Nazione: Kazakhistan
Anno: 1957
Durata: 96'


[...] Lo schema strutturale del film comprende quattro dramatis personae: una moglie disperata, un marito distrutto dal campo di concentramento, l'ex amante della donna e la fedele donna di servizio della famiglia del marito. Il quinto personaggio l'unico del film ad avere un carattere negativo è la Guerra, che mostra i denti in un cadaverico ghigno. Eccetto quest'ultima, nessun membro del quartetto protagonista, la cosidetta gente "per bene", si comporta con slealt`; la tragedia è senza colpa. Ma se il materiale fosse tutto qui, neanche un mago potrebbe ricavarne un dramma. Per questo Kawalerowicz ha affrontato soprattutto quello che a suo dire costituiva un "conflitto latente". La vecchia serva adora il suo infelice padrone ed entra perciò in un conflitto "latente" con la moglie. Il marito malato, che preferirebbe dimenticare il passato, invece non sopporta l'eccessiva premura della donna. Per evocare e rappresentare davanti allo spettatore l'agitazione impotente di quattro personaggi in cerca di un'impossibile via d'uscita, Kawalerowicz ricorre all'introspezione e alla soggettivizzazione. In questo film l'introspezione costituisce il contenuto, la soggettivizzazione, la forma. Al contrario delle piroette formalistiche del Lenartowicz di Zimowy zmierzch (Crepuscolo d'inverno), la scelta del regista nasce organicamente dai presupposti del contenuto.
In Prawdziwy koniec wielkiej wojny, come in genere nella cinematografia contemporanea, non si tratta però di un soggettivismo totale, ma piuttosto del suo rapporto interlocutorio coll'oggettivismo. Da questo presupposto nasce l'inevitabile incrociarsi di vari mezzi espressivi. Il più radicale sembra essere l'introduzione dei quattro flashback narrati in prima persona. Il primo riguarda un ballo di prima della guerra ed è narrato da Róza, la moglie, gli altri tre rappresentano la vita di Juliusz il marito nel lager. Tutti e quattro questi momenti sono legati da un dinamico movimento rotatorio (la realt` vista da un ballerino): le visioni dell'epilettico si distinguono da quella di Róza per un turbinio di cerchi bianchi, che segnala la penetrazione nella sua psiche. [...]

Jerzy Plaeewski, Objektywnie i subiektywnie, "Przeglad Kulturalny" (Varsavia), 24 marzo 1957


Tutti i personaggi si tormentano l'un l'altro in una situazione senza uscita. Essi sono tragici tanto quanto sono innocenti. Perciò non siamo lontani dal melodramma classico. Per evitare un certo schematismo, ho arricchito la storia con tratti introspettivi, soggettivizzando la narrazione. Bisogna sottolineare che nel film il lato introspettivo fa da "soggetto", ma la "forma" di queste immagini decide di questa soggettivizzazione. Per dirla in modo più chiaro: il modo di raccontare il passato è quello di un malato; egli vede tutto in modo diverso dagli altri, la continuit` del tempo è abolita, le immagini sono caotiche, talvolta illogiche. Rimane l'atmosfera delle sue emozioni, la paura, la gioia, qualche brandello di realt`. Alla fine lo spettatore guarda questo mondo con gli occhi del protagonista. D'altra parte mi rendo conto pienamente che tutti questi mezzi sono insufficienti. li film può dirsi riuscito solo parzialmente.

Intervista con Jerzy Kawalerowicz, a cura di Konrad Eberhardt, "Image et Son", n. 170171, febbraiomarzo 1964

Biografia

regista

Jerzy Kawalerowicz

Regista, sceneggiatore. Nato il 19 gennaio 1922 a Gwozdziec. Nel 1946 si diploma al Corso di Preparazione Cinematografica di Cracovia; nel 1948 si laurea all'Accademia di Belle Arti. Dal 1955 al 1968 e poi dal 1972 direttore artistico del gruppo di produzione "Kadr". Dal 1966 al 1978 primo presidente dell'Associazione dei Cineasti Polacchi. Dal 1980 docente alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz. Film: 1951: Gromada (La comune); 1953: Celuloza (Cellulosa); 1954: Pod gwiazda frygijskq (Sotto la stella frigia); 1956: Cien (L'ombra); 1957: Prawdziwy koniec wielkiej wojny (La vera fine della grande guerra); 1959: Pociag (Il treno della notte); 1961: Matka Joanna od Aniolów (Madre Giovanna degli Angeli); 1965: Faraon (Il faraone); 1969: Gra (Un fantastico gioco); 1970: Maddalena, Italia-Jugoslavia; 1977: Smierc prezydenta (La morte del presidente); 1980: Spotkanie na Atlantyku (Incontro sull'Atlantico); 1982: Austeria.

Cast

& Credits

Regia: Jerzy Kawalerowicz.
Soggetto: dal racconto omonimo di Jerzy Zawieyski.
Sceneggiatura: Jerzy Kawalerowicz, Jerzy Zawieyski.
Fotografia: Jerzy Lipman.
Scenografia: Roman Mann, Roman Wolymec.
Musica: Adam Walancinski.
Interpreti e personaggi: Lucyna Winnicka (Róza Zborska), Roland Glowacki (suo marito Juliusz), Janina Sokolowska (la domestica Józia), Andrzej Szalawski (prof. Stegien), Olga Bielska (Irena), Helena Dabrowska, Janina Jablonowska, Edward Glinski, Kazimierz Debowski, Zdzislav Lesniak, Gustaw Lutkiewicz, Maciej Maciejewski, Tadeusz Minc.
Produzione: "Kadr".
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