-1966.
Menu