Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 109'


Eccovi intanto i protagonisti della storia: c'è Agostina, una bella figliola bruna, di buona indole e dal cuore d'oro; c'è Australia (strano nome per una ragazza, ma è un nome di battaglia), bionda, impulsiva, energica; c'è il maresciallo dei carabinieri, un tipo cui piace vivere in pace; c'è Marco, un giovanottone solido e ben piantato; e poi ci sono il Sindaco, piuttosto combattivo, il macellaio con sua moglie, il farmacista magro come un chiodo e acido come un limone, un possidente che tiene stretti i suoi beni, un sacrestano, la serva del prete, e tante bambine dagli occhi azzurri, grigi, marroni, neri, bambine innocenti e graziose come tutte le bambine di quella et`. Poi c'è il prete, don Andrea, un prete non comune, che ha un modo tutto suo di condurre gli agnelli del Signore sulla via diritta. E infine c'è tutto il paese, il paese della piccola isola, il paese pieno il sole e di odore di salsedine, dove la gente è cordiale e ospitale, dove tutte le cose che accadono non hanno malizia, non hanno cattiveria.
Nel piccolo porto di questo paese approda, un giorno, un bianco piroscafo, dal quale scendono Agostina e la sua amica Australia. La prima delle due ragazze, che ha avuto una vita piuttosto avventurosa, torna al paese per godersi il danaro risparmiato in quattro anni. Questo danaro Agostina lo ha via via spedito al parroco del suo paese. Per un equivoco il nuovo parroco, don Andrea, crede che il danaro inviato da Agostina sia destinato a opere benefiche e, con zelo ed entusiasmo, fonda un orfanotrofio nel quale raccoglie un gruppo di trovatelle. Grande è la sorpresa di Agostina quando è accolta come una ricca benefattrice, e grande il suo dispetto quando si rende conto che il suo danaro è sfumato. E tuttavia il paese intero la crede una dama benefica e straricca, alla quale ciascuno può rivolgersi per essere aiutato. Come potr` fare Agostina per riuscire a rientrare in possesso del suo danaro? A questo punto la vicenda assume un tono paradossale e umoristico, e si snoda attraverso un crescendo di trovate e di imprevisti. La chiave della storia è nelle mani del prete, don Andrea: è questo umile uomo di Dio che riesce a sbrogliare la matassa arruffata e condurre alla conclusione la vicenda in maniera del tutto inaspettata. E Agostina riprender` il piccolo piroscafo bianco, abbandoner` il paese dell'isola, con le lacrime agli occhi, portando con sé non il suo danaro, effimero tesoro, ma una esperienza e una speranza che le gonfiano il cuore e le daranno coraggio e serenit` per l'avvenire.

Documentazione stampa d'epoca

Con Campane a martello tentammo per la prima volta di fare un film in doppia versione. Facemmo un copione e lo stesso copione fu girato anche in inglese. lo girai entrambe le versioni. Per quella inglese furono presi degli attori inglesi. La lavorazione dei film si svolgeva così: presenti gli attori inglesi, giravo la scena con gli italiani, facendo i segni in terra dove questi dovevano fermarsi e tutto. Allo stop gli attori italiani venivano sostituiti da quelli inglesi, io apportavo qualche piccola correzione e praticamente la scena veniva ripetuta identica, come meccanica. Fu il primo tentativo di doppia versione, e forse l'ultimo: con Ponti stabilimmo che non ne valeva la pena, si sprecava troppo tempo. L'unica attrice a recitare in entrambe le versioni fu Clelia Matania che parlava perfettamente l'inglese.

Luigi Zampa in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979

C'è senza dubbio una grande differenza "tra la morale borghese che il giudice è chiamato a difendere e la morale umana che si sottrae a ogni giurisdizione terrena... l'amore venale fu definito senz'altro immorale e osceno. Questa definizione è, dal punto di vista della morale borghese, perfettamente esatta. Se non che venerandi poeti di ogni epoca, dal re Sudraka ("il carretto di terra cotta") al Goethe ("il dio e la bajadera"), si sono creduti in dovere di prendere le difese delle infelici vittime dell'amore venale contro la condanna generale. E Gesù Cristo disse ai sacerdoti e giudici del suo tempo: "In verit` vi dico: i pubblicani e le meretrici entreranno prima di voi nel regno di Dio". "Dal suo punto di vista, Gesù Cristo non può essere più logico e più conseguente: poiché Egli costruisce il Regno di Dio per i miseri e gli oppressi, non per i ricchi; per i malati, non per i sani; per i peccatori, non per i giusti". Queste parole, di Frank Wedekind, sono certo sprecate per un film di Luigi Zampa, senonché le abbiamo ritrovate nella mente dopo aver visto Campane a martello. Infatti pure Zampa, come re Sudraka e Goethe, si è creduto in dovere di prendere le difese delle infelici vittime dell'amore venale contro la condanna borghese. Che cosa vuole sostenere questo film? Che anche le "segnorine" hanno una loro umana bont`. Siamo perfettamente d'accordo con Zampa. Ma un tale tema non può che ricondurre, nella maniera con la quale egli l'ha trattato, che alla morale borghese. La vasta e complessa introspezione che l'argomento comportava, si risolve in una speculazione assai discutibile: tanto è vero che nessuna giustificazione esiste per certe oscenit` e certo cattivo gusto del dialogo, e tutto l'interesse del film è più volto a valorizzare il seno della Sanson e della Lollobrigida che ad analizzare la condizione umana delle "segnorine" e i fattori di varia natura che hanno determinato questo fenomeno. E certo in sua difesa Zampa non può dire, con il Wedekind: "il destino di essere giudicato rimane sempre più dolce che quello di dover giudicare".

Guido Aristarco, "Cinema", n. 27, 30 novembre 1949

Biografia

regista

Luigi Zampa

Cast

& Credits

Regia: Luigi Zampa.
Soggetto e Sceneggiatura: Piero Tellina.
Fotografia: Carlo Montuori.
Scenografia e Soggetto: Piero Gherardi.
Musica: Nino Rota.
Montaggio: Eraldo Da Roma.
Interpreti e personaggi: Gina Lollobrigida (Agostina), Yvonne Sanson (Australia), Carlo Romano (maresciallo), Carlo Giustini (Marco), Cielia Matania (Bianca) Eduardo De Filipo (don Andrea), Ernjesto Almirante (il possidente), Agostino Salvietti (il sindaco), Gino Saltamerenda (il macellaio), Salvatore Arcidiacono (il farmacista), Ada Colangeli (Francesca), Pasquale Misiano (l'autista), Carlo Pisacane (il sacrestano), Vittoria Febbi (Connie, la negretta).
Produzione: Carlo Ponti per Lux Film.
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