Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 83'


Celestino, modesto fotografo di paese, è un uomo semplice, amante della giustizia e molto devoto a S. Andrea. Una sera di festa, un vecchio viandante, nel quale egli riconosce il suo Santo, gli chiede alloggio e gl'insegna un metodo infallibile per sopprimere, per mezzo del suo primitivo apparecchio fotografico, tutti i cattivi e i disonesti, ripulendo il paese. Baster` che egli fotografi per la seconda volta una persona gi` fotografata, ritraendola dalla prima fotografia: la persona così designata morr`. Una vecchia avara ha lasciato una cospicua somma da dividersi tra i tre più poveri del paese: quest'atto generoso desta le cupidige di molte persone, che si danno da fare per impedire che si adempiano le clausole del testamento. Interviene Celestino, il quale fa giustizia, inviando i malvagi al cimitero. Il testamento è rispettato, i poveri vengono beneficati; ma Celestino scopre che anche i poveri sono disonesti e manda al cimitero anche quelli. A questo punto riappare il viandante, che non è S. Andrea, ma un diavolo, il quale fa presente a Celestino che non si può ottenere il bene, facendo il male, Celestino si riscuote: è stato solo uno strano sogno. Le sue presunte vittime sono tutte vive e vegete.

Segnalazioni cinematografiche C.C.C., vol. XXXI, 1952


La macchina ammazzacattivi, è il film più stravagante, anzi fino ad oggi il solo film stravagante, di Roberto Rossellini.
Tutta l'opera di questo regista, anche nei suoi sbandamenti e nelle sue discontinuit`, obbedisce ad una logica e ad una polemica precise: la scoperta di una realt` che si giustifica in forza della sua stessa evidenza, fuori da ogni discorso e da ogni racconto, perché è carica di un peso umano a lei proprio.
Con La macchina ammazzacattivi, Roberto Rossellini si sposta violentemente oltre i termini della sua logica e della sua polemica, quasi accettando l'imposizione di un giuoco che gli viene proposto dall'esterno.
Ma l'intelligenza e il gusto di Roberto Rossellini si dimostrano appunto nel fatto che egli accetta apertamente, senza riserve, il giuoco propostogli dal soggettista con i suoi limiti e con le sue regole. Tutto il film ha un che di incompiuto, di abbozzato e di improvvisato, di gratuito, che costituisce d'altra parte il suo sapore e la sua verit`. Il linguaggio, sia nella resa delle singole immagini sia nello sviluppo interno delle sequenze, semplice, elementare, approssimativo, vivacemente popolaresco e, perciò, ora stringatamente apodittico ora retoricamente ridondante ora ingenuamente realistico. Ma proprio questi sbalzi inattesi, capricciosi, ingiustificati di piani suscitano il mordente dell'improvvisazione, il brio dello spettacolo sulla base di un dialogo brillante, caustico, ricco di battute, che costituisce il vero filo conduttore rapido, ma sicuro del film.

