Nazione: Kazakhistan
Anno: 1971
Durata: 106'


Rifugiatosi durante la guerra in un piccolo castello isolato nel bosco, Michal si ristabilisce dal tifo. Improvvisamente un giorno, mentre passeggia con il padre, un gruppo di cavalieri ucraini irrompe nel castello e massacra la di lui moglie Helena, il figlio Lukasz e la madre. Michal, che ha assistito alla scena, si salva solo grazie al sangue freddo del padre. Trasferitosi in citt` per unirsi alla resistenza, durante un'azione di esito sfortunato, Michal si rifugia nel sottoscala di una casa dove un uomo, vestito come lui e di sembianze simili alle sue, è stato ferito e tratto in arresto dalla Gestapo. Nell'ora successiva, Marta, compagna dello sfortunato, stranamente rassomigliante a Helena, d` alla luce un bambino con l'aiuto di Michal. Così, scampato alla morte per un miracolo, Michal inizia la nuova esistenza concessagli dalla Provvidenza. Per "caso" reincontra Marta, che aveva perso di vista, in un ospizio di suore, lo stesso dove aveva vissuto con Helena e Lukasz.
L'incredibile somiglianza fra le due donne spinge Michal ad accettare un destino incomprensibile. Tutte le sue esperienze precedenti si ripetono con Marta, proprio com'era stato un tempo con Helena. Per provvedere ai bisogni della donna e del piccolo in questi difficili momenti di guerra e carestia decide di riprendere il suo vecchio posto di "cavia" in un istituto impegnato nella ricerca di un vaccino per il tifo per l'esercito tedesco. Michal, ancora impegnato nella resistenza, ottiene da un superiore la promessa di liberare lo "sconosciuto" che ha scambiato il proprio destino con il suo e che al momento è ricoverato in un ospedale militare. Ma ciò non vuol dire forse contrastare l'ordine della Provvidenza?
Marian, il suo migliore amico, tradisce sotto tortura i compagni che stanno per liberare lo "sconosciuto". Ma Michal non sar` tra loro. Trattenuto da una crisi di nervi di Marta, sfugge anche questa volta alla polizia. Deciso a non fermarsi e armato di una pistola, va incontro al proprio destino. In ospedale però lo attender` una sorpresa: nella stanza indicatagli non vi è traccia dello "sconosciuto"... Dietro lo sguardo vacuo di un poveretto disturbato di mente riconosce con sgomento Jan, il primo marito di Helena, rimasto ferito durante una feroce incursione tedesca. Fuggendo ai colpi di arma da fuoco di una sentinella, Michal si imbatte con orrore nel cadavere del suo "doppio". Un proiettile di provenienza misteriosa lo colpisce improvvisamente alla nuca facendolo cadere esanime su quella stessa scala dove era scampato gi` una volta alla morte. Michal attraversa uno spazio le cui dimensioni e il tempo necessario a percorrerlo non appartengono a questo mondo.
Dall'istituto trasformato in luogo di tortura (una visione comparabile solo all'inferno), attraverso porte e corridoi, giunge nel castello in campagna dove HelenaMarta con il viso reso di un tragico pallore dalla morte termina la lettura dell'Apocalisse cominciata all'inizio del film. Compaiono a questo punto i "quattro cavalieri dell'Apocalisse"...

