Nazione: Kazakhistan
Anno: 1956
Durata: 89'


Alcuni nuovi film interessanti possono essere ricondotti a un denominatore comune, lo scrittore Marek Hlasko. Questo giovane scrittore ventenne è un fenomeno molto significativo. La sua somiglianza con James Dean non è soltanto fisica. Hlasko esprime nei suoi scritti il medesimo "mal du siècle", la delusione e l'inquietudine dei giovani che cercano di entrare nella vita adulta. Il prestigio di Hlasko deriva soprattutto dal fatto che egli, pur esprimendo i turbamenti della sua generazione, non rinuncia alla ricerca di quei valori stabili ancora meritevoli di diventare patrimonio spirituale dei giovani. Ma egli persegue questo scopo attraverso l'esame puntuale dello stato di cose esistente, un'indagine quasi sempre scabrosa e sgradevole. I suoi racconti hanno colpito come fendenti di clava coloro che erano abituati alle visioni idealizzate e scontate del "realismo socialista". Hlasko è un moralista alla ricerca della bellezza: perfino su un mucchio di spazzatura egli si sforza di risvegliare l'amore della bellezza. C'è tuttavia il rischio che la sua campagna di denuncia, che gli ha valso facili applausi, prenda il sopravvento sulla sua passione di moralista.
Il primo contatto di Hlasko col cinema è stato Koniec nocy, un film che narrava la storia di una banda di giovani delinquenti spinti al crimine non dal bisogno materiale ma dalla noia e dalla mancanza d'ambizioni. La cosa curiosa è che questo film è stato realizzato come saggio scolastico da tre studentiregisti della Scuola di Cinema di Lódz: Dziedzina, Komorowski e Uszycka. È stato girato con un budget ridottissimo. Le spese ammontano a circa il 12 per cento del costo di un film standard a soggetto. Gli attori, quasi tutti allievi della scuola, hanno lavorato gratuitamente. Il montaggio e la sonorizzazione sono stati fatti di notte, nel corso della realizzazione.
Sarebbe infine ingiusto dimenticare che Koniec nocy ha tratto ispirazione non soltanto dalla narrativa di Hlasko ma anche dai documentari della "serie nera".

Jerzy Plazewski, Le jeune cinéma polonais: II. La période de Sturm und Drang alla Polacca, "Cahiers du Cinéma", n. 82, aprile 1958.


Durante il primo anno [alla scuola di Lódz], gli studenti dei tre diversi indirizzi seguivano gran parte delle stesse lezioni, per cui le matricole formavano un gruppo vasto quanto disparato. [...] Ma le mie amicizie non erano limitate alle sole matricole. Grazie al fatto che gi` avevo preso parte a film, conoscevo numerosi studenti anziani, che frequentavo sia nei loro alloggi alla scuola, sia al Grand Hotel, il cui ristorante Malinowa e il bar Sirena erano i luoghi preferiti dalla confraternita dei cineasti di Lódz. Alcuni degli anziani in questione stavano preparando una pellicola a soggetto che doveva intitolarsi La fine della notte e che, sebbene suddivisa in episodi come Tre storie (Trzy opowiesci), del 1952, il primo film con Polanski attore, [n.d.c.], era assai meno propagandistica e molto più coerente di quella. L'influenza di Rashomon nella vicenda era chiaramente avvertibile, del resto assai ben concepita: un episodio teppistico visto attraverso gli occhi di tre diversi personaggi. Sia Adam Fiut che Zbigniew Cybulski facevano parte del cast, e fui più che felice quando il sindacato studentesco non solo mi offerse una parte, ma mi assunse quale aiuto regista. Mentre lavoravo al film, ebbi modo di fare conoscenza di un tipo estremamente pittoresco, tale Marek Hlasko, coautore dei dialoghi. Non era iscritto alla scuola di cinematografia ma era amico di numerosi studenti anziani, e gi` godeva di ottima reputazione come scrittore autodidatta, dotato di uno straordinario talento per lo sviluppo narrativo e i dialoghi. Ma di una certa fama godeva anche in altri campi oltre a quello puramente letterario: ribelle nato, rissoso, dotato di straordinario fascino, amava raccontare le sue passate esperienze di camionista e si atteggiava a rude proletario. Quasi tutte le sere lo si poteva trovare al bar Sirena, in cerca di compagnia con cui far chiasso.

Roman Polanski di Roman Polanski, Bompiani, Milano 1984

Biografia

regista

Julian Dziedzina

Pawel Komorowski

Walentyna Uszycka

Cast

& Credits

Regia: Julian Dziedzina, Pawel Komorowski, Walentyna Uszycka.
Supervisione artistica: Antoni Bohdziewicz.
Assistente alla regia: Roman Polanski.
Sceneggiatura: Antoni Bohdziewicz, Bohdan Drozdowski, Julian Dziedzina, Marek Hlasko, Pawel Komorowski, Jerzy Wójcik.
Fotografia: Henryk Depczyk, Krzysztof Winiewicz, Jerzy Wójcik.
Musica: Jerzy Kurczewski.
Scenografia: Jerzy Skrzepinski.
Interpreti e personaggi: Zbigniew Cybulski (Romek), Roman Polanski (il "piccolo"), Ryszard Filipski (Edek), Adam Fiut (Filip), Marian Gorczynki (Rysiek), Eugeniusz Szewczyk (Witek), Jadwiga Andrzejewska (la madre di Filip), Anna Ciepielewska (Danusia), Katarzyna Karska, Barbara Rachwaiska (madre del "piccolo"), Ewa ZcizieszynskaSykalowa (zia), Jerzy Kozakiewicz (l'amico della zia), Józef Kalita, Ryszard Lomnicki e studenti della Scuola di Lódz.
Produzione: Scuola Superiore di Cinematografia di Lódz.
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