Giovanni Calendoli, "Bianco e Nero", n. 2, 1952


Anche la lavorazione di La macchina ammazzacattivi fu avventurosa. Si trattava di respirare "cinematograficamente" l'aria del posto, di trasformare un'estate di villeggiatura in un'occasione straordinaria di invenzione filmica. Se il neorealismo era l'immergersi nella realt` quotidiana per trarne un'immagine veritiera, per farne una rappresentazione genuina, addirittura per rivivere sullo schermo l'esperienza vissuta, allora La macchina ammazzacattivi, più ancora di un miracolo, poteva diventare il modello del neorealismo rosselliniano, il punto d'arrivo di un approccio progressivo al realismo integrale. Per questo, probabilmente, lo stesso Rossellini lo considerava il suo "film più originale". Ed è forse ripensando a questa possibilit` di immersione totale nella realt` vissuta, a questo tentativo di rendere cinematograficamente un'esperienza di vita in larga misura irripetibile, fuori d'ogni condizionamento produttivo, d'ogni intento spettacolare, che Rossellini diceva nel 1952: "In questo film [La macchina ammazzacattivi], che è di ricerca, e anche di crisi, come L'amore del resto, io avevo anche un altro scopo: avvicinarmi alla commedia dell'arte". Avvicinarsi, cioè, a un modo di far spettacolo che prevedeva non soltanto l'improvvisazione, ma anche la disponibilit` al caso, agli accadimenti imprevisti, sull'esile traccia di un canovaccio più che di una storia articolata. [...]
La macchina ammazzacattivi è in questo senso esemplare. Film difficilmente catalogabile, fra il serio e il faceto, il tragico e il grottesco, all'apparenza inconsistente sul piano narrativo e drammaturgico, e invece estremamente coerente in un suo sviluppo organico (nonostante le interruzioni, le riprese, il montaggio affrettato), esso sviluppa un'idea di Eduardo De Filippo e Fabrizio Sarazani, calandola in una rappresentazione in cui la visione neorealistica si carica, di continuo, di elementi fantastici e surreali.

Gianni Rondolino, Roberto Rossellini, UTET, Torino 1989
Mario Serandrei, Giuseppe De Santis, Marcello Pagliero, Luchino Visconti

Biografia

regista

Roberto Rossellini

Roberto Rossellini (Roma, 1906-1977) ha cominciato a lavorare nel cinema durante il fascismo. Emerso nel dopoguerra con i capolavori neorealisti Roma città aperta (1945), Paisà (1946) e Germania anno zero (1947), ha poi realizzato opere che indagano la solitudine, l’alienazione e la crisi della coppia – Stromboli terra di Dio (1950), Europa 51 (1952), Viaggio in Italia (1954) –, sempre sorretto da uno stile sperimentale e aperto su una realtà indagata con sguardo soggettivo. Negli anni Sessanta è passato alla televisione dedicandosi al cinema storico e didascalico.

FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/essential filmography
La nave bianca (1941), Un pilota ritorna (1942), L’uomo della croce (1943), Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Germania anno zero (1947), L’amore (ep. Una voce umana, 1948), La macchina ammazzacattivi (1948), Stromboli terra di Dio (1950), Francesco giullare di Dio (1950), Europa 51 (1952), Dov’è la libertà (1953), Viaggio in Italia (1954), Giovanna d’Arco al rogo (1954), La paura (1954), Le psychodrame (1956), India (1958), Il generale Della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960), Viva l’Italia (1960), Vanina Vanini (1961), Anima nera (1962), La presa del potere da parte di Luigi XIV (tv, 1966), Atti degli apostoli (tv, 1968), Socrate (tv, 1970), Pascal (tv, 1971), Agostino d’Ippona (tv, 1972), Anno uno (1974), Il Messia (1975).

Cast

& Credits

Regia: Roberto Rossellini.
Soggetto: Eduardo De Filippo, Filippo Sarazani.
Sceneggiatura: Sergio Amidei, Giancarlo Vigorelli, Franco Brusati, Liana Ferri, Roberto Rossellini.
Fotografia: Tino Santoni.
Musica: Renzo Rossellini.
Montaggio: Jolanda Benvenuti.
Interpreti e personaggi: Gennaro Pisano (Celestino Esposito), Marilyn Buferd (la ragazza americana), William Tubbs (il padre della ragazza), Helen Tubbs (la madre della ragazza), Giovanni Amato (il sindaco del paese), Joe Falletta (Joe), Giacomo Furia (Romano Cuccurullo), Clara Bindi (Giulietta Del Bello), Camillo Buonanni, Pietro Carloni, Aldo Nanni, Gajo Visconti e gli abitanti di Maiori, Amalfi e Atrani.
Produzione: Roberto Rossellini e Luigi Rovere per Universalia Tevere Film.
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