Anno: 1964
Durata: 150'


La notte che un ladro entra in casa di Riichi, questi è via con il bambino; c'è soltanto la moglie, Sadako. Impadronitosi della casa e della donna, Hiraoka usa violenza a quest'ultima per tutta la notte e se ne va solo alle prime luci dell'alba. Sadako si trascina fino al bagno pensando che ormai non le resta che morire. Quando il marito torna a casa, Sadako cerca di raccontargli che cosa è successo, ma non ce la fa; d'altra parte Riichi non si accorge nemmeno del comportamento insolito della donna. Riichi è impiