Nazione: Kazakhistan
Anno: 1968
Durata: 105'


"In Polonia l'arte assolve una funzione speciale... porta su di sé un certo carico di tradizione a causa del fatto che, per centinaia di anni, lo Stato non è esistito o è esistito solo nella letteratura, nell'arte, alle quali tutti potevano fare riferimento. L'arte era il riflesso, l'unica reale vita politica del Paese. Ecco perché l'arte polacca non si muove verso le esperienze estetiche, psicologiche o introspettive deil'uomo, ma trova sempre il suo posto nella sfera del sociale... Bisogna trovare il modo di sfuggire a quel numero limitato di tematiche, trovare un legame con quelle esperienze introspettive, ma non può essere una cosa semplice" Andrzej Wajda in un'intervista con Boleslaw Sulik (1967).
"Sono sempre meno interessato nel cinema in se stesso che in quello che il cinema può esprimere. Non penso sia giusto che il cinema si nutra di se stesso. Penso che debba nutrirsi di realt`". (Ibid.). In Wszystko na sprzedaz Wajda ha trionfalmente forgiato quel legame e, come egli stesso aveva profetizzato, il processo era ben lontano dall'essere facile. Il momento catalizzatore sembra essere una quintessenza di Wajda e della stessa Polonia: la morte di un eroe, Zbigniew Cyloulski. Il film che ne scaturisce è contemporaneamente pubblico e privato, un memoriale dell'attore morto, un testamento del regista e, in modo decisivo, un lavoro che manda in frantumi i ceppi artistici ai quali Wajda è stato incatenato durante la sua precedente carriera. Alimentato contemporaneamente di realt` e di cinema, Wszystko na sprzedaz è la meditazione di Wajda su un tema - quello dell'illusione e della realt` di cui si sono preoccupati non solo alcuni tra i più vitali artisti del cinema (Renoir, Godard, Antonioni) ma anche figure chiave nelle altre arti (Joyce, Pirandello, Magritte). In un soffio, Wajda, da artista di estremo interesse, il cui lavoro era pienamente comprensibile solo in un contesto polacco, è maturato in un artista internazionale che, tra le altre cose, è nato in Polonia. […]
Ci sono alcuni fattori che devono essere conosciuti prima di manifestare qualsiasi giudizio critico su quest'opera. Il "film nel film" ha lo stesso titolo, gli attori protagonisti usano i loro nomi reali, il regista del "film nel film" è impersonato da Andrzej Lapicki che viene quindi abitualmente chiamato Andrzej e che presenta una certa rassomiglianza fisica con Wajda. Beata (Tyszkiewicz), la moglie di Andrzej nel film, è in realt` la signora Wajda e, forse, in passato, ha avuto una relazione con Cybulski. Nello stesso modo Elzbieta (Czyzewska), l'amante/moglie di Cybulski nel film, può avere avuto una relazione con il vero Cybulski.
Inoltre, molti dei personaggi hanno occasione di esprimere sentimenti condivisi nella realt`: per esempio, è ampiamente risaputo che l'attacco di Bogumil Kobiela alla realizzazione del "film nel film" coincide con il suo punto di vista su quella di Wszystko na sprzedaz. Chiaramente questi fattori indicano il livello primario in cui illusione cinematografica e realt` si compenetrano e fanno capire come l'approfondimento del problema stia nella struttura stessa del film. Il tema centrale, infatti, si esprime nella nostra periodica e temporanea incapacit` di riconoscere il film dal "film nel film". Questo colpisce maggiormente in apertura: una figura in giaccone di pecora e occhiali neri, sbucata dall'oscurit`, corre in una stazione ferroviaria; il suo treno si è gi` mosso e sta acquistando velocit`; lui lo insegue correndo sulla piattaforma. È un'esperienza estremamente dolorosa per il pubblico, perché si sa benissimo cosa succeder` poi e il tempo dell'azione, spinto molto oltre le esigenze del realismo (che, come tutti sanno, non rappresenta l'obiettivo di Wajda), ci porta ai culmini dell'orrore. La figura salta, cade tra i vagoni e il treno si ferma con uno stridore di freni. Poi la figura (è Andrzej, il regista, che sostituisce l'attore che non si è fatto vivo) si la piattaforma e chiede all'operatore: "Com'era?".
Quando Ela va a trovare Beata e tenta il suicidio il pubblico è disorientato. Nonostante il ciak appaia in primo piano all'inizio della scena, è solo quando il sangue dei suoi polsi passa attraverso l'asciugamano, al grido di "cut", che si realizza di stare assistendo al "film nel film". Molte parti di Wszystko na sprzedaz sono composte nell'intento di offuscare la differenza tra pubblico e attori. Il carrello laterale, ormai quasi una firma stilistica di Wajda (specialmente in I dannati di Varsavia, Cenere e diamanti e Lotna) cede al carrello in asse con la macchina o le battute soli dentro l'inquadratura en proprio direttamente, rivolti verso la macchina da presa. Così la dicotomia molto generale illusione/realt` è introdotta nella mise en scène e riappare in forme diverse durante tutto il film, anche nell'incidente relativamente minore in cui si vedono Andrzej e Beata passare con la macchina sopra un corpo che si riveler` un fantoccio messo lì dalla polizia per provare le reazioni dei guidatori.
