Nazione: Kazakhistan
Anno: 1959
Durata: 114'


Andrzej Munk è morto nel 1961 in un incidente automobilistico lasciando incompiuto il suo ultimo film, Pazazerka (La passeggera), sui campi di concentramento. Con lui non è scomparso soltanto uno degli ingegni più vivi ma una personalit` artistica unica nel cinema polacco. Non mancano nella produzione cinematografica polacca le incursioni nel difficile territorio della commedia sia di carattere sia di costume ma finora i risultati non sono stati felici [...].
Pur non avendo avuto tempo per dare la piena misura delle sue possibilit`, Munk era l'unico ingegno satirico del cinema polacco, l'artista che si serve dell'arma dell'ironia, intesa come strumento di conoscenza razionale, come controllo critico di se stessi. Zezowate szczescie, presentato al festival di Cannes, è un pamphlet satiricopolitico sul tema dell'opportunismo che, in qualit` di stranieri, non abbiamo potuto apprezzare e capire completamente tanto ricco appare di allusioni e riferimenti, di simboli e strizzatine d'occhio. Protagonista del film, sorta di cavalcata attraverso trent'anni di storia polacca, è un personaggio esemplare di opportunista piccoloborghese (interpretato dall'ottimo Bogumil Kobiela, il segretario arrivista di Cenere e diamanti) che il regista accompagna attraverso diverse disavventure con un ritmo e una stilizzazione spazialetemporale che ricordano un certo Clair prebellico, il Clair misconosciuto di Le dernier milliardaire.
Non tutto è risolto nel film, non tutti i conti tornano: rilevante è la parte dello scarto, sia dove il lazzo e lo spunto farsesco rimangono fine a se stessi, sia dove le intenzioni satiriche non trovano un'adeguata espressione visiva, sono rimaste nel limbo della parola. Il risultato complessivo è, però, di una forza indiscutibile: c'è, sotto alle apparenze comiche, un'amarezza profonda che ricorda Gogol; si sente che la farsa è per l'autore uno strumento di conoscenza e di riflessione sull'uomo e sulla societ`. Munk aveva scelto, come narratore cinematografico, la strada più difficile: il rifiuto del genere, la deliberata volont` di mescolare il dramma e la commedia.

Morando Morandini, La guerra è finita ieri, in Film 1963, Feltrinelli, Milano, 1963


Ancora una volta è il dramma di un uomo ansioso di conformarsi ai modelli della vita nazionale e continuamente frustrato in questo sforzo a causa della sua entusiasticamente cieca accettazione delle idee, dei gusti e delle mode di ogni epoca. Le risibili disavventure che capitano a Piszczyck sono così la conseguenza di due paradossali fattori: la forza fatale e antagonista della storia e l'istinto conformistico del protagonista. Gli autori del film vorrebbero mostrare che il suo accanito conformismo è una delle ragioni principali degli scacchi di Piszczyck. Ma noi tutti sappiamo troppo bene che nella maggior parte delle societ` moderne il conformismo ha i suoi vantaggi e che cioè sono i conformisti, non i ribelli coraggiosi, che hanno le maggiori probabilit` di fare carriera nella vita.
Il film ha posto a se stesso un problema di costruzione. Ripetutamente, in una serie di differenti contesti storici, il suo protagonista è messo a confronto con la medesima situazione; e Munk, accettando ciò, ha cercato di variare la sua presentazione trattando ogni episodio in stile diverso dalla parodia del film muto dell'inizio alla farsa, poi alla commedia realistica e così via. Inevitabilmente il risultato ha qualcosa del pasticcio. Ma, qualunque cosa si pensi dei suoi esiti, non si può trascurare il peculiare significato del film: quattro anni fa il dilemma del suo protagonista sarebbe stato trattato con rigida seriet` mentre oggi è diventato il soggetto di quel che si potrebbe definire un trattamento alla Offenbach. Anche le forze fatali della storia possono ora essere leggermente derise. C'è un passaggio notevolmente rapido; e fa riflettere sui motivi per i quali un così potente impulso abbia perso apparentemente tanta della sua forza.

