Nazione: Kazakhistan
Anno: 1967
Durata: 80'


Witold Leszczynski debutta a cavallo degli anni 196768 con Zywot Mateusza. Questo film può più o meno piacere. Per quanto mi riguarda sono un suo sostenitore, poiché nel contesto dei film girati in questo periodo, vi risuona qui un tono straordinariamente personale, vi è esaltata una sensibilit` che è nel contempo figurativa e letteraria, ma vi è anche una certa ingenuit`. Persino il sentimentalismo del racconto si rivela come un valore autentico, come espressione della personalit` dell'autore, e non come un risultato della speculazione estetica. Parlando di questo film, bisogna sottolineare due circostanze. La prima è che Leszczyhski ha raccolto attorno a questo film alcuni giovani cineasti in attesa di debutto, tra cui Wojciech Solarz e Andrzej Kostenko. Il film può costituire, per determinati aspetti, uno "studio" dei giovani. La seconda circostanza si deve al fatto che Zywot Mateusza è nato in condizioni di produzione difficili. Il progetto, rifiutato dai gruppi di produzione è giunto alla Scuola Cinematografica di Lódz che ne ha iniziato la realizzazione con i propri modesti mezzi. Soltanto quando il film era gi` in lavorazione, uno dei gruppi si decise per la coproduzione. Lo ricordo perché negli anni 196667 questo tipo di debutto personale e d'autore, stava divenendo ogni volta più difficile.

Boleslaw Michalek, Situazione del giovane cinema polacco, "Filmcritica", n. 198, maggio 1969


Un film meraviglioso, ed anche, oserei dire, preda del meraviglioso. Vita e morte di un povero di spirito, raccontate con immagini superbe (firmate dal grande operatore Andrzej Kostenko), cesellate dall'arte di un miniaturista giapponese. Il regista si è ispirato per il suo primo film a un romanzo norvegese, ma ne ha realizzato senza difficolt` la trasposizione nel contesto polacco: i bei paesaggi dei Laghi Masuri hanno qualcosa di selvaggiamente e serenamente nordico e questa storia è universale. L'uomo abita con la sorella in una casa solitaria: vive felice, con l'innocenza di un bambino a contatto con la natura, gli alberi, gli uccelli. Un giorno arriva un forestiero, un taglialegna, che va ad abitare da loro: naturalmente la ragazza si innamora di lui. Quando capisce che la sorella sta per partirsene con l'innamorato, l'Idiota si suicida.
Il film si divide in una serie di capitoli: La Casa, il Villaggio, l'Uccello, L'Isola, L'Albero, Il Lago, La Pietra. Il ritmo è lento, lo sguardo contemplativo; le musiche di Corelli ne accrescono la raffinatezza e l'eleganza. L'uomo vive in consonanza con la natura: essa gli parla; egli interpreta il volo degli uccelli, sente l'arrivo del temporale, vede un presagio della sua disgrazia in un albero colpito dal fulmine; non si stupisce del fatto che i suoi sogni improvvisamente prendano realt`; quando decide di mettersi a fare il traghettatore ed aspetta un eventuale cliente sul bordo di una riva del tutto deserta, non si stupisce (e noi con lui) di veder sbucare dal bosco uno sconosciuto che gli chiede di esser trasportato dall'altra parte del lago.
Tutto è possibile in questo universo onirico: e noi veniamo rapiti dalla magia del film. Citando Dreyer, il regista ha detto che non voleva fare l'immagine di una storia, ma la storia di un'immagine e che per lui era determinante il fattore plastico. Naturalmente è possibile cercare in questa bella storia delle interpretazioni simboliche. Gli aerei a reazione che passano in alto nel cielo sono come una minaccia incombente, l'eco di un mondo minacciato. Dunque bisogna cercare la felicit` nella natura incontaminata, nella purezza della vita semplice, nei vagheggiamenti del mondo interiore? Le dichiarazioni dell'autore non contraddicono questa interpretazione: Zywot Mateusza è la parabola di un filosofo e di un calligrafo, una fuga al di l` del reale e del realismo.

Marcel Martin, Les jours de Mathieu, "Cinéma", n. 127, giugno 1968

Biografia

regista

Witold Leszczynski

Regista, sceneggiatore, operatore. Nato il 16 agosto 1933 a Lódz. Nel 1955 si laurea al Politecnico di Varsavia. Lavora alla Casa di Produzione dei film a soggetto (WFF) a Lódz. Nel 1959 si laurea come operatore e nel 1962 come regista alla Scuola Superiore di Cinema di Lódz.
Film: 1959: Portret mezcyzny z medalionem (Ritratto di uomo con la medaglia) cm., Zabawa (Il gioco), cm; 1967: Zywot Mateusza (La vita di Matteo); 1969: Qu'est-ce qui fait courir Jacky? , doc. Belgio, co-regia P. Riguier; 1970: In the Room Women Came and Go Talking of Michelangelo, Svezia; 1972: Rewizja osobista (Ispezione personale); 1974: Liwet pa svenska (Vita alla svedese), doc., Svezia; 1977: Rekolekcie (Esercizi spirituali); 1978: Przernyslowy Instytut Elektroniki - 78 (Istituto Industriale Elettronico - 78), doc.; 1981: Konopielka (id); Siekierezada (Echi di ascia).

Cast

& Credits

Regia: Witold Leszczynski.
Soggetto: dal romanzo "Fuglane" (Gli uccelli) di Tarjei Vesaas.
Sceneggiatura: Witold Leszczynski, Wojciech Solarz.
Fotografia: Andrzej Kostenko.
Musica: Arcangelo Corelli, "Concerto Grosso" Op. 6, n. 8.
Interpreti e personaggi: Franciszek Pieczka (Matis), Anna Milewska (Olga), Wirgiliusz Gryn (Jan), Aleksander Fogiel (agricoltore), Hanna Skarzanka (sua moglie).
Produzione: Scuola di Lódz e gruppo di produzione "Start".
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