Nazione: Kazakhistan
Anno: 1959
Durata: 89'


Nell'autunno 1958, mentre divampava la polemica su Ceneri e diamanti Wajda girava nella regione del fiume Narew con Jerzy Lipman, suo abituale direttore della fotografia, Lotna. Si tratta di un film indubbiamente strano ma interessante: pur essendo stato considerato infatti un incidente di percorso da molti critici, e apparentemente anche dallo stesso Wajda, è in realt` un capitolo significativo della sua filmografia, perfettamente coerente con la sua poetica.
La sceneggiatura fu scritta da Wajda e Wojciech Zukrowski adattando un racconto breve di quest'ultimo, che narrava la storia di una bellissima puledra chiamata Lotna che affascina i componenti di un reparto di cavalleria ma porta sfortuna a tutti coloro che la possiedono. Lo stile asciutto e realistico di Zukrowski, pur rendendo perfettamente l'atmosfera di quel tragico e affascinante autunno del 1939, non andava oltre… Di conseguenza, il racconto doveva essere "rimpolpato" in fase di sceneggiatura con gli aspetti storici e psicologici: un lavoro lungo e difficile, che comportò innumerevoli aggiustamenti e modifiche. Di fatto, il film fu poi in gran parte improvvisato. L'opera rimane apparentemente incentrata sulla storia della bellissima puledra bianca di nome Lotna, regalata da un vecchio all'ufficiale che comanda un reparto di cavalleria durante l'invasione della Polonia nel settembre 1939. Lotna appare per la prima volta al capezzale del vecchio, quasi una fedele servitrice che ne attende la morte. Man mano che il film procede, e con esso la vicenda della guerra di quel tragico settembre, tutti i soldati che entrano in possesso di Lotna muoiono ad uno ad uno. Il primo cui tocca questa tragica sorte è il capitano; poi la puledra passa ad un subalterno che si innamora perdutamente di una ragazza, la sposa con un'insolita e frettolosa cerimonia e subito dopo muore. Solo un tenente e un sergente sopravviveranno. Infine, quando la guerra di settembre volge ormai al termine e il dolce autunno del 1939 si appresta a finire, muore anche Lotna: si è rotta una zampa e deve essere abbattuta. Contemporaneamente, i due soldati sembrano aver esaurito la loro capacit` di combattere e disertano; li vediamo svanire in lontananza mentre si trascinano a stento con l'aiuto di un bastone…
La storia è narrata in tono casuale, quasi dimesso; i fatti sembrano susseguirsi l'un l'altro senza colpi di scena, come per caso. Tuttavia, un'analisi più attenta consente di individuare tre piani di lettura, tre cardini attorno a cui ruotano fatti e personaggi. In primo luogo, e in modo più articolato di quanto si possa pensare, c'è la guerra del 1939: attacchi e contrattacchi, resistenze disperate, un esercito in ritirata con i disastri che si lascia alle spalle, il panico tra i civili, le torme di rifugiati, villaggi sonnecchianti svegliati brutalmente dal l'artiglieria, cascine occupate dalle truppe, ospedali improvvisati e funerali frettolosi. In secondo luogo, l'attenzione si concentra sull'unit` di cavalleria e sui suoi protagonisti: il capitano, il tenente, il soldato e il sergente. Sebbene vivano una tragedia, non ne sembrano coinvolti più di tanto: sono molto diversi dai protagonisti di Kanal, dilaniati da problemi e sofferenze. Né il sapore amaro della sconfitta riesce a turbare questi personaggi con la loro aria da eterni ragazzini. La tensione impalpabile che li unisce e la storia d'amore tra il soldato e la maestrina poggiano su una stessa ingenua costruzione. Come ha giustamente osservato un critico, "tutto è lineare, pittoresco, scintillante... e tragico".
Infine, c'è un terzo livello, il nucleo centrale del soggetto di Zukrowski e il cardine su cui dovrebbe ruotare tutto il film Lotna e la sua vicenda. Certo, Lotna può essere vista solo come una puledra bianca, anche se straordinariamente bella: ma è anche il simbolo di un mondo che muore, testimone (o causa?) di sventure. È quasi lo specchio della personalit` dei personaggi, con la loro rettitudine ed il loro patriottismo: se infatti nel film i rapporti tra gli uomini sono solo accennati, quelli tra Lotna e i suoi proprietari sono analizzati in ogni dettaglio. Il film si sposta continuamente dall'uno all'altro livello, ma questo non aiuta certo la scorrevolezza ed il ritmo. La narrazione è zoppicante, procede a scatti senza una vera coerenza interiore.
Ha dichiarato Wajda: "Mi accorgo che c'è una forte discrepanza tra il film che volevo fare e il soggetto che ho scelto. Quando ci penso, credo che avrei fatto meglio a scegliere un'altra storia, quella di Don Chisciotte. Avrebbe funzionato benissimo: la storia di un cavaliere, dell'ultimo cavaliere, che si aggira con il suo scudiero nello scenario devastato di una guerra dei nostri tempi. Se ad attaccare un carro armato fosse stato un personaggio così e non un soldato della cavalleria polacca, tutto sarebbe sembrato diverso. Il film sarebbe stato più credibile, più profondo, più 'nostro': sarebbe stato più 'europeo' e meno provinciale. Sia come sia, Lotna manca di un'idea forte che ne determini la direzione. E non siamo tanto sicuri che un moderno Don Chisciotte avrebbe sollevato il problema. [...] Molto diverso fu il modo in cui venne accolto Ceneri e diamanti, che persino i suoi detrattori dovettero riconoscere come Cinema con la C maiuscola. Lotna, al contrario, fu giudicata dalla maggior parte dei critici come un'opera piena di difetti: artificiale, manieristica, eccessivamente carica di simbolismi, al limite del cattivo gusto con la sua continua alternanza tra naïveté e violenza. "Surrealismo o kitsch", "Un incubo cavalleresco", "Poetica da propaganda": sono solo alcuni tra i certo non lusinghieri titoli delle recensioni critiche. Ci fu chi giunse addirittura a definire il film "la visione pseudoapocalittica di una mente ossessivomaniacale", e chi protestò indignato che "Lotna, film che narra le vicende di un gruppo di amici disumani e superficiali in attesa della morte, oscura la causa della Polonia".
Appare dunque evidente che non fu solo il messaggio, ma lo stile stesso del film ad essere messo sotto accusa. Uno di coloro che si dissociavano da questo coro uniforme fu Zygmut Kaluzynski, critico del settimanale "Polityka" che si era scagliato con violenza contro Ceneri e diamanti, ma che scopriva ora la grandezza di Wajda e sosteneva che gli elementi surrealisti che punteggiavano l'intero film trovavano alla fine una loro coerenza ed armonia: "Questo paradosso si può spiegare con la morale stessa del film. Lotna è a suo modo un epitaffio cinematografico a un mondo che muore. Tutto ciò che appare mostruoso all'inizio si trasforma in una sorta di elegia simbolica all'anacronismo storico che oggi ci lascia attoniti. Il surrealismo è il linguaggio di una civilt` sconfitta, ecco perché qui, paradossalmente, si adatta perfettamente al tema".

