Nazione: Kazakhistan
Anno: 1957
Durata: 104'


Petla è l'adattamento d'una famosa novella di Marek Hlasko. Una novella basata su un linguaggio rarefatto e su dialoghi sintetici, diremmo cinematografici. La descrizione dei luoghi frequentati da Kuba, il protagonista, è ridotta al minimo. L'autore puntò di certo a creare l'atmosfera accumulando situazioni inusitate. Il luogo in cui la novella è ambientata è imprecisato, ma non si avverte l'assenza di dettagli visuali. Non cogliamo che contorni, ma in compenso capiamo, viviamo lo scontro fra il protagonista e l'ambiente circostante, il dramma della sua emarginazione. Ce ne è nota la ragione: il bere. Sar` il bere, attraverso vari stadi di alienazione, a portare il protagonista al suicidio. Ad un certo punto Kuba comprende che un ritorno fra la gente normale non sar` possibile, che gli sforzi di chi vuole venirgli in aiuto risulteranno vani. Il dramma di Kuba ha una spiegazione razionale e tuttavia non è privo di pathos. Nella novella il coinvolgimento emozionale dell'autore rispetto alla vicenda del protagonista si avverte chiaramente. Nella riduzione cinematografica si è prodotto uno spostamento di accenti, le motivazioni sono mutate, pur con discrezione. Kuba è un intellettuale "sbandato", alcolizzato. Eppure non sembra l'alcool la causa prima della depressione e dell'alienazione. Il vizio cela probabilmente motivazioni che rimangono difficili da definire. Dinamico nella novella, il protagonista diviene qui, nell'interpretazione di Gustaw Holoubek, un personaggio meditabondo, intento a decifrare il proprio destino, la propria predestinazione. È un uomo attentissimo a cogliere il segno che preannunci la sentenza. Quest'ultimo enunciato non ha esclusivamente un significato metaforico. Il fatto che Kuba "guardi", "veda" o soltanto "intraveda" la realt` che lo circonda con il suo volto enigmatico è fondamentale (basterebbe enumerare tutti i "guarda", "vede", "osserva", "volge lo sguardo" del copione). Lo sguardo del protagonista è come una sonda e gli fornir` una conclusione importante. E altresì il tentativo di contattare l'ambiente circostante, di colmare il distacco. Parlando di Petla facciamo ricorso a concetti quali "solitudine", "distacco", "alienazione" quando in effetti l'alienazione in Hiasko ha un carattere tutto diverso, L` l'alcolizzato era scansato, escluso. Anche Kuba si muove in un mondo estraneo, ma fra lui e quella realt` grigia, ostile, si viene a creare una speciale intesa, una celata confidenza. Kuba e la gente che lo circonda sono vittime delle stesse forze. La gelida, semideserta citt` non si dimostra più accogliente per il resto della popolazione, per gli inaciditi centralinisti, per l'agente della milicja, per il cameriere, per la ragazza che in uno squallido bar racconta a Kuba il fallimento della propria esistenza. E così pure per un amico destinato a perire nella maniera più assurda in un incidente stradale. Tra Kuba e quest'ultimo si svolge un colloquio avente per sfondo un'impresa di pompe funebri. Di qui esce un vecchietto che domanda all'amico l'ora, "senza togliergli di dosso come risulta dal copione quel suo sguardo professionalmente tetro". Di lì a poco l'amico morir`. Dunque nell'occhiata del becchino la sentenza era comparsa, ma l'interessato non aveva saputo leggerla. Invece Kuba quando guarda dalla finestra la réclame ingiallita, quando osserva la gente che lo circonda, se ne mostra capace, sa di non poter aspirare ad una vita migliore. L'unica possibilit` di fuga sar` il suicidio. Chi emette tali sentenze? Quale destino va incolpato di quell'organica "inattitudine alla vita" di cui è vittima il protagonista? Sono quesiti che non trovano risposta. Qui la raffigurazione cinematografica di Has si rivela simile a quella pittorica: composta con coerenza interna, con le componenti tutte ricondotte ad un'unica convenzione, ma non in grado di fornire esplicazioni di sorta in quanto mondo autonomo, a sé stante. Il linguaggio di cui il regista fa uso ha senso soltanto entro l'ambito della realt` da lui creata.

Biografia

regista

Wojciech Jerzy Has

Regista e sceneggiatore. Nato il 1 0 aprile 1925 a Cracovia. Studia all'Accademia di Belle Arti e contemporaneamente frequenta i Corsi di Avviamento alla Cinematografia di Cracovia. E assistente di S. Wohf e J. Wyszomirski per il film Dwie godziny (Due ore, 1948). Dal 1948 lavora alla WFD (Casa di Produzione dei Film Documentari) e dal 1950 alla WFO (Casa di Produzione dei Film Didattici), dove realizza numerosi cortometraggi. Docente alla Scuola di Cinema di Lódz. Dal 1981 direttore artistico del gruppo "Rondo". Film (esclusi i cortometraggi documentari): 1948: Harmonia, mm.; 1957: Petla (Il cappio); 1958: Pozegnania (Gli addii); 1959: Wspólny pokój (La stanza comune); 1960: Rozstanie (L'addio); 1961: Zloto (L'oro); 1962: Jak byc kochana (Come essere amata); 1964: Rekopis znaleziony w Saragossie (Il manoscritto trovato a Saragozza); 1966: Szyfry (Codici cifrati); 1968: Lalka (La bambola); 1973: Sanatorium pod Klepsydra (La clessidra); 1982: Nieciekawa historia (Una storia poco interessante); 1984: Pismak; 1986: Osobisty pamietnik grzesznika (Diario intimo di un peccatore), 1988: Niezwykla podróz Baltazara Kobera (L'insolito viaggio di Balthazar Kober), Polonia-Francia.

Cast

& Credits

Regia: Wojciech Jerzy Has.
Soggetto: dal racconto di Marek Hlasko, "Pierwszy krok w chmurach".
Sceneggiatura: Marek Hlasko e Wojciech Jerzy Has.
Fotografia: Mieczyslaw Jahoda.
Musica: Tadeusz Baird.
Scenografia: Roman Wolyniec, Leonard Mokicz.
Interpreti e personaggi: Gustav Holoubek (Kuba), Aleksandra Slaska (Krystyna), Teresa Szmigielówna (giovane donna), Tadeusz Fijewski (sassofonista), Stanislaw Milski, Wladyslaw Dewoyno, Tadeusz Gwiazdowski, Juliusz Grabowski, Marian Jastrzebski, Emil Karewicz, Roman Klosowski, Ignacy Machowski, Helena MakowskaFijewska, Igor Przegrodzki, Zygmunt Zintel.
Produzione: "Iluzjon".
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