Boleslaw Michalek, The Polish Drama, "Sight and Sound", autunnno 1960

Biografia

regista

Andrzej Munk

Regista, sceneggiatore e operatore. Cracovia 16 settembre 1921, Lowicz 20 settembre 1961. Studia architettura e legge all'Università di Varsavia. Nel 1950 si laurea alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz, Dal 1950 al 1955 lavora come operatore alla Casa di Produzione dei Documentari (WFD), prima per cinegiornali poi per documentari. Dal 1957 al 1961 è insegnante alla Scuola di Cinema di Lódz. Muore in un incidente d'auto.
Film: 1949: Sktuka mlodych (L'arte dei giovani) cm. doc.; 1950: Zaczelo sie w Hiszpanii (È cominciato in Spagna), mm. doc.; 1951: Nauka blizej zycia (La scienza più vicina alla vita), cm. doc.; Kierunek Nowa Huta (Direzione Nowa Huta), cm. doc.; 1952: Poemat symfoniczny "Bajka" Stanislawa Moniuszki. Koncert w klubie fabrycznym Zakladow "Ursus" (Poema sinfonico "La fiaba" di Stanislaw Moniuszko. Concerto nel club di fabbrica degli stabilimenti "Ursus"), cm. doc.; Pamietniki chlopów (Diari di contadini), cm. doc.; 1953: Kolejarskie slowo (Parola di ferroviere), cm. doc.; 1954 Gwiazdy musza plonac (Le stelle devono ardere), mm. doc., co-regia W. Lesiewicz; 1955: Niedzielny poranek (Una domenica mattina), cm. doc.; Blekitny krzyz (La croce azzurra), mm.; 1956: Czlowiek na torze (Un uomo sui binari); 1957: Eroica. Symfonia bohaterska w dwóch czesciach (Eroica. Sinfonia eroica in due parti): I. "Scherzo alla Polacca", II. "Ostinato lugubre" (l'episodio "Con bravura", concepito come prima parte del film, non fu inserito nell'opera e fu mostrato per la prima volta in televisione nel 1973); 1958: Spacerek staromiejski (Passeggiata nella città vecchia), cm. doc.; 1959: Zezowate szczescie (La fortuna strabica); Polska kronika filmowa nr 52 A-B (Cinegiornale n. 52 A-B), cm. doc.; 1961: Pasazerka (La passeggera), interrotto a causa della morte del regista, montato sotto la direzione di W. Lesiewicz, distribuito nel 1963.

Cast

& Credits

Regia: Andrzej Munk.
Sceneggiatura: Jerzy Stefan Stawinski, dal suo romanzo "Szesc wcielen Jana Piszczyka".
Fotografia: Jerzy Lipman, Krzysztof Winiewicz.
Scenografia: Jan Grandys, Boleslaw Kamykowski.
Costumi: Lidia Grys.
Musica: Jan Krenz.
Montaggio: Jadwiga Zajicek.
Interpreti e personaggi: Bogumil Kobiela (Jan Piszczyk), Maria Ciesielska (Basia), Helena Dabrowska (Wychowna), Barbara Kwiatkowska (Jola), Krystyna Karkowska (madre di Jola), Barbara Polomska (Zosia, moglie di Jelonek), Irena Stalonczyk (Kropaczynska), Tadeusz Bartosik (Wasik), Henryk Bak (direttore), Aleksander Dzwonkowski (padre di Traczyk), Wojciech Litynscki (Piszczyk giovane), Kazimierz Opalinski (direttore del carcere), Jerzy Pichelski (maggiore), Adam Pawlikowski (sottotenente), Wojciech Siemion (direttore del personale), Edward Dziewonski (Jelonek), Tadeusz Janczar (Sawicki), Stanislaw Jaworski, Andrzey Krasicki, Jan Stanislawski, Tadeusz Baczkowski, Andrzej Munk (un burocrate).
Produzione: "Kamera".
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