[…] A un certo punto Ela va ad una festa, si veste molto bene e, durante una conversazione molto commovente, confida ad Andrzej la sua solitudine e la sua alienazione. Immediatamente l'assistente alla regia di Andrzej, matita e quaderno alla mano, sbuca dalla credenza dove si nascondeva, felice perché ha preso nota di tutto e ne far` un grande dialogo per il film. L'implicazione astratta del tema, la polarit` di arte e vita, è realizzata nella complessa scena durante la quale la macchina di Andrzej si rompe improvvisamente facendo sì che egli si tagli la testa contro lo specchietto retrovisore. Mentre Ela va ad inumidire un fazzoletto per pulire il sangue, Andrzej tira fuori una macchina fotografica e fotografa la ferita. Come molte delle immagini chiave del film, questo momento concentra tematiche diverse. Riaffermando la dicotomia tra arte e vita, ci ricorda anche che questo è un film su Andrzej Wajda, ed una confessione estremamente franca sulle tensioni interne alla sua sensibilit` artistica e persino alla sua psiche. […] Questa franchezza appare anche nei segni di logoramento del matrimonio di Andrzej e nel suo distacco dalla cricca snob del cinema di Varsavia, che Ela manda in orbita su di una giostra. ~ noto che Wajcla se ne sta in disparte da questo gruppo. La consegna che Andrzej fa del ruolo di regista al suo assistente è onesta e spiritosa. È contemporaneamente un'ammissione di come Wajda lasci parte della regia dei suoi film alla troupe e agli attori e uno sberleffo a chi sparge queste chiacchiere. In ogni modo, ad un altro livello, la scena ci ricorda che Wszystko na sprzedaz è un testamento artistico. Ci dice che il regista sta cercando di staccarsi dagli eroi tormentati impersonati da Tadeusz Janczar (Pokolenie Generazione, e I dannati di Varsavia), Zbigniew Cybulski (Cenere e diamanti) e Daniel Olbrychski (Popioli Ceneri). Nello stesso tempo Wajda raggiunge le epifanie di Wszystko na sprzedaz svelandosi attraverso la sua immagine più personale e significativa, i cavalli. La morte di Cybulski è annunciata da una radio a transistor nella macchina di Ela e Beata. Il clacson della macchina suona, il sole brucia luminoso sul grande schermo e un'ondata di cavalli al galoppo passa oltre. Nello stesso modo, durante le riprese della morte dell'attore nel "film nel film", i cavalli passano ancora, questa volta accompagnati da Daniel, con le braccia tese per la gioia di quell'esperienza. Questa è la scena che conclude il film e il "film nel film". Ma quando l'assistente alla regia segue Daniel con la macchina da presa, ci viene detto che Wajcla non può risolvere la dicotomia tra vita e arte e che, persino la sua epifania, il suo momento più realizzato è, come ogni altra cosa, in vendita.
Ma cosa dire del film inteso come memoriale di Cybulski? Come Giulio Cesare nella seconda met` della tragedia shakespeariana o Rebecca, nel film di Hitchcock, Cybulski, sebbene non appaia, domina completamente la vita dei personaggi.
L'immaturit` di Cybulski è ricordata quando Ela, pensando che egli sia nel bagno del suo appartamento, grida "Quando smetterai di comportarti come un ragazzino? Hai quarant'anni", e quando egli offre un mazzo di fiori (i suoi soliti idealismo e galanteria) ad una ragazza facile da impressionare che sogna di diventare un'attrice. Cybulski, in Cenere e diamanti, aveva catturato l'immaginazione di tutta una generazione di giovani polacchi, molti dei quali adottarono i suoi occhiali scuri, il suo zaino e quella sua aria di inquieta fugacit`. Egli sembra anche avere un carisma particolare nei confronti di colleghi e amici.
Bogumil Kobiela, molto vicino a Cybulski nel teatro satirico studentesco BimBom, fa un discorso alla festa e uno spettatore osserva: "Una volta l'ho intervistato per la stampa straniera. Lo sta citando parola per parola". li taxista che lo accompagna da Varsavia alla cittadina di provincia lo aspetta tutta la notte e poi mette orgogliosamente in mostra il distintivo che riceve al posto del pagamento. Si è detto che Daniel Olbrychski abbia avuto un analogo effetto sulla gioventù polacca degli anni Sessanta. Ad un certo punto, Wajda gli fa assumere le vesti di Cybulski in modo letterale. Olbrychski si reca in un locale notturno, dove però gli è vietato l'ingresso perché non indossa una giacca. Uno dei portieri gliene presta una dimenticata qualche tempo prima da Cybulski e, al bar, Daniel Olbrychski e l'aiuto regista ripetono la scena di Cenere e diamanti durante la quale Maciek (Cybulski) e Andrzej (Adam Pawlikowski) accendono i bicchieri di vodka e ricordano i camerati scomparsi. Un Pawlikowski, serio e ormai di mezza et`, guarda il bar con superiorit` e li osserva impassibile. Come attore, Olbrychski appartiene alla tradizione di Cybulski, teso energico e impulsivo, anche se notevolmente meno di maniera. Beata gli fa notare che, sebbene egli tenti disperatamente di essere diverso, lui e Cybulski sono molto simili.
Gli oggetti personali di Cybulski sono ormai diventati reliquie ed è Olbrychski che recupera la tazza tedesca dai binari, presumibilmente con l'intenzione di conservarla, quasi come per diritto.
La leggenda, le reliquie e la devozione hanno sfumature mitiche e il mito stesso dell'attore sembra crescere quando Daniel, Beata ed Ela cercano un suo antico compagno per verificare quale fosse stato il suo impegno durante la Resistenza. Ma Wajda non ci permette di osservare acriticamente questo mito, come si può ben dedurre da quella che è forse la scena più intensa di tutto il film. Dopo che la morte di Cybulski è stata resa nota, vediamo i protagonisti, vestiti di nero, camminare con gli occhi rivolti verso il basso.
Pensiamo al corteo funebre, fino a quando non vediamo che sono in uno studio cinematografico e seguono una carriola piena di scatole di pellicola, il film del funerale di Cybulski. Wszystko na sprzedaz esemplifica l'eterno mistero della creazione artistica. Da una devastante tragedia personale, Wajda ha creato un capolavoro. Bisogna piangere con l'uomo e gioire con l'artista.

