Nazione: Kazakhistan
Anno: 1967
Durata: 90'


Pawel e Franek sono due adolescenti diciassettenni bocciati alla maturit`. Tutti e due sono fuggiti di casa all'improvviso, senza motivi particolari, approfittando del clima torrido dell'estate. In una spiaggia in riva al mare incontrano un ragazzo più vecchio ed esperto, che propone loro di partecipare a una rapina. I due accettano, attratti dal fascino romantico di un'avventura pericolosa. Per compiere l'impresa si fanno assumere in una fattoria statale. Qui Pawel fa la conoscenza di Teresa e scopre l'amore, allontanandosi dal progetto comune. Da solo Franek non può portare a termine il colpo e fugge, tormentato da un amaro sentimento di disillusione. In seguito i due ragazzi si incontrano nuovamente in riva al mare. Pawel cerca di convincere l'amico dell'assurdit` della fuga davanti alle proprie responsabilit`, L'incontro si trasforma in uno scontro violento, crudele. Durante la lotta un colpo infelice fa precipitare Franek nelle onde che lo sommergono.

dal catalogo della "Film Polski" del 1967


[...] Questo tratto così marcato dei due protagonisti il regista lo rinviene nel loro inebriarsi di gioventù (una gioventù che tocca mettere alla prova fin dal primo impatto con la vita vera, la vita adulta), nella loro smania di fare, in quel desiderio d'azione che è istintivo, biologico, e perciò sfrenato. Per ragioni, motivazioni e criteri verr` il tempo. Per intanto c'è la voglia pazza di realizzare qualcosa di proprio, non imposto né regolato da alcuno. "Volli fare ricorda Kutz un film "caldo" (diverso cioè dal "freddo" Nikt nie wola, Nessuno chiama). Un film sul primo vagito della gioventù, quel grido venato di tragicit` che spesso risulta anche l'ultimo. Prelude all'adattamento, all'assestamento. Volli fare un film sulla gioia di vivere, sulla contentezza di essere se stessi".

Miron Czarnienko, K. Kutz, in "Film na swiecie", n. 7, Varsavia 1987


L'esperienza di Ktokolwiek wie… (Chiunque sappia) era risultata poco confortante da parecchi punti di vista, ma date le mie tendenze maniacali, misi mano ad un altro film di attualit`: Skok. Sentivo il bisogno, infatti, di contrappormi a certe cose che avvenivano allora nel nostro paese. In Polonia l'atmosfera diventava sempre più pesante, la vita sempre più difficile. Ritenni che l'arte, e quindi anche la cinematografia, avessero l'obbligo morale di levare una protesta contro il clima politico imperante. E pensai di poter esprimere tale protesta, in modo indiretto naturalmente, attraverso l'ingenua vicenda di due ragazzi in fuga per non aver superato l'esame di maturit`. Credetti di poter racchiudere in questo schema apparentemente futile dei contenuti più generali, la parabola di uomini che come animali, come uccelli, avvertono il naturale bisogno di fuggire dal luogo ove non li colloca il loro istinto. Chiaramente era un ulteriore pretesto per mostrare la Polonia di oggi, la Polonia provinciale. Ad un certo punto i due ragazzi si ritrovano infatti in un'azienda agricola statale. Era il periodo in cui la nostra campagna cominciava a diversificarsi dalla realt` espressa in tanti luoghi comuni. Alludo a trasformazioni sociali, perché quelle mi attraggono particolarmente. Alla base del film vi è un accostamento che mi è sembrato interessante: la campagna polacca, quella nuova, nata solo dopo la guerra, vista da due ragazzi di citt`, aperti sì, ma presi dalle proprie faccende. Come doveva apparire in quella modesta ottica l'avvenuta trasformazione dei villegiani in agricoltori autonomi? Guai era il nuovo costume popolare, come vi si rifletteva il presente, che rapporto c'era tra tutto questo e i nostri concetti costruiti sull'antico modello? Un film modesto nei suoi presupposti, insomma. Ebbe la sfortuna però di incappare in certe vicende interne al nostro paese e, a dispetto della sua ingenuit`, fu fortemente mutilato. Lo tacciarono di indulgere paurosamente alla rissa e di contenere elementi di aggressivit`. La cosa mi stupì enormemente perché, con tutto il filtraggio compiuto nel film, era ben difficile scorgere questi elementi al suo interno. Skok non si richiamava all'immagine della campagna polacca plasmata dalla tradizione, cioè al cascinale, al primitivo, al letame, ai contadini presi dallo SPATiF e travestiti con dei cappellacci di feltro, con l'idillio disegnato in faccia. Tentava di mostrare invece le "eccedenze" biologiche dei paesani, considerando naturale il loro bisogno di divertirsi o battersi ad una certa et`. Skok fu la mia ultima impresa romantica.

Biografia

regista

Kazimierz Kutz

Regista e sceneggiatore. Nato il 16 febbraio 1929 a Szopienice. Nel 1954 si laurea alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz. Negli anni 1972-78 direttore artistico del gruppo di produzione "Silesia". Negli anni 1979-82 insegnante alla Facoltà di Radio e Televisione dell'Università Slesiana di Katowice. È anche regista di teatro. Assistente alla regia di Pokolenie (Generazione, 1954) e Kanal (I dannati di Varsavia, 1956) di Wajda, di Cien (L'ombra, 1956) di Kawalerowicz e di Zarnach (L'attentato, 1958) di Passendorfer.
Film: 1958: Krzyz walecznych (Medaglia al valore); 1959: Jesienny dzien (Giorno d'autunno) cm.; 1960: Nikt nie wola (Nessuno chiama); 1961: Ludzie z pociagu (La gente del treno); Tarpany (Tarpani); 1963: Milczenie (Il silenzio); 1964: Upal (Afa); 1966: Ktokolwiek wie (Chiunque sappia); 1967: Skok (Scasso), prima proiezione 1969; 1969: Sol ziemi czarnej (Il sale della terra nera); 1971: Perla w koronie (La perla della corona); 1973: Mecz (La partita), doc. tv, prima proiezione 1981; 1974: Linia (La linea); 1975: Znikad donikad (Da nessuna parte e verso nessuna parte); 1979: Paciorki jednego rózanca (I grani di un rosario); 1983: Na strazy swej stac bede (Sarò guardiano di me stesso); 1985: Wkrótce nadejda bracia (Tra poco arrivano i fratelli).

Cast

& Credits

Regia: Kazimierz Kutz.
Sceneggiatura: Edmund Gluchowski, Kazimierz Kutz.
Dialoghi: Stanislaw Dygat.
Fotografia: Krzysztof Winiewicz.
Musica: Adam Slawinski.
Interpreti e personaggi: Marian Opania (Pawef), Daniel Olbrychski (Franek), Malgorzata Braunek (Teresa), Andrzej Gazdeczka (Filip).
Produzione: "Kadr".
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