Nazione: Kazakhistan
Anno: 1967
Durata: 25'


Sono le 6,45 del mattino, di un grigio e livido mattino, di quelli cui a Varsavia ci si abitua, in un frusto appartamento di uno squallido condominio, abitato da un'anziana coppia. Suona la sveglia, inizia pigramente un'altra insignificante giornata. Prendere il latte fuori della porta, accendere la radio, mettere la pentola sul fornello, rispondere alla telefonata del capufficio per ricevere istruzioni su una faccenda da sbrigare in giornata, lavarsi, radersi, vestirsi, uscire con la logora cartella sotto il braccio. Ma qualcosa, proprio quel mattino uguale a tutti, interrompe la meccanica sequenza di banalit` quotidiane. Mentre l'uomo entra in bagno accingendosi a compiere i soliti riti, al di l` dei vetri si svolge una scena eccezionale. Un tipo miseramente vestito, dall'aria disperata, probabilmente braccato, probabilmente un ladro, e dietro di lui altri uomini, probabili inseguitori, probabili poliziotti, si rincorrono per i tetti dell'enorme, anonimo palazzo. Lo sconosciuto continua la sua folle, inutile fuga, senza meta e senza scampo. In fondo è vero come con acuta fantasia suggerisce Silvana Silvestri ("il manifesto" del 10 marzo 1979) che questa "su per i muri di un palazzo di cento piani" è anch'essa "una vera scalata di sesto grado come piacciono a Zanussi. In fondo anche questo è un film di montagna". Nessuno vede niente, il nostro uomo e l'unico testimone di quest'assurda scena, Lascia, incuriosito spettatore, le sue occupazioni ed apre la finestra; c'è uno spettacolo fuori del comune, eccitante e gratuito e non è proibito; non è lui che l'ha voluto, può goderne senza scrupoli. Il gioco si fa ancora più pericoloso quando lo sconosciuto, calatosi giù per una tubatura, di finestra in finestra, mostruosamente sospeso sul vuoto, arriva proprio davanti alla faccia dell'osservatore ed implora con gli occhi il suo aiuto. Ma, come risposta, questi chiude, impassibile, le sue imposte. Preceduto dalla cinepresa che un attimo prima ha impietosamente scrutato giù in basso il fondo del cortile, il fuggitivo precipita in un urlo disperato, lacerante, il primo ed ultimo paradossale segno di vita di tutto il film. La giornata continua: pochi minuti dopo il nostro uomo è in strada, borsa sotto il braccio, che si avvia al lavoro. È appena sfiorato da una barella, portano via un cadavere. Si ferma solo un attimo e poi prosegue. Lo sconosciuto accoglie tutte le definizioni della scrittura cinematografica di Zanussi: è un saggio per immagini e una novella cinematografica, ma soprattutto piace considerarlo un racconto morale che, con esemplare chiarezza di esposizione e una sintassi dell'immagine lucida, sintetica e diretta, enuncia un caso umano, ma senza pretese didascaliche, senza fornire la soluzione.
La normalit` più incolore, la quotidianit` dei gesti più scontati viene improvvisamente turbata dall'intervento di un fattore inaspettato, estraneo. È quell'"impatto psicologico di un essere umano su un altro" di cui parla Peter Cowie (International Film Guide 1976) che all'autore interessa mettere a fuoco. Verificare la reazione di un individuo come tanti altri, spersonalizzato e svuotato di ogni senso morale dalla societ` contemporanea, messo di fronte all'imprevisto, alla richiesta di una decisione immediata che impegni la sua coscienza; all'eventualit` e al potere, e quindi alla responsabilit` di evitare una tragedia o di assistervi indifferente, e perciò, in qualche modo, provocarla. Questa apparizione inattesa e inquietante, che mette in crisi e impone una scelta, che si intromette e costringe a un confronto con la realt`, provoca un sentimento di paura del nuovo e di tutto ciò che è diverso da noi; da essa ci si ritrae respingendola per trovare rifugio in quella "tanto odiata vita quotidiana a cui però ci si abbarbica ferocemente" ("il manifesto", cit.). E certamente se, come nel Provinciale, anche su questo film aleggia il fantasma della morte (lì era naturale, qui accidentale), è vero pure che un'altra presenza sgradevole, un altro incubo fa qui la sua apparizione: la vecchiaia, verso la quale, come giustamente sottolinea S. Silvestri ("il manifesto" cit.), è tangibile "l'orrore del ventottenne Zanussi". E anche il silenzio, ancora come nel film della Scuola, è un segno importante, un elemento carico di significazioni: come in quel caso è incomunicabilit`, e in più è anche indifferenza.