soggetto, pubblicato in "L'AvantScène Cinéma", n. 268, 15 maggio 1981


"Vorresti parlare a Dio da pari a pari. Ma non si può. A Dio si debbono rivolgere solo quesiti sordi e muti". Il riferimento a questo dialogo di Trzecia czesc nocy porta in sé una convinzione precisa.
Il film di Zulawski è impregnato di romanticismo. L'interrogativo di partenza riguarda il senso della vita in un mondo che non è solo caos o "teatro di shakespeariane paure", in cui "come un'attrice la morte reciter` la sua tragedia purpurea ", ma che è soprattutto apocalittico.
Il film si apre e si chiude infatti con una lettura dell'Apocalisse secondo Giovanni, quasi un telaio su cui si innesta la costruzione drammatica del film. Ciò non significa tuttavia che quest'ultimo abbia una struttura "chiusa", anzi, il brano dell'Apocalisse fa scaturire, nel momento stesso in cui il film finisce, una serie di riflessioni sull'orrore della condizione umana in un mondo in cui ogni valore ha perso la sua stessa ragione di esistere e in cui la Mano del boia sembra guidata dalla Provvidenza.
Zulawski ambienta il suo film in un contesto di guerra. Nato nel 1940 in Ucraina, angolo sperduto dell'Europa in cui allo sterminio si aggiunsero i massacri crudeli a opera dei nazionalisti ucraini sulla popolazione polacca, Zulawski si ispira per il suo film a un racconto del padre, soldato di Armia Krajowa (la resistenza polacca), che descrive con una precisione da reportage fatti realmente accaduti. Il racconto, arricchito dalle memorie raccolte in seno alla famiglia, è dunque all'origine delle immagini brutali, violente e crudeli su cui si regge il film. Piegandosi agli imperativi della trasposizione artistica, l'ordine lineare della narrazione si infrange in frammenti che s'insinuano nel film scomponendolo in più piani paralleli e in diversi livelli significanti. L'ordine realista fa da contraltare al costante intervento della Divina Provvidenza. La successione degli avvenimenti che esprime gli orrori e la crudelt` della guerra ha come contrappunto continuo la vita di un microcosmo che introduce la trama delle pulci, immagine del caos macrocosmico secondo una logica assurda che determina la produzione del vaccino contro il tifo.
Alla fine tutto riprende secondo l'ordine naturale, tutto ricomincia nel punto in cui le cose si sarebbero dovute interrompere per la morte dell'eroe che invece, vivo, cerca di sfruttare la seconda opportunit` concessagli da Dio. Sono trascorsi ormai dieci anni dalla prima presentazione del film e Zulawski rimane a nostro avviso un creatore unico nell'olimpo dei cineasti più dotati e, ce lo auguriamo per lui, più noti.
I quesiti sollevati dall'uscita di questo film a proposito della "Terza parte del cinema polacco" non hanno trovato la risposta auspicata dalla critica francese. Un'ondata definita "il cinema dell'inquietudine morale" ha sommerso di recente i gruppi di produzione della Film Polski. L'analisi puntigliosa della sconfitta dell'uomo nel suo contesto sociale, nella sua natura biologica, nella civilt` moderna non ha lasciato il posto a uno slancio artistico e creativo di ampio respiro. Fortunatamente, però, la storia ha accelerato il suo corso in Polonia. Auguriamoci che lo spiraglio aperto da Zulawski dieci anni fa apra il cammino a un movimento libero degno del romanticismo nel XX secolo.

Jerzy Borkowski, Poser ` Dieu des questions sourdes et muettes, "AvantScène Cinéma" cit.

Biografia

regista

Andrzej Zulawski

Andrzej Zulawski è nato in Ucraina nel 1940. Figlio di un noto scrittore, è stato assistente di Andrzej Wajda negli anni '60. Ha svolto anche attività di critico cinematografico e ha scritto tre romanzi. Il suo primo film è La terza parte della notte (1970). Trasferitosi definitivamente in Francia intorno alla metà degli anni '70, realizza L'importante è amare (1974) con Romy Schneider. Tra i suoi film più recenti - tutti caratterizzati da una forte tensione erotica - si segnalano La femme publique (1984), Le mie notti sono più belle dei vostri giorni (1988) e La note bleue (1990).

FILMOGRAFIA

Trzecia czesc nocy (La terza parte della notte, 1970), Diabel (The Devil, 1972), Na srebrnym globie (The Silver Globe, 1973-87), L'Important c'est d'aimer (L'importante è amare, 1974), Possession (id., 1980), La Femme publique (id., 1984), L'Amour braque (Amore balordo, 1985), Mes nuits sont plus belles que vos jours (Le mie notti sono più belle dei vostri giorni, 1988), Boris Godounov (1989), La Note bleue (The Blue Note, 1990), Szamanka (La sciamana, 1996), La Fidélité (2000).

Cast

& Credits

Regia: Andrzej Zulawski.
Sceneggiatura: Miroslaw Zulawski, Andrzej Zulawski.
Fotografia: Witold Sobocinski.
Scenografia: Teresa Barska.
Musica: Andrzej Korzynski.
Montaggio: Halina Prugar, Jadwiga Lesniewicz.
Interpreti e personaggi: Malgorzata Braunek (Helena e Marta), Leszek Teleszynski (Michal), Jerzy Golinski (padre di Michal), Jan Nowicki (Jan, marito di Helena), Michal Grudzinski (Marian), Anna Milewska (Klara, sorella di Michal), Alicja Jachiewicz (cameriera), Hanna Stankówna (Signora Wisniewska), Leszek Dlugosz (cieco), Jolanta Rusek (compagna del cieco), Halina Czengery (madre di Michal), Krzysztof Fus (Olek), Marek Walczewslki (Rosenkrantz), Januszek Miszczak (Lukasz).
Produzione: "Wektor".

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