Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 106'


In seguito alle decisioni di Parigi, Pola viene attribuita alla Jugoslavia. Meno pochissimi rinnegati, tutta la popolazione lascia la citt`; mentre gli emissari jugoslavi, cercano, con lusinghe, di trattenere quanti più cittadini è possibile. Berto, giovane operaio, cade nella rete e malgrado le preghiere della moglie, preoccupata per l'avvenire del loro figlioletto, opta per la Jugoslavia, sedotto dall'idea di divenire il padrone dell'officina, nella quale lavora. Ma ben presto dovr` pentirsi amaramente della decisione presa. I macchinari vengono confiscati dal governo jugoslavo e la citt`, ormai semideserta, non offre possibilit` di guadagno. Per l'intervento di una jugoslava, funzionaria del partito comunista, Berto riesce a far partire per Trieste la moglie col bimbo, che ha bisogno di cure. La jugoslava vorrebbe fare di Berto un propagandista del partito, e intanto si d` a lui, cercando di sedurlo; ma passata l'ebbrezza, l'uomo inveisce contro il governo, e viene arrestato e inviato in un campo di concentramento. Con l'aiuto di un sorvegliante, gi` suo amico, Berto riesce a fuggire. Dopo aver vagato nella campagna, raggiunge la costa, e trovata una barca, si mette a vogare di buona lena, dirigendosi verso la costa italiana; ma la raffica di una mitragliatrice jugoslava lo uccide.

Segnalazioni cinematografiche C.C.C., vol. XXV, 1949


"Citt` dolente" è Pola. Anche il film è dolente; intendo elegiaco e commemorativo, chiuso in uno sconforto senza sprazzi di luce. Forse gli avvenimenti hanno un poco ridotto l'attualit` di racconto, che si rif` all'epoca in cui, per non rinnegare la loro italianit`, gli abitanti di Pola lasciarono la citt`, passata agli Slavi, portando via ogni cosa, anche i morti dissotterrati. Qualcuno rimase, più per il calore di una fede politica che per carenza di spirito nazionale; e poi fu amaramente deluso, quando il peso della dittatura di Tito gli fu sui collo e lo oppresse. Così accadde al Berto di Citt` dolente, che, costretto ai lavori forzati in un campo di "rieducazione" ne evase per raggiungere la moglie e il figlio, e fu ucciso sul mare, quando la sponda italiana era vicina. Un cupo film, a cui si rimprovera, sul terreno tecnico, l'eccesso di lentezza e, sul terreno del concetto, la tendenza a far dell'episodio regola. Ma l'opera è pulita, corretta, persuasiva più nella seconda parte, francamente narrativa, che nella prima, d'intonazione documentaria, in cui il commento verboso indulge all'enfasi. Difettoso il montaggio, eccellente la fotografia, specie nella fragorosa sequenza del festino slavo.

Lan. [Arturo Lanocita], "Corriere della sera", 30 marzo 1949


L'eterno dolore che, nella citazione dantesca, si accomuna alla "Citt` dolente", è il nostro; dico il nostro di gente che, per mestiere, deve ogni giorno sopportare un film, qualche volta anche due o tre, e raramente godendo, quasi sempre soffrendo. Mai però sofferenza ha raggiunto l'intensit` di questa volta davanti alla oscena pellicola di Mario Bonnard, sceneggiata (è necessario dirlo) da A.G. Majano, Fellini, Aldo De Benedetti e dallo stesso regista. Il dramma di Pola, l'esodo di quella popolazione, è argomento delicato; poteva offrire materiale al cinema qualora avesse trovato un regista d'ingegno. Ha trovato purtroppo un uomo per il quale il facchinaggio non dovrebbe avere misteri a giudicare dalla delicatezza, dagli argomenti di cui si è servito per intonare un inno al nazionalismo più deteriore. La raccolta dei luoghi comuni e della retorica fascista (e degasperiana) è completa. Non manca nulla. E non mancano le falsit` più indisponenti. Questo il contenuto. E la regia? Inesistente. La pellicola è ferma, morta; puzza di cadavere. I tentativi qua e l` di raggiungere una certa calligrafia, sono traditi dagli errori di grammatica. Gli attori, tranne la Dowling, non meritano citazione.

"L'Avanti!", 30 marzo 1949

Biografia

regista

Mario Bonnard

Cast

& Credits

Regia e soggetto: Mario Bonnard.
Sceneggiatura: Federico Fellini, Aldo De Benedetti, Mario Bonnard, Anton Giulio Majano.
Fotografia: Tonino Delli Colli.
Musica: Giulio Bonnard.
Interpreti e personaggi: Luisi Tosi (Berto), Barbara Costanova (Silvana), Elio Steiner (Martini), Constance Dowling (Lubitzia), Gianni Rizzo (Sergio).
Produzione: Istria FilmScalera.
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