Nazione: Italia
Anno: 1949
Durata: 103'


Mentre Anna Petrovic, giovane jugoslava, aspetta sul molo di Trieste l'arrivo di suo marito, prigioniero di guerra, questo viene ucciso da mano ignota, al momento di toccar terra. Priva di documenti, Anna viene inviata nel campo di concentramento d'Alberobello, in Puglia, dove sono riunite donne d'ogni nazione. Tutti i vizi, tutte le miserie, le abiezioni, le sofferenze sono largamente rappresentate tra queste infelici. Anna, ch'è incinta, non può sopportare il pensiero che il figlio atteso possa nascere nel campo ed esserle poi tolto. Con l'aiuto del dentista del luogo e d'Yvonne, una francese ch'è riuscita ad uscire dal campo, tenta inutilmente la fuga. Quand'è colta dalle doglie, le compagne, che hanno organizzato uno spettacolo di varietà, lo prolungano per distrarre l'attenzione delle guardie. Anna dà alla luce un bimbo: Yvonne s'è procurata un documento falso, per farla uscire; ma tutto è inutile. Anna muore. Richiamato dai vagiti del neonato, un brigadiere, che ha perduto moglie e figlio, mente al proprio colonnello, dichiarando d'essere il padre del bimbo. Egli dovrà rinunciare alla carriera, ma il bambino avrà un padre.

Segnalazioni cinematografiche C.C.C., vol. XXVII, 1950


È il quarto film di questi giorni sconsigliato ai minorenni, il terzo dove si vede una rivolta di gente reclusa domata con i getti degli idranti. Donne senza nome per raggiungere la sua significazione, richiede una lunga addizione di particolari. Per fortuna molti di essi sono colti felicemente, e quando la disperazione si raggruma in scene d'insieme, esse raggiungono una bella coralità ed un bel movimento, forse troppo, come nell'episodio dell'accennata rivolta. Altrettanto fortunatamente l'interpretazione, e di masse e di figure, è efficace, e per più di un elemento ottima. Qui è la vita di un campo italiano di concentramento dove vengono fatte affluire le donne lasciate indietro dal turbine della guerra, con i loro dolori, le loro ansietà, i loro vizi, campionario internazionale di sopravvissute prive di identità, ombre ciascuna delle quali si chiama con il numero di una baracca e di un povero letto. La bolgia del campo, vigilato da pochi carabinieri, attraverso la quale balenano i singoli drammi, è resa con cruda verità. La tragedia centrale di Anna, la profuga jugoslava a cui per vendetta politica hanno ucciso l'amante e che non vuole che un figlio le nasca in quel carcere, non è soltanto di una penosa umanità: esprime la più vasta tragedia di un mondo disperato che non può riprendere se non in un clima di libertà. La donna muore nel dare alla luce il bimbo che sarebbe senza patria e senza nome se un bravo brigadiere rimasto solo al mondo non se ne dichiarasse padre e non lo portasse via con sé. È superfluo che le parole di qualcuno vogliano aggiungere eloquenza a quella che già balza dai fatti, come superflue sono certe insistenze e specialmente il prolungare di tanto la scena della maternità, mentre la trovata di coprire i vagiti del neonato con i canti delle ragazze non conserva all'avvenimento tutta la sua tragica poesia. Ma si sente di continuo la vigilanza di Radványi, assidua ed acuta come già nell'altro suo Accadde in Europa composto quasi della stessa sostanza ed animato dallo stesso spirito. Valentina Cortese, specialmente in alcuni primi piani anelanti e dolorosi, raggiunge una notevole intensità drammatica e di commozione. Gino Cervi è nobilmente l'umano brigadiere. Collaborano con intelligenza e passione al notevole sforzo rappresentato dal film, Simone Simon, Françoise Rosay, Vivi Gioi, Irasema Delian, Liliana Tellini, Mario Ferrara, Umberto Spadaro, Carlo Esposito, Gina Falkenberg, Lamberto Maggiorani.

"Corriere della sera", 13 maggio 1950

Biografia

regista

Géza Radványi

Cast

& Credits

Regia: Géza Radványi.
Sceneggiatura: Géza Radványi, Corrado Alvaro, Liana Ferri.
Fotografia: Gabor Pogany.
Scenografia: Piero Filippone.
Musica: Roman Vlad.
Interpreti e personaggi: Valentina Cortese (Anna la jugoslava), Simone Simon (Yvonne la francese), Vivi Gioi (Greta), Françoise Rosay (la contessa), Nada Fiorelli (la spagnola), Irasema Delian (Bianca), Gina FalIkenberg (Hilda), Gino Cervi (il brigadiere), Mario Ferrari (il capitano), Lamberto Maggiorani (il secondino), Carletto Esposito (l'albanese), Umberto Spadaro (il dottore), Eva Brauer, Liliana Tellini, Julia Toldy, Anna Maestri, Betsy Furstenberg.
Produzione: Giorgio Agliani per Navona Film.
Menu