Nazione: Italia
Anno: 1946
Durata: 127'


Con questo film si intende illustrare [in] un certo numero di episodi la campagna della V armata in Italia e la vita degli americani in Italia. Gli episodi sono stati costruiti in modo da descrivere i tipi più rappresentativi (un fante, un M. P. negro, una infermiera, un cappellano cattolico, un carrista, un ufficiale del servizio segreto calato col paracadute in mezzo ad una brigata Garibaldi) e contemporaneamente le tappe fondamentali dell'esercito americano in Italia (la campagna di Sicilia, Napoli, la testa di ponte d'Anzio, la presa di Roma, il Nord).
Obbiettivo degli autori non è di descrivere azioni di guerra, ma di offrire un quadro per quanto possibile realistico e fedele della vita degli americani in Italia, dei loro rapporti con gli italiani.
I sei eroi dei sei episodi muoiono, e ognuno dei sei episodi si chiude con una croce bianca in un cimitero militare. Questo significa che il film intende essere un omaggio rispettoso ed affettuoso alla memoria di quegli americani che hanno perduto la vita per la liberazione d'Italia, e intende essere un messaggio alla loro Nazione.

Roberto Rossellini in Rosselliniana, a cura di Adriano Apr`, Di Giacomo, Roma 1987


In Pais` per scegliere i miei interpreti, tanto per incominciare mi sono installato insieme all'operatore al centro del paese in cui intendevo girare questo o quell'episodio della mia storia. I curiosi si sono raggruppati intorno e io ho scelto i miei attori tra la folla. Se si ha a che fare con buoni artisti professionisti, questi non corrispondono mai esattamente all'idea che ci si era fatti del personaggio. Per riuscire a creare veramente il personaggio che si ha in mente, occorre che il regista ingaggi una battaglia con il suo interprete e finisca col piegarlo alla sua volont`. Siccome non ho voglia di sprecare energie in un simile combattimento, uso solo attori occasionali. E poi, quanto è difficile mettere d'accordo il buon professionista con i "dilettanti"! Ho quindi preferito rinunciare ai buoni attori. Amidei ed io non portavamo mai a termine la sceneggiatura prima di arrivare sui luoghi in cui contavamo di girare. Le circostanze, gli interpreti che il caso ci faceva incontrare, ci portavano in genere a modificare il canovaccio originario. E persino i dialoghi e le intonazioni dipendono dagli attori dilettanti che li pronunceranno; bisogna soltanto lasciare agli interpreti il tempo di abituarsi all'ambiente delle riprese. Pais` quindi è un film senza attori nel vero senso della parola. Quel negro americano che lei ha trovato così notevole nell'episodio napoletano sosteneva di avere gi` interpretato delle piccole parti, ma mi sono accorto che in realt` aveva mentito per essere ingaggiato.

Roberto Rossellini, Intervista a cura di Georges Sadoul, "L'Ecran Français", n. 72, 12 novembre 1946


Con il film Pais` il giovane regista Rossellini ha, per dirla col gergo degli sportivi, battuto gloriosamente il suo stesso record: ha dato cioè una opera altissima, ancor più complessa e più valida, artisticamente, del suo precedente Roma citt` aperta. Due film che hanno ottenuto, sugli schermi di tutto il mondo, uno straordinario successo senza precedenti, e il consenso, singolarmente unanime, della critica.
La caratteristica peculiare del Rossellini, che ne fa una personalit` spiccata e pressoché unica tra gli artisti del film, è la pronta aderenza ai più sentiti e vivi, attuali problemi; e la sua vena poetica sa esprimerli, con stupenda immediatezza drammatica, soffusa tuttavia di un sapore di trepida e delicata energia.
Il film Pais` presenta una serie di situazioni e di episodi di forte e, a volte, raccapricciante intensit`, connessi e ritmati sui tempi della avanzata in Italia delle truppe alleate; rievocazione profondamente partecipe e accorata di una storia ancora troppo recente, sembrerebbe, per fornire oggetto ad una rielaborazione artistica.
Eppure Rossellini è riuscito nel difficile assunto; è riuscito nelle spezzature drammatiche dell'episodio siciliano, dove un tenero e trepido, e tuttora inconscio idillio tra una ragazza, splendidamente scontrosa, e un soldato americano è spezzato dalla morte; nell'episodio, bellissimo, di Napoli e in quello di Roma, intesi, con carezzevole tenerezza, a cogliere la pena rassegnata dei più umili e più indifesi; nella vivace avventura fiorentina, nel monastero presso la linea gotica, dove il tema delicato e difficile della tolleranza religiosa e della fede, è risolto con riguardosa e quasi reverente attenzione; ed è risolto soprattutto nell'episodio finale dei partigiani, mirabile modello di narrazione cinematografica; dove l'emozione promana dallo splendore figurativo non meno che dall'epico tema disperato. La volont`, la virile energia, lo slancio e il tranquillo eroismo dei partigiani son resi, con miracolosa assenza di rettorica, e con incisivit` che, nella storia del cinema, non hanno precedenti, se non forse nei primi film di Pudovkin.
Anche il fatto che la connessione degli episodi non si avvalga di alcun legame esteriore, ma che la pregnanza sintetica di essi, colta nell'essenziale disadorno, e però fulmineamente efficace, sia demandata allo spettatore, è un titolo di alta nobilt` di questo grande film che addita una strada, per contenuto e per forma, alla nuova cinematografia italiana.
Strada difficile e appassionante per la quale, ci auguriamo, vorranno cimentarsi i migliori.

