Nazione: Italia
Anno: 1945
Durata: 82'


Dopo sei lunghi anni di lontana prigionia Paolo Martini ritorna a casa. A Napoli non trovando alcun mezzo per venire a Roma, essendo la ferrovia interrotta per un bombardamento, s'incammina a piedi. Lungo la strada viene preso a bordo di un camioncino diretto verso la citt`. A casa non c'è che Sandrino, il suo ragazzo, che aveva lasciato sei anni prima appena in grado di balbettare "mamma" e "pap`" e ritrova ora invece cresciuto come un ometto. Patrizia, la moglie, non c'è; ella esce sempre, tutti i giorni, e non lascia mai detto dove va. Squilla il telefono e una voce di uomo, alquanto risentita, comunica che se Patrizia non andr` nel suo locale alle cinque è meglio non si faccia più vedere. Tutto ciò crea intorno a Paolo un'atmosfera di sottili sospetti: fugati però dal ritorno di Patrizia, che accoglie il marito, per sì lungo tempo assente, con affetto immutato. Croci, il socio di Paolo, per festeggiare il ritorno del reduce dalla prigionia, propone di andare in un locale alla moda. Qui l'allegria regna sovrana, se non che, ad un tratto Patrizia, diviene pallida, accusa una repentina stanchezza e desidera di ritornare immediatamente a casa. Alcuni giorni dopo, Paolo esce con un coinquilino, un ameno tipo di professore filosofo che si è autoinvitato a cena, e l a sera quando essi rientrano Patrizia non c'è. Passano lente le mezze e le ore, e la donna non si vede. L'ansia di Paolo cresce a dismisura e decide di andare al Commissariato perché indaghi sulla scomparsa misteriosa. Dopo una lunga attesa, viene a conoscere che Patrizia è al Commissariato Flaminio. Paolo vi si reca di corsa, e quivi apprende che Patrizia ha, in quello stesso pomeriggio, ucciso un uomo. Paolo ottiene di vedere la moglie. Dopo un drammatico colloquio, Patrizia gli rivela che tre anni prima, per bisogno di denaro si è data all'uomo che ora ha ucciso; e soggiunge che questo denaro aveva da servire per salvare la vita di Sandrino, necessitando il ragazzo di una costosa operazione. Tornato a casa, Paolo, con l'aiuto del professore, riesce a procurarsi le fotografie del luogo dove è avvenuto il delitto. Il giorno dopo vi si reca e trova il Giudice inquirente che sta facendo il sopraluogo. Paolo si accusa di essere stato lui l'uccisore, ma non riesce però a convincere il Giudice, il quale lo rincuora dicendogli di essere fiducioso, poiché la giustizia è dura, non spietata, ed a volte comprende molte cose. Si arriva così al processo dove Patrizia viene assolta. Paolo esulta alla notizia, ma poi, accasciandosi, comunica al professore che gli è vicino che ha deciso di separarsi dalla donna che durante la sua dolorosa prigionia sera resa dimentica dei propri doveri coniugali. Ma il professore lo calma rivelando le sue segrete angoscie: egli ha perduto sotto un bombardamento a Napoli, i due esseri più cari, la moglie e la figlia. E fa comprendere a Paolo che tutti in questa guerra hanno, chi più, chi meno, perduto qualcuna delle cose più care. Occorre, però, non prostrarsi, non rinunciare alla vita, che può e deve ricominciare e che occorre prendere sempre con sopportazione e carit` cristiana. Paolo si calma. E la sera, infatti, di nuovo sono tutti riuniti intorno al tavolo come nel lontano tempo di prima della guerra ed ognuno si sforza di creare l'illusione che non sia accaduto nulla.

"Cine teatro", n. 8, 15 novembre 1945


Appena liberata Roma feci un film con la Valli, La vita ricomincia, la storia di un reduce la cui moglie, per salvare il bambino, ha dovuto corrompersi; era un po' l'aggiornamento e la continuazione dei "film che parlano al vostro cuore". Su questo film potrei raccontare per ore. lo con Giachetti e l'operatore Arata siamo andati a Napoli e ci siamo trovati in piena occupazione americana, senza permessi, a girare per le strade. Si faceva veramente il cinema in modo eroico, come doveva essere ai primi tempi del muto. Napoli è nello stesso tempo fotogenica e banale, quindi difficile. L'unica cosa che a Napoli non si poteva più riprendere era il Vesuvio che fuma, e invece in La vita ricomincia, per caso, mentre Giachetti sta passando davanti alla macchina da presa, il Vesuvio ha fatto tre sbuffate di fumo, forse le ultime!

Mario Mattoli in L'avventurosa storia del cinema italiano, a cura di F. Faldini, G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1979


Un dramma con effetti da melodramma, tuttavia nobilitato da un certo senso della misura in quelli che sono gli elementi pateticamente convenzionali della storia d'una madre che sacrifica il proprio onore per salvare, mentre il marito è lontano, prigioniero in India, il proprio piccino vittima d'un male che minaccia di diventare implacabilmente mortale se non lo si curer` con una costosissima medicina. C'è una furba aderenza del dialogo a circostanze ed eventi di questo tormentato dopoguerra, e c'è un'impressionante visione di Cassino distrutta che Mattoli ha saputo inserire nella parte iniziale della vicenda senza darle un freddo tono documentario ma facendola balzare viva, in tutta la sua raccapricciante crudezza, avanti agli occhi sbigottiti degli spettatori. E, nell'insieme, un film più abile che ispirato, e nel quale logori ingredienti patetici e notazioni vive sono insieme amalgamati da un costante senso visivo dell'azione e da una facile fluidit` di racconto. Film commerciale al cento per cento con una Valli in gran forma nel lagrimevole finale e un Eduardo De Filippo impareggiabile nel disegno d'una macchietta sagacemente creata per sorreggere i punti deboli del canovaccio. Giachetti, invece, monotono e insufficiente. Qualche figura abilmente scorciata: l'equivoca baronessa per esempio. Esito commerciale: ottimo.

"Cine teatro", n. 10, 1530 dicembre 1945

Biografia

regista

Mario Mattoli

Cast

& Credits

Regia: Mario Mattoli.
Soggetto e Sceneggiatura: Mario Mattoli e Aldo De Benedetti.
Fotografia: Ubaldo Arata.
Interpreti e personaggi: Fosco Giachetti (Paolo Martini), Alida Valli (Patrizia Martini), Eduardo De Filippo (il professore), Nando Bruno (Scorcelletti), Aldo Silvani, Carlo Romano, M.me Anna Ilaardi.
Produzione: Excelsa - Minerva.
Menu