Boleslaw Michalek, The Cinema of Andrzej Wajda, Tantivy Press/A.S. Barnes, Londra e New York 1973

Biografia

regista

Andrzej Wajda

Regista e sceneggiatore. Nato il 6 marzo 1926 a Suwalki. Studente dell'Accademia di Belle Arti a Cracovia. Nel 1953 si laurea alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz. Negli anni 1972-83 direttore artistico del gruppo "X". Negli anni 1978-82 presidente dell'Associazione dei Cineasti Polacchi. Nel 1981 ottiene la laurea Honoris Causa dall'Università di Washington. È anche regista di teatro.

FILMOGRAFIA

Film: 1951: Ceramika ilzecka (La ceramika di Ilz), cm. doc.; 1954: Pokolenie (Generazione); 1956: Kanal (I dannati di Varsavia); Ide do slonca (Vado verso il sole), cm. doc.; 1958: Popiól i diament (Cenere e diamanti); 1959: Lotna; 1960: Niewinni czarodzieje (Ingenui perversi); 1961: Samson (Sansone); Sibirska ledi Magbet (Lady Macbeth Sibiriana), Jugoslavia; 1962: Warszawa (Varsavia), ep. di L'amour à vingt ans (L'amore a vent'anni); 1965: Popioly (Ceneri); 1967: Vrata raja - The Gates to Paradise, Jugoslavia - GB; 1968: Przekladaniec (Garbuglio), mm. tv; Wszystko na sprzedaz (Tutto in vendita), 1969: Polowanie na muchy (Caccia alle mosche); 1970: Brzezina (Il bosco di betulle), tv; Krajobraz po bitwie (Paesaggio dopo la battaglia); 1971: Pilatus und andere (Pilato e gli altri), tv, RFT; 1972: Wesele (Le nozze); 1974: Ziemia obiecana (La terra promessa); 1976: The Shadow Line / Smuga cienia (La linea d'ombra), Polonia-GB; Czlowiek z marmuru (L'uomo di marmo); 1977: Umarla klasa (La classe morta), mm. doc. tv; 1978: Bez znieczulenia (Senza anestesia); Zaproszenie do wnetrza (Invito a entrare) mm. doc.; 1979: Panny z Wilka (Le signorine di Wilko); Dyrygent (Il direttore d'orchestra); Pogoda domu niechaj bedzie z Toba.. . (Che la pace della casa sia con voi...), mm. doc. tv; 1980: Z biegiem lat, z biegiem dni (Nel corso degli anni, nel corso dei giorni), serie tv, co-regia Edward Klosinski; 1981: Czlowiek z zelaza (L'uomo di ferro); 1982: Danton (id.), Francia-Polonia; 1983: Eine Liebe in Deutschland / Un amour en Allemagne (Un amore in Germania), RFT-Francia; 1986: Kronica wypadków milosnych (Cronaca di avvenimenti amorosi); 1988: Les possédés (I demoni), Francia.

Cast

& Credits

Regia: Andrzej Wajda.
Soggetto: dalla novella omonima di Wojciech Zukrowski.
Sceneggiatura: Wojciech Zukrowski e Andrzej Wajda.
Assistente alla regia: Janusz Morgenstern.
Fotografia: Jerzy Lipman.
Montaggio: Janina Niedzwiecka.
Suono: Leszek Wronko.
Musica: Tadeusz Baird.
Scenografia: Roman Wolyniec.
Costumi: Lidia Grys, Jan Banucha.
Interpreti e personaggi: Jerzy Pichelski (capitano di cavalleria Chodakiewicz), Adam Pawlikowski (tenente Wodnicki), Jerzy Moes (aiuto ufficiale Jerzy Grabowski), Mieczyslaw Loza (Latoh), Bozena Kurowska (Ewa), Roman Polahnki, Bronislaw Dardzinki, Wieslaw Golas, Irena Malkiewicz, Karol Rómmel, Artur Mlodnicki, Tadeusz Kosudarski.
Produzione: "Kadr".
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