Paolo D'Agostini, Krzysztof Zanussi, La Nuova Italia, Firenze 1980

Biografia

regista

Krzystof Zanussi

(Polonia, 1939) è un regista, produttore e sceneggiatore. Regista di numerosi film pluripremiati e acclamati a livello internazionale (premiati a Cannes, Venezia, Locarno, Mosca, Chicago, Montreal, Berlino, Tokio), come La struttura del cristallo (1968), Illuminazione (1973), Colori mimetici (1976), La costante (1980), L’anno del sole quieto (1984), Ovunque tu sia (1988), At Full Gallop (1996), Persona non grata (2004), Revisited (2009), Corpo estraneo (2014). Ha lavorato inoltre come regista teatrale, mettendo in scena produzioni in tutto il mondo, e ha pubblicato diversi libri. Ha conseguito dottorati in molte rinomate università, tiene conferenze in tutto il mondo ed è professore presso l’Università della Slesia a Katowice, in Polonia. Presidente della Tor Film Production, è stato produttore dei film di Krzysztof Kieślowski, Agnieszka Holland e molti altri.

FILMOGRAFIA

Struktura kryształu (La struttura di cristallo, 1969), Życie rodzinne (Vita di famiglia, 1971), Za ścianą (Dietro la parete, tv, 1971), Iluminacja (Illuminazione, 1973), Lohngelder für Pittsville (Kit e l'omicida, 1974), Barwy ochronne (Colori mimetici, 1976), Spirala (La spirale, 1978), Kontrakt (Contratto, 1980), Constans (La costante, 1980), From a Far Country (Da un paese lontano, 1981), Imperative (Imperativo, 1982), Rok spokojnego słońca (L'anno del sole quieto, 1984), Blaubart (1984), Paradigma (Il potere del male, 1985), Wherever You Are (Ovunque tu sia, 1988), Stan posiadania (Passaporto per l'amore - Inventory, 1989), Zycie za zycie - Maximilan Kolbe (Vita per vita - Massimiliano Kolbe, 1991), Dotknięcie ręki (Il tocco della mano, 1992), Cwal (At Full Gallop, 1995), Danske piger viser alt (ep., Forventninger, 1996), Our God's Brother (Fratello del nostro Dio, 1996), Zycie jako smiertelna choroba przenoszona droga plciowa (La vita come malattia fatale sessualmente trasmessa, 2000), Supplement (Supplemento, 2001), Persona non grata (id., 2005), Il sole nero (2007), Serce na dłoni (Col cuore in mano, 2008), Głosy wewnętrzne (Le voci interiori, 2009), Rewyzita (Rivisited, 2009), Obce ciało (Corpo estraneo, 2014), Eter (2018), Liczba doskonala (Perfect Number, 2022).

Cast

& Credits

Regia: Krzystof Zanussi.
Soggetto e sceneggiatura: Krzystof Zanussi, Edward Zebrowski.
Fotografia: Jerzy Wójcik, Franciszek Kadziolka.
Musica: Adam Walaczynski.
Interpreti e personaggi: Piotr Pawlowski (l'uomo), Justyna Kreczmar (la donna), Andrzej Zavada (il fuggiasco).
Produzione: "Tor".
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