Colin McArthur, Andrzej Wajda: Polish Cinema, BFI, Londra 1970

Biografia

regista

Andrzej Wajda

Regista e sceneggiatore. Nato il 6 marzo 1926 a Suwalki. Studente dell'Accademia di Belle Arti a Cracovia. Nel 1953 si laurea alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz. Negli anni 1972-83 direttore artistico del gruppo "X". Negli anni 1978-82 presidente dell'Associazione dei Cineasti Polacchi. Nel 1981 ottiene la laurea Honoris Causa dall'Università di Washington. È anche regista di teatro.

FILMOGRAFIA

Film: 1951: Ceramika ilzecka (La ceramika di Ilz), cm. doc.; 1954: Pokolenie (Generazione); 1956: Kanal (I dannati di Varsavia); Ide do slonca (Vado verso il sole), cm. doc.; 1958: Popiól i diament (Cenere e diamanti); 1959: Lotna; 1960: Niewinni czarodzieje (Ingenui perversi); 1961: Samson (Sansone); Sibirska ledi Magbet (Lady Macbeth Sibiriana), Jugoslavia; 1962: Warszawa (Varsavia), ep. di L'amour à vingt ans (L'amore a vent'anni); 1965: Popioly (Ceneri); 1967: Vrata raja - The Gates to Paradise, Jugoslavia - GB; 1968: Przekladaniec (Garbuglio), mm. tv; Wszystko na sprzedaz (Tutto in vendita), 1969: Polowanie na muchy (Caccia alle mosche); 1970: Brzezina (Il bosco di betulle), tv; Krajobraz po bitwie (Paesaggio dopo la battaglia); 1971: Pilatus und andere (Pilato e gli altri), tv, RFT; 1972: Wesele (Le nozze); 1974: Ziemia obiecana (La terra promessa); 1976: The Shadow Line / Smuga cienia (La linea d'ombra), Polonia-GB; Czlowiek z marmuru (L'uomo di marmo); 1977: Umarla klasa (La classe morta), mm. doc. tv; 1978: Bez znieczulenia (Senza anestesia); Zaproszenie do wnetrza (Invito a entrare) mm. doc.; 1979: Panny z Wilka (Le signorine di Wilko); Dyrygent (Il direttore d'orchestra); Pogoda domu niechaj bedzie z Toba.. . (Che la pace della casa sia con voi...), mm. doc. tv; 1980: Z biegiem lat, z biegiem dni (Nel corso degli anni, nel corso dei giorni), serie tv, co-regia Edward Klosinski; 1981: Czlowiek z zelaza (L'uomo di ferro); 1982: Danton (id.), Francia-Polonia; 1983: Eine Liebe in Deutschland / Un amour en Allemagne (Un amore in Germania), RFT-Francia; 1986: Kronica wypadków milosnych (Cronaca di avvenimenti amorosi); 1988: Les possédés (I demoni), Francia.

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Andrzej Wajda.
Fotografia: Witold Sobocinski.
Musica: Andrzej Korzynski.
Montaggio: Halina Prugar.
Suono: Wieslawa Dembinska.
Interpreti e personaggi: Beata Tyszkiewicz (Beata), Elzbieta Czyzewska (Elzbieta), Andrzej Lapicki (il regista), Daniel Olbrychski (Daniel), Witold Holtz (aiutoregista), Elzbieta Kepinska (attrice), Bogumil Kobiela (Bobek), Malgorzata Potocka, Franciszek Starowieyski, Tadeusz Kalinowski, Wieslaw Dymny, Wojciech Solarz, Józef Fuks, Irena Laskowska, Andrzej Kostenko.
Produzione: "Kamera".
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