Nazione: Kazakhistan
Anno: 1959
Durata: 98'


Il treno della notte non è l'adattamento di un romanzo, perciò ho potuto trattare il soggetto molto più liberamente. Alcuni critici cinematografici si sono dispiaciuti, perché nel film non hanno trovato "grandi problemi", grandi scoperte. Ma era proprio la mia intenzione, presentare un film libero da ogni sorta di letteratura. In Il treno della notte quel che conta sono solo i sentimenti, le relazioni fragili e passeggere che sorgono tra le persone in una notte passata in treno. Tutto qui. Non esiste quasi intreccio. Certamente Il treno della notte stupisce lo spettatore sempre alla ricerca di un conflitto ben definito, di una storia logica e di una conclusione finale. Qui non la trover`.

Intervista con Jerzy Kawalerowicz, a cura di Konrad Eberhardt, "Image et Son", n. 170171, febbraiomarzo 1964


Kawalerowicz è lo stilista del cinema polacco; tutto il suo itinerario creativo è la progressiva presa di possesso di un linguaggio. "Sono un creatore emotivo ha detto una volta di se stesso intuitivo, un sensitivo; la mia bussola è l'immaginazione. Non invento mai parecchie scene consecutive, piuttosto sento le forme che devono prendere".
Per lui veramente il genio è applicazione, l'arte è un'astrazione o semplicemente un'eventualit`: quel che importa è l'artigianato, quello che i tedeschi chiamano Handwerke, lavoro manuale. Si dice che nessuno in Polonia, nemmeno i veterani Ford e Buczkowski, conosca il mestiere meglio di lui, in tutte le sue fasi di lavorazione. Marito di un'attrice, la brava Lucyna Winnicka, non ha mai rivelato un attore ma è un eccellente direttore di recitazione, e sotto la sua guida nessun commediante ha mai sfigurato. Ha lavorato con i migliori operatori polacchi, da Lipman a Wójcik, che hanno dato, sotto la sua direzione, i risultati figurativamente più raffinati della loro carriera. Persino gli scenografi hanno da imparare lavorando con lui. La scelta dei testi letterari o degli sceneggiatori, con i quali ha sempre collaborato tranne che per Cien (L'ombra) è piuttosto eterogenea ma ogni volta ha saputo adattare se stesso al tema scelto e piegare i contenuti altrui alle proprie esigenze. Eclettico, prende il suo bene dove lo trova. [...]
Indice di una lenta ma progressiva transizione dalla narrazione oggettiva a quella soggettiva, la preferenza per il pianosequenza costituisce sul piano formale la principale caratteristica di Il treno della notte. Il suo limite più evidente risiede nel soggetto, una vicenda che sembra appartenere a un certo tipo di letteratura digestiva prebellica: quella dei destini individuali che s'incrociano su un treno, veicolo collettivo più o meno esplicitamente simbolico. Come non ammirare il saggio di bravura tecnica e stilistica ma più tecnica che stilistica del regista che ha girato quasi per intero il film su un convoglio ferroviario ("L'essenziale", sono parole sue, "era di creare un effetto dinamico in un film assolutamente statico") con una morbidezza espressiva e una continua invenzione di particolari che sfiorano spesso l'esibizione di bravura? [...]
Quel che ci ha maggiormente interessato nel film è, però, oltre alla tenitura stilistica, l'aria che vi circola: vi si colgono un'inquietudine profonda, un sottile senso di alienazione e di impotenza, una frustrazione che pur espressi allusivamente e ambiguamente, attraverso fatti e sentimenti minori, non sono meno sinceri. Sono temi e stati d'animo che Wajda esprime con una forza drammatica e un talento visionario di ben altra forza e che Munk disegna con un impegno razionale e critico più profondo, eppure basta che nel Treno della notte il racconto si volga a temi centrali (la morte, il dolore, la solitudine), come nella bella sequenza dell'inseguimento e della cattura dell'omicida, perché il retroterra del racconto affiori in tutta la sua drammatica evidenza.

Morando Morandini, La guerra è finita ieri. Note sul cinema polacco, in Film 1963, Feltrinelli, Milano 1963

Biografia

regista

Jerzy Kawalerowicz

Regista, sceneggiatore. Nato il 19 gennaio 1922 a Gwozdziec. Nel 1946 si diploma al Corso di Preparazione Cinematografica di Cracovia; nel 1948 si laurea all'Accademia di Belle Arti. Dal 1955 al 1968 e poi dal 1972 direttore artistico del gruppo di produzione "Kadr". Dal 1966 al 1978 primo presidente dell'Associazione dei Cineasti Polacchi. Dal 1980 docente alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz. Film: 1951: Gromada (La comune); 1953: Celuloza (Cellulosa); 1954: Pod gwiazda frygijskq (Sotto la stella frigia); 1956: Cien (L'ombra); 1957: Prawdziwy koniec wielkiej wojny (La vera fine della grande guerra); 1959: Pociag (Il treno della notte); 1961: Matka Joanna od Aniolów (Madre Giovanna degli Angeli); 1965: Faraon (Il faraone); 1969: Gra (Un fantastico gioco); 1970: Maddalena, Italia-Jugoslavia; 1977: Smierc prezydenta (La morte del presidente); 1980: Spotkanie na Atlantyku (Incontro sull'Atlantico); 1982: Austeria.

Cast

& Credits

Regia: Jerzy Kawalerowicz.
Sceneggiatura: Jerzy Lutowski, Jerzy Kawalerowicz.
Fotografia: Jan Laskowski.
Scenografia: Ryszard Potocki.
Musica: Andrzej Trzaskowski.
Interpreti e personaggi: Lucyna Winnicka (Marta), Leon Niemczyk (Jerzy), Teresa Szmigielówna (moglie dell'avvocato), Zbigniew Cybulski (Staszek), Helena Dabrowska, Ignacy Machowski, Roland Glowacki, Aleksander Sewruk, Zygmunt Zintel, Tadeusz Gwiazdowski, Witold Skaruch, Michal Gazda, Zygmunt Malawski, Józef Lodynski, Kazimierz Wilamowski, Jerzy Zapiór.
Produzione: "Kadr".
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