Nazione: Kazakhistan
Anno: 1956
Durata: 93'


In Zimowy zmierzch volevo restituire all'immagine il suo posto originario, quello cioè che possedeva nel cinema muto, prima che la servile parola, spiegando tutto nel dialogo, le togliesse l'eloquenza. Ho potuto fare questo tentativo avendo in mano una sceneggiatura con azioni semplici e lente, che avvenivano più che altro sul piano psicologico. Di conseguenza l'immagine è diventata elemento dominante... È forse un male? E poiché è forte, espressiva, dinamica, le hanno appiccicato l'etichetta di espressionismo. Riguardo al mio film è stato altresì evocato il fantasma del surrealismo, ne sono state denunciate le "stranezze" [...]. Si è parlato del "casus Lenartowicz". Sono spiacente, ma nessuna delle "stranezze" di Zimowy zmierzch è di mia invenzione, tutte hanno il loro normale e realistico equivalente nella vita stessa. Con la differenza che l'uomo, a seconda del suo stato d'animo, dell'esperienza concreta, può vedere gli oggetti in diverse dimensioni. Per anni non sentiamo il tictac dell'orologio nella stanza. La nostra memoria e la nostra attenzione hanno la capacit` di estraniarsi. Ma può capitare, indipendentemente dalla nostra volont`, che questo tictac diventi un incubo. È quanto accade in Zimowy zmierzch. La maschera della morte, gli angeli in volo, non sono elementi espressionisti, ma oggetti che si possono nominare e descrivere. [...]Zimowy zmierzch è il tentativo di scoprire le radici dell'uomo nell'ambiente in cui vive, il tentativo di mostrare i legami organici dell'uomo con il mondo che lo circonda, e questi legami non sono soltanto con la vita odierna, ma anche con la nostra tradizione e la nostra cultura.

Intervista con Stanislaw Lenartowicz, in Stanislaw Janicki, Polscy twórcy filmowi o sobie, WAiF, Varsavia 1962


In modo provocatorio, con una violenza quasi comica, Zimowy zmierzch ha distrutto l'ideale del cinema prebellico. La gerarchia dei valori viene ribaltata. Nel cinema tradizionale il posto d'onore spettava all'attore Lenartowicz lo riduce a una marionetta che comunica a monosillabi. il film tradizionale è costruito in funzione dell'aneddoto, segue fedelmente le regole della narrazione classica ispirata al romanzo borghese per Lenartowicz questi sacri valori non hanno alcun significato e la trama di Zimowy zmierzch, debole e banale, viene raccontata in modo caotico. Il décor, lo sfondo, che nel cinema tradizionale non ha un ruolo particolare, qui assume una funzione decisiva. Lenartowicz parte dal presupposto che il cinema sia l'unica arte capace di afferrare nello stesso tempo la materialit` e la poeticit` del mondo. [...] Certamente i critici avevano ragione dicendo che questo film va preso come un esercizio di stile. Sì, ma stile in senso lato: il tentativo di impegnare nel film tutta la realt` visiva, di rivelare la sua poesia latente. Questo tentativo si avvicina all'idea di cinema "metaletterario" dichiarata dallo scrittore francese Antonin Artaud nel manifesto "Il film e la realt`".

Konrad Eberhardt, in Stanislaw Janicki, Polscy twórcy filmowi o sobie, WAiF, Varsavia 1962

Biografia

regista

Stanislaw Lenartowicz

Regista, sceneggiatore. Nato il 7 febbraio 1921 a Dianów. Studia filologia polacca all'Università di Wroclaw. Nel 1953 si laurea alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz, Dal 1952 al 1955 lavora alla Casa di Produzione dei Film Didattici (WFO).
Film: 1955: Trzy starty (Tre partenze), terzo episodio: Nowela kolarska (Racconto ciclistico); 1956: Zimowy zmierzch (Crepuscolo d'inverno); 1957: Spotkania (Gli incontri); 1958: Pigulki dla Aurelii (Le pillole per Aurelia); 1959: Przepustka (Il permesso), cm.; Zobaczymy sie w niedziele (Ci vediamo domenica); 1961: Nafta (Petrolio); 1963: Pamietnik pani Hanki (Il diario della signora Hanka); 1964: Giuseppe w Warszawie (Giuseppe a Varsavia); 1967: Cala naprzód (Avanti tutta); Poczmistrz (Il postino), tv; Zabijaka (L'attaccabrighe), tv; Fatalista (Il fatalista), tv; Upiór (Il fantasma), tv; 1969: Czerwone i zlote (Rosso e oro); 1971: Martwa fala (L'onda morta); Aktorka (L'attrice), tv; Nos (Il naso), tv; 1973: Opetanie (Ossessione); 1974: To ja zabilem (Sono io che ho ucciso); 1975: Zelazna obroza (Il collare di ferro): 1976: Za rok, za dkien, za chwile... (Tra un anno, tra un giorno, tra un attimo...); 1979: Strachy (Terrori), serie tv; 1984: Szkoda twoich lez (Lacrime sprecate), versione cinematografica del precedente.

Cast

& Credits

Regia: Stanislaw Lenartowicz.
Sceneggiatura: Tadeusz Konwicki.
Fotografia: Mieczyslaw Jahoda.
Musica: Adam Walacinski.
Scenografia: Jan Grandys.
Interpreti e personaggi: Wlodzimierz Ziembinski (Rumsza), Maria Kierzkowa (Rumszowa), Zygmunt Zintel (Krywka), Ligia Borowczyk (Celinka), Bogusz Bilewski (Józek), Maria Cieselska (Zosia), Zbigniew Stokowski (Olek), Marian Nowak (Jackowski), Janina Niczewska (Natasza), Tamara Pasfawska (Lola), Maria Kaniewska, Kazimierz Fabisiak, Mieczystaw Kalenik, Jarema Stepowski, Józef Pieracki, Jaroslaw Kuszewski.
Produzione: "Rytm".
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