Nazione: Kazakhistan
Anno: 1962
Durata: 101'


Il cinema visionario, crudele ed ironico che Polanski, emigrato all'estero, realizzer` a partire dal suo secondo film, e le prove di tono non dissimili che precedono Il coltello nell'acqua (il cortometraggio Due uomini e un armadio, il film di diploma La caduta degli angeli e il mediometraggio Il grasso e il magro), mettono in particolare rilievo nel film il contributo creativo che vi diede Skolimowski. Non diversamente da molti altri film del periodo, l'esordio di Polanski isola tre personaggi: due uomini appartenenti a due diverse generazioni ed una donna, moglie del più anziano, sulle sponde dei Laghi Masuri nel corso di un weekend. Fra i due uomini, incontratisi casualmente, si stabilisce una dapprima sottile e poi sempre più tesa rivalit` su cui la donna agisce da elemento scatenante. Alla fine, dopo che la donna ha ceduto alla corte del giovane e lo confessa al marito che, per non rimettere in discussione le convenzioni della propria vita, sceglie di non crederle il cerchio si richiude con il ritorno della coppia alla tranquillit` conformistica dell'inizio. Felice nel ritmo e rigoroso nelle immagini, quanto acuto nella costruzione psicologica e misurato nel simbolismo (che poi invece esploder` nelle opere successive), il primo lungometraggio di Polanski offre un sottile spaccato dei conflitti generazionali (ed implicitamente anche politici) della societ` polacca con una freschezza difficilmente ritrovabile in altre opere cinematografiche sullo stesso tema, realizzate nel corso del decennio.

Lino Micciché, Il nuovo cinema degli anni Sessanta, ERI, Torino 1972


Il coltello nell'acqua sia per la materia sia, anche, per il modo di trattarla fa sentire in maniera netta che c'è stato un salto generazionale, pur se, ovviamente, il cordone ombelicale con il cinema precedente non è del tutto tagliato. Raccontando l'incontro che si svolge in un breve arco di tempo tra una agiata coppia di sposi in vacanza ed uno studente, Polanski mette in moto un sottile gioco di relazioni intersoggettive che si concluderanno dapprima in uno scontro violento tra i due uomini e nell'adulterio della donna con il casuale amico, per poi ricomporsi in una situazione inalterata rispetto all'inizio: la coppia si ricongiunge (il marito, per amor proprio, non crede o non vuol credere al tradimento della moglie) e lo studente continua solitario il suo temporaneo vagabondaggio. Con questa vicenda così marcatamente abituale e apparentemente insignificante, il regista riesce a dare, in una calibrata misura stilistica, lo "spaccato" di una diffusa condizione socio psicologica che è insieme angusta e frustrante, mediocre e velleitaria. Senza intonazioni moralisteggianti e senza suggerire surrettizie soluzioni, Polanski lascia trasparire, soprattutto mettendo gradualmente a fuoco la rivalit` dei due personaggi maschili, la povert` di un orizzonte spirituale e l'inconsistenza etica di certi atteggiamenti e di certe scelte. L'esteriore sicurezza dell'uomo "arrivato" (una specie di esponente della nuova "classe", una sorta di "borghese rosso") e l'effimero anticonformismo del giovane (il cui ribellismo si avverte disponibile a tramutarsi opportunisticamente in una conveniente accettazione delle regole del gioco) non sono i due poli di un vero dualismo bensì le due facce della stessa medaglia; e in ultima analisi rappresentano una riprova (tale anche se il film non autorizza direttamente questa interpretazione) dello scarto esistente tra quella realt` "socialista" ed il socialismo. Polanski, che un poco deve rassomigliare al protagonista giovane del suo film, ha in seguito girato diversi altri film, altrettanto notevoli e magari più ambiziosi; ma non è più riuscito o forse non ha più voluto entrare in un rapporto così sicuro e rivelatore con il reale senza cadere nella riproduzione naturalistica. Il coltello nell'acqua, episodio relativamente isolato, rimane uno dei migliori film polacchi degli anni '60, ponendosi anche come "modello" di critica sociale fatta per mezzo del cinema.

Bruno Torri, Appunti sul cinema polacco: in attesa di un altro "ottobre" , Quaderno dell'Italnoleggio Cinematografico, Roma 1970

Biografia

regista

Roman Polanski


FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/essential filmography
Nózw wodzie (Il coltello nell’acqua, 1962), Repulsion (Repulsione, 1965), Cul-de-sac (id., 1966), The Fearless Vampire Killers (Per favore… non mordermi sul collo, 1967), Rosemary’s Baby (Rosemary’s Baby - Nastro rosso a New York, 1968), Macbeth (id., 1971), Chinatown (id., 1974), Le Locataire (L’inquilino del terzo piano, 1976), Tess (id., 1979), Bitter Moon (Luna di fiele, 1992), Death and the Maiden (La morte e la fanciulla, 1994), The Pianist (Il pianista, 2002), J’accuse (L’ufficiale e la spia, 2019).

Cast

& Credits

Regia: Roman Polanski.
Sceneggiatura: Roman Polanski, Jerzy Skolimowski, Jakub Goldberg.
Dialoghi: Jerzy Skolimowski, Roman Polanski.
Fotografia: Jerzy Lipman.
Scenografia: Boleslaw Kamykowski.
Montaggio: Jerzy Szawlowski.
Musica: Krzysztof KomedaTrzcinski.
Suono: Halina Paszkowska.
Assistenti alla regia: Andrzej Kostenko, Kuba Goldberg.
Interpreti e personaggi: Jolanta Urnecka (Krystyna), Leon Niemczyk (Andrzej), Zygmunt Malanowicz (il ragazzo).
Produzione: "Kamera".
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