Umberto Barbaro, "L'Unit`", 8 marzo 1947


Parlare di Pais` significa parlare d'un film che dalla maggior parte della critica, italiana e straniera, fu considerato per lungo tempo il capolavoro di Rossellini. Più ancora di Roma citt` aperta, che pure segnò l'inizio della fama rosselliniana, Pais` fu subito visto come un grande affresco storicosociale, in cui le vicende dei singoli e quelle della collettivit`, in un particolare momento della storia d'Italia, trovavano modi e forme di grande forza rappresentativa, momenti di altissima drammaticit`. Al di l` delle novit` linguistiche, della struttura aperta del racconto, ovvero di qualche cedimento o di talune ingenuit` e approssimazioni, ciò che colpì allora e in seguito fu soprattutto la tensione al tempo stesso artistica e morale: una tensione che andava oltre quella di Roma citt` aperta e si allargava in una visione del mondo più aperta e articolata.
Rossellini e i suoi collaboratori, di episodio in episodio, ripercorrevano una tragedia nazionale senza mai forzare i toni della rappresentazione, in uno stile piano, dimesso, cronachistico: sicché quei tragici fatti o quelle drammatiche storie individuali acquistavano il valore di testimonianze dirette. Come fosse un ampio giornale d'attualit`, una cronaca cinematografica che rifuggiva dagli allettamenti dello spettacolo, Pais` si imponeva per la sua "verit`", colpiva gli animi per il messaggio, più ancora morale che politico, che trasmetteva. E sebbene non sempre la critica seppe allora cogliere la sua grandezza, e il pubblico parve rifiutare, almeno in parte, la cruda realt` che gli veniva mostrata, in un momento (l'autunno del 1946) in cui la tragedia della guerra era meglio forse dimenticare, non v'è dubbio che il film non soltanto confermò il valore di novit` dello stile rosselliniano, ma ne accentuò le valenze "neorealistiche". Anzi, fu proprio Pais`, dopo Roma citt` aperta, a indicare in Rossellini anche oltre e contro i suoi stessi intendimenti, il suo carattere più autentico il rappresentante massimo del neorealismo italiano.

Gianni Rondolino, Roberto Rossellini, UTET, Torino 1989

Biografia

regista

Roberto Rossellini

Roberto Rossellini (Roma, 1906-1977) ha cominciato a lavorare nel cinema durante il fascismo. Emerso nel dopoguerra con i capolavori neorealisti Roma città aperta (1945), Paisà (1946) e Germania anno zero (1947), ha poi realizzato opere che indagano la solitudine, l’alienazione e la crisi della coppia – Stromboli terra di Dio (1950), Europa 51 (1952), Viaggio in Italia (1954) –, sempre sorretto da uno stile sperimentale e aperto su una realtà indagata con sguardo soggettivo. Negli anni Sessanta è passato alla televisione dedicandosi al cinema storico e didascalico.

FILMOGRAFIA

filmografia essenziale/essential filmography
La nave bianca (1941), Un pilota ritorna (1942), L’uomo della croce (1943), Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Germania anno zero (1947), L’amore (ep. Una voce umana, 1948), La macchina ammazzacattivi (1948), Stromboli terra di Dio (1950), Francesco giullare di Dio (1950), Europa 51 (1952), Dov’è la libertà (1953), Viaggio in Italia (1954), Giovanna d’Arco al rogo (1954), La paura (1954), Le psychodrame (1956), India (1958), Il generale Della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960), Viva l’Italia (1960), Vanina Vanini (1961), Anima nera (1962), La presa del potere da parte di Luigi XIV (tv, 1966), Atti degli apostoli (tv, 1968), Socrate (tv, 1970), Pascal (tv, 1971), Agostino d’Ippona (tv, 1972), Anno uno (1974), Il Messia (1975).

Cast

& Credits

Regia: Roberto Rossellini.
Soggetto: Victor Haines, Klaus Mann, Marcello Pagliero, Sergio Amidei, Federico Fellini, Roberto Rossellini.
Sceneggiatura: Federico Fellini, Roberto Rossellini.
Fotografia: Otello Martelli.
Musica: Renzo Rossellini.
Montaggio: Eraldo Da Roma.
Interpreti e personaggi: 1º episodio: Carmela Sazio (Carmela), Robert van Loon (Joe);
2º episodio: Dats M. Johnson (il poliziotto negro), Alfonsino (lo scugnizzo);
3º episodio: Gar Moore (Fred), Maria Michi (Francesca).
4º episodio: Harriet White (Harriet), Renzo Avanzo (Massimo), Renzo Gori (un partigiano).
5º episodio: Bill Tubbs (Bill Martin).
6º episodio: Dale Edmunds (Dale), Cigolani (Cigolani), Benjamin Emanuel, Robert van Loon, Allan Dan, Leonard Penisch, Mats Carlson, Merlin Hugo, Anthony La Penna, Harold Wagner, Lorena Berg, Carlo Pisacane.
Produzione: OFI - FFP.
Menu