Nazione: Italia
Anno: 1947
Durata: 94'


Angelina, energica popolana moglie di un sottufficiale di polizia, si fa benvolere dagli abitanti del rione per essere intervenuta onde ottenere il soddisfacimento dei bisogni del quartiere. Sopraggiunta l'alluvione, Angelina occupa un grande fabbricato di proprietà dello stesso costruttore che aveva fabbricato le fragili casette della povera gente. Angelina viene arrestata, ma subito dopo rilasciata per intervento dello stesso costruttore che teme uno scandalo e che promette molte agevolazioni per tutti gli abitanti della borgata, riuscendo così a far sgomberare lo stabile, che nel frattempo ha già venduto. Angelina, accusata dai suoi borghigiani di connivenza col costruttore, rioccupa lo stabile e viene arrestata. Ma il figlio del costruttore, che s'è innamorato della figlia di Angelina, induce il padre ad essere più umano. Sicché Angelina torna alla borgata accolta entusiasticamente; ma alle offerte di presentarsi candidata alle elezioni, rifiuta per tornare alla sua vita col marito, alle sue piccole gioie ed alle sue fatiche quotidiane.

Il Neorealismo Italiano Documentazioni, Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, 1951


I soggetti buoni nascono sempre dalle cose vere. Anche L'onorevole Angelina. Era il momento in cui si stava riorganizzando la vita politica e intervistammo una donna che abitava a Citt` Giardino, una popolana che ci raccontò che il giorno in cui non avevano distribuito il pane con la tessera aveva capeggiato tutti per occupare i fabbricati, e che tutti ora volevano portarla in Parlamento, ma lei non voleva andarci perché sapeva appena leggere e scrivere. Mi hanno accusato di avere fatto un finale conformista, lo so. Ma noi ci siamo attenuti alla realt`, forse sbagliando. Questa donna, la vera "onorevole Angelina", volevano portarla in Parlamento e invece lei fece un discorso e disse: "Io so appena leggere e scrivere, finché c'è stato da battersi per ottenere il pane che non ci davano o da occupare i fabbricati l'ho fatto perché sapevo farlo, ma non posso andare in parlamento, io che so a malapena leggere e scrivere; date questo posto a qualcuno che sia più preparato di me, che abbia una cultura". Nel film noi abbiamo tenuto questa conclusione che ci era sembrata giusta. Gli altri avrebbero voluto che l'onorevole Angelina avvolta in un panno rosso marciasse contro tutte le barriere. Ma a me, che sono comunista e ho sempre votato PCI, sembrava un finale retorico. Cioè, loro avrebbero voluto che l'onorevole Angelina finisse con l'andare in parlamento. io pensavo che sarebbe stata una cosa tutta sbagliata, che si sarebbe sintetizzata nella retorica della rivoluzione.

Luigi Zampa in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Un riassunto, commosso e sorridente, delle angustie del dopoguerra fotografato in una borgata tiberina alle porte di Roma. Pronta all'inventiva e al lazzo, la sora Angelina del film di Luigi Zampa sta fra Masaniello e Pasquino; capeggia le sommosse delle popolane un po' schernendo gli sfruttatori e un po' imprecando. La sua idea, che sbigottisce il bonario marito, è che la giustizia tocca a chi se la fa; se un borsanerista nasconde la pasta non c'è che da portargliela via; e bisogna invadere con la forza gli appartamenti vuoti, buttar per aria le scartoffie dei burocrati, resistere agli agenti di polizia. Due volte arrestata alla fine rinsavisce, o pare che rinsavisca; ma cova ancora sotto la cenere l'impulso alla ribellione. Alla prossima occasione, sar` di nuovo in testa alla gazzarra.
È una commedia dialettale piena di sapori forti. A Venezia, nell'ultima mostra, piacque soprattutto l'interpretazione di Anna Magnani, che ha l'irruenza, la mordacit` e la sguaiataggine volute dalla parte; bisogna dire che, senza la Magnani, la filosofia semplicistica di questo film, un tantinello demagogico, rivelerebbe con più strepito l'inconsistenza e la grossolanit`. C'è, nell'Onorevole Angelina, una pericolosa suggestione: prendi da te esorta ciò che ti è dovuto e ti è negato. Ma il suo meglio è in ciò che una volta si chiamava il "bozzetto": ossia l'episodica e lo schizzo d'ambiente. Non senza superficialit`, ma con sapido gusto, le traversie della povera gente, costretta fra i bisogni essenziali e le esosit` degli speculatori vi sono veristicamente descritte. Dialogo e sceneggiatura sono ben curati; la fotografia, che appoggia troppo sul campo lungo e il campo medio e difetta di chiarezza, è il punto debole della pellicola. Zampa ha fatto meglio nel film Vivere in pace: qui ha intessuto qualcosa che sta tra il documentario e la rivista. E un film messo assieme di getto, alla brava; spontaneo sì e brillante, ma immaturo come ogni lavoro su cui non si è riflettuto abbastanza.

Lan. [Arturo Lanocita], "Corriere della sera", 26 novembre 1947

Biografia

regista

Luigi Zampa

Cast

& Credits

Regia: Luigi Zampa.
Soggetto: Piero Tellini, Suso Cecchi D'Amico, Luigi Zampa.
Sceneggiatura: Piero Tellini, Suso Cecchi D'Amico, Luigi Zampa, Anna Magnani.
Fotografia: Mario Crateri.
Scenografia: Piero Filippone.
Musica: Enzo Masetti.
Montaggio: Eraldo Da Roma.
Interpreti e personaggi: Anna Magnani (Angelina), Nando Bruno (suo marito), Maria Grazia Francia (Annetta, la figlia), Ave Ninchi, Agnese Dubbini, Ernesto Almirante, Armando Migliari (il proprietario del palazzo), Franco Zeffirelli (Filippo Garrone), Maria Donati, Vittorio Mottini, Ugo Bertucci, Diego Calcagno.
Produzione: Lux Film Ora Film.
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