Nazione: Italia
Anno: 1948
Durata: 95'


Ciro, figlio di una guardia notturna, vive bighellonando per Roma, senza tener conto dei buoni consigli che gli d` Iris, una vicina di casa che l'ama in segreto. Durante l'occupazione tedesca Ciro col Geppa va a vendere a borsa nera, ma i due, catturati dai tedeschi, scampa; no per miracolo ad un bombardamento. Arrivati gli alleati Ciro si d` a facili commerci diventando anche l'amico di Tosca, la moglie del proprietario di una losca sala da ballo. Stancatosi di Tosca tenta di ricattarla, ma Iris impedisce il ricatto ed un furto notturno ad un deposito di gomme. Il padre di Ciro viene ucciso dai complici del furto e il ragazzo, di fronte al cadavere del padre, vittima del dovere, giura di cambiar vita e di amare Iris.

Il Neorealismo Italiano - Documentazioni, Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, 1951


Il "neorealismo" di Castellani è diverso da quello dei De Sica dei Visconti e dei Rossellini. Non ha lo stile del primo e del secondo, né la tragica freddezza del terzo. Il suo, si avvicina piuttosto alla "maniera" di Luigi Zampa: in altre parole sono rimasti, in Castellani, certi motivi e certi atteggiamenti di Mio figlio professore. Pertanto la tragicit` della vicenda e di quei giorni la Roma della guerra, dell'occupazione tedesca e alleata è più che altro suggerita, in questo suo recente film, attraverso l'osservazione ironica e la satira. Ma ironia e satira non riescono a fondersi con i motivi direttamente drammatici: si spiega così la omogeneit` della prima parte e la disuguaglianza della seconda, dove questi motivi sono accentuati dalla morte della madre e dal padre di Ciro: sequenze che tra l'altro raggiungono una commozione sentimentale (Mio figlio professore). Dalla disuguaglianza deriva una dispersione di forze e le "documentazioni" passano in secondo piano: anche se il film è girato sugli stessi posti dove l'azione si svolge (il quartiere di San Giovanni) e certi locali "hanno la stessa destinazione nella vita": i quali servono al Castellani per una ironia crudele non sempre giustificata (la "tardona" nel gabinetto), come non sono giustificati (per ragioni al di fuori di ogni "morale" più o meno corrente) alcuni dialoghi tra Iris e la "tardona" stessa. La vivezza di Sotto il sole di Roma va dunque ricercata, soprattutto, nella prima parte, dove c'è una maggiore ricchezza di sequenze divertenti, di trovate visive e sonore, e dove i personaggi, (tutti attori non professionisti ma doppiati), vengono efficacemente introdotti e presentati nei loro diversi caratteri.

Guido Aristarco, "Cinema", n. 4, 1948


Con Sotto il sole di Roma l'ex calligrafo ed ex intimista si inserisce nella corrente neorealistica. E lo fa senza dimenticare né intimismo né calligrafia. Ci sono dei carrelli incredibili in terreni loro estranei: appare cioè evidente che Castellani si porta dietro in un terreno che non è il loro dei movimenti di macchina e delle angolazioni che appartengono più ad Assia Noris che a Liliana Mancini, la giovane protagonista "non professionista" e presa dalla strada. Come appare evidente che Castellani apprendista neorealista non ignora affatto il Rossellini del primo dopoguerra e ancor meno il De Sica di Sciusci`. Ma lo fa in superficie. Se si pensa che Ladri di biciclette è dello stesso anno e soprattutto che Germania anno zero è addirittura dell'anno precedente, si capisce bene questa superficialit`.
Pure c'è qui una freschezza che altrove gi` non c'è più.
C'è una curiosa patina di vagheggiamento omosessuale o quantomeno di misoginia, che tinge la vita un po' di grigio. La "categoria" diciamo che è il Rimpianto. [ ... ]
Le donne comunque in questo film sono trattate molto male tanto che alla fin fine la scena "d'amore" più "vera" è quella al Colosseo tra Ciro e il nuovo amico Geppa. Chiss` se Bertolucci se n'è ricordato, nel finale ce Il conformista, lui che queste cose le ricorda tutte.
Di fronte a queste donneostacoli viene sublimata la figura del ragazzo adolescente cui tutto è concesso perché la vita assai presto lo spegner`. Un quasipasolinismo ante litteram ma sui generis, rozzo, limitato.

Gianni Menon in Il neorealismo cinematografico italiano, a cura di Lino Micciché, Marsilio, Venezia 1975

Biografia

regista

Renato Castellani

Cast

& Credits

Regia: Renato Castellani.
Soggetto: Renato Castellani, Fausto Tozzi.
Sconeggiatura: Renato Castellani, Sergio Amidei, Ettore M. Margadonna, Suso Cecchi D'Amico, Fausto Tozzi.
Fotografia: Domenico Scala.
Musica: Nino Rota.
Montaggio: Jolanda Benvenuti.
Interpreti e personaggi: Oscar Blando (Ciro), Liliana Mancini (Iris), Francesco Golisano (Geppo), Aberto Sordi (Fernando), Ennio Fabeni (Bruno), Alfredo Locatelli (il Nerone), Gaetano Chiurazzi (Bellicapelli), Anselmo Di Biagio (Dottorino), Ferruccio Tozzi (padre), Maria Tozzi (madre), Gisella Monaldi (Tosca), Ilario Malaschini, Luigi Valentini, Omero Paoloni, Angelo Giacometti, Lorenzo Di Marco, Gina Mascetti, Nicola Manzari.
Produzione: Sandro Ghenzi per Universalcine.
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