Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 165'


Ntoni Valastro, marinaio siciliano, al suo ritorno dalla guerra vuole emanciparsi dai suoi padroni, avere la sua barca e trattare da solo la vendita della sua pesca. Ma il mutuo che ha posto sulla sua casa non basta a renderlo indipendente: il mare gli è contro poi, mano a mano, anche la gente che era già disposta ad esaltare il suo gesto. I Valastro finiranno male, uomini e donne. Ma Ntoni, che è costretto a tornare dal "rigattien" muto e grave, sa che la sua ribellione non sarà stata vana. La notte lo trova ancora su una barca non sua, ma gli occhi di Ntoni guardano più lontano: a una storia di giorni migliori destinati forse ai suoi figli.

"Cinematografia d'oggi", settembre 1948

Saremmo portati a credere che La terra trema, segni una "crisi di crescenza" se non proprio la liquidazione del "neorealismo" (almeno nei moduli correnti in cui s'è venuto configurando). Quel neorealismo che dagli slanci lirici alle patetiche introspezioni psicologiche, dalla cronaca dialettale alle fantasie epicopopolaresche, ha saturato il campo del "reportage" cinematografico, più o meno romanzato, più o meno nobilitato dalle intenzioni, dalle ambizioni e dagli interessi degli Autori.
Con La terra trema il rigore d'uno stile figurativo dei più preziosi e dei più sorvegliati, dei più raffinati e insieme più casti, toglie, alle occasioni fotografiche del neorealismo, la caducità dell'istantanea, del "documento" strappato al torrente degli avvenimenti. [...]
Data la sua natura, e i particolari metodi con cui è stato realizzato, si poteva supporre che La terra trema avrebbe conservato un carattere in qualche modo documentaristico. Al contrario, della tenacia accanita dei pescatori di Aci Trezza e delle angustie della loro vita, dei loro semplici amori e dei loro accorati struggimenti, delle loro vane ribellioni a una condizione umana assurda ed ingiusta, Visconti ci ha dato non una vaga immagine liricizzata o illustrativa, o comunque schiva dei limiti naturalistici del documentario, ma un'immagine ricreata, fantastica e concreta, libera, e profondamente fedele a quella realtà da cui era partito il primo movente della sua ispirazione.

Antonio Pietrangeli, Almanacco del cinema italiano, 1948


Impiegare attori non professionisti non è affatto una condizione indispensabile del neorealismo. Certo è possibile prendere dalla strada le persone "vere" che aderiscono perfettamente al personaggio, ma c'è poi il lavoro da compiere per farli diventare attori. Ho passato ore e ore con i miei pescatori di La terra trema per far loro ripetere una piccola battuta. Volevo ottenere da loro lo stesso risultato che può dare un attore. Se avevano del talento, e ne avevano (avevano soprattutto una dote straordinaria: nessun complesso davanti alla macchina da presa) potevano arrivarvi molto presto. Il lavoro vero, con gli attori, consiste nel far loro vincere i complessi, il pudore. Ma quella gente non aveva pudori; ottenevo da loro quanto avrei ottenuto in un tempo molto più lungo dagli attori. Allo stesso modo la sceneggiatura non era prestabilita; la affidavo a loro stessi, [...] io non fornivo che la traccia, loro apportavano idee, immagini, coloriture. Poi facevo loro ripetere il testo, a volte per tre o quattro ore, come si fa con degli attori. Ma non cambiavo più le parole. Erano diventate fisse, come se fossero scritte. E tuttavia non erano scritte, ma inventate dai pescatori.

Luchino Visconti in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Proprio nella misura in cui Visconti sembra proporre un "immaginario" puramente realistico, fondato su tutti i luoghi deputati cari a certe formulazioni poetiche neorealistiche (il dialetto, gli attori "presi dalla strada", l'assenza di sovrapposizioni scenografiche, l'identificazione del luogo della realtà e del luogo della finzione, la mancanza di una sceneggiatura, eccetera) egli ne ribadisce il carattere di artificio estetico, di invenzione poetica, di scelta stilistica. Non a caso e molto giustamente si dirà, a proposito del capolavoro viscontiano, che con esso "il neorealismo diventa stile". Ne La terra trema tutto è "vero" non già perché tutto è "reale", ma paradossalmente, perché tutto è "falso": il "vero" viscontiano è cioè raggiunto mediante una altissima finzione di realt` che esclude ogni meccanico rispecchiamento, ogni appiattimento sull'accaduto, ogni identificazione sul "così come è". Sicché l'irrisolta aporia del film viscontiano è, soprattutto, nel fatto che esso è una rappresentazione dell'ingiustizia secolare, ma anche il documento della sua contemplazione: come se l'"aristocratico" Visconti denunciasse ad un tempo e il crudele ordine classista esistente fra gli uomini e la propria incapacità a fare altro che contemplarlo esteticamente; se l'ordine sociale delle cose è determinato dalla logica borghese, l'ordine formale della loro rappresentazione è determinato dall'estetica borghese.

Lino Micciché, La ragione e lo sguardo, Lerici, Cosenza 1979

Biografia

regista

Luchino Visconti

Cast

& Credits

Regia e sceneggiatura: Luchino Visconti.
Soggetto: Luchino Visconti, liberamente ispirato a "I Malavoglia" di Giovanni Verga.
Fotografia: G. R. Aldo.
Musica: a cura di Luchino Visconti e W. Ferrero.
Montaggio: Mario Serandrei.
Interpreti: pescatori e abitanti di Aci Trezza.
Produzione: Salvo D'Angelo per Universalia
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