Nazione: Italia
Anno: 1947
Durata: 86'


Leo Bianchetti, dopo dieci anni di collegio e tre di servizio militare non ne può più di divise e il giorno in cui viene congedato è felice e corre ad acquistare un cappello da borghese. Ma nel negozio lo sorprende l'annuncio della dichiarazione di guerra all'Abissinia. Così ritorna sotto le armi e fa tutte le guerre. Lasciato un giorno dai tedeschi a guardia di un ponte minato, viene fatto prigioniero dagli americani. Portato in campo di concentramento stringe amicizia con Cecco. Un giorno viene la visita di Gemma, una bella ragazza che cerca Leo Bianchetti, suo "figlioccio di guerra". L'omonimia trae in inganno la ragazza, che pur delusa dall'aspetto semplice e timido di Leo, mentre si attendeva di trovare un baldo aviatore come le lettere facevano supporre, prende a ben volerlo e lo invita a trascorrere a casa sua la licenza. Qui un'improvvisa avanzata dei tedeschi costringe Leo e l'amico Cecco a fuggire con la famiglia di Gemma. Nella fuga, Leo viene sbalzato fuori dalla macchina e si ritrova solo nei pressi della villa di Gemma. Sorpreso dai tedeschi verrebbe fucilato se un tedesco, che lo aveva conosciuto in precedenza, non lo salvasse. Ritorna quindi ad indossare la divisa tedesca: viene comandato in un'azione di perlustrazione e ritrova Cecco; per salvarlo tenta con Fritz, un amico austriaco, di fuggire insieme agli altri prigionieri; sorpreso, è sul punto di essere ammazzato, quando la radio comunica l'avvenuta fine della guerra. Cecco e Leo congedati si lasciano. Leo torna da Gemma, ma purtroppo una delusione l'attende: il vero, aitante figlioccio è tornato e si è fidanzato con la ragazza. Deluso Leo se ne va alla ricerca di una occupazione qualsiasi. Dopo tante ricerche riesce finalmente ad avere un posto. E facendo buon viso a cattivo gioco il povero Leo indossa nuovamente la divisa.
Prescrizioni:
che venga eliminata dalla pellicola la parte in cui sulla scena appare un sacerdote che riceve per errore una telefonata.
Eliminare la battuta in cui un ufficiale tedesco definisce traditori e vigliacchi gli italiani.

Dal visto di censura n. 333, 17 novembre 1947


Macario fu un ottimo strumento su cui, prima della guerra, si era potuto costruire un umorismo surrealista, tanto è vero che anche la critica più impegnata di allora apprezzò molto questi suoi film i quali furono un po'un Hellzapoppin italiano prima di Hellzapoppin. Questo genere di umorismo, tipico del "Marc'Aurelio" e del "Bertoldo", fu applicato al cinema attraverso Macario e lui seppe evidenziarlo molto bene.
Dopo la guerra, invece, Monicelli, Benvenuti e io gli facemmo due sceneggiature per dei film diretti da Borghesio rilanciandolo in una chiave più umana: Come persi la guerra e L'eroe della strada. Con queste due sceneggiature, Monicelli e io ci accostammo per la prima volta al film comico più vero, che poi fu quello che fece conseguire dei grossi successi con Totò. Per questi film invece Monicelli e io ci rifacemmo abbastanza chiaramente a Chaplin di Luci della citt` e Tempi moderni: ecco, rammento che ci rifacemmo all'uomo sballottato tra i problemi della societ`. Il primo specialmente ebbe un grande successo di pubblico, e in Francia lo ebbe anche di critica. Era la vita di un povero italiano qualsiasi, quello che aveva vissuto negli anni della guerra e quello che ne aveva capito, che era poco.

Steno, in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Ed ora, se permettete, liquidiamo il più alla svelta possibile il gruppetto delle pellicole minori, godibile contorno, e sorridente, ai calibri maggiori. Abbiamo registrato tra esse l'italiano e popolarissimo, Come persi la guerra con Macario che piacque molto e segnò un clamoroso successo del protagonista, applaudito in persona alla fine della festosa serata.

Achille Valdata, "Araldo dello Spettacolo", 28 luglio 1948

Biografia

regista

Carlo Borghesio

Cast

& Credits

Regia: Carlo Borghesio.
Sceneggiatura: Mario Amendola, Leo Benvenuti, Aldo De Benedetti, Mario Monicelli, Tullio Pinelli, Stefano Vanzina.
Fotografia: Aldo Tonti.
Scenografia: Piero Filippone.
Musica: Nino Rota.
Montaggio: Mario Serandrei.
Interpreti e personaggi: Vera Carmi (Gemma), Erminio Macario (Leo Bianchetti), Nando Bruno (Francesco Tremelloni), Carlo Campanini, Fritz Marlat, Folco Lulli, Piero Lulli, Nunzio Filogamo.
Produzione: Luigi Rovere per Lux FilmR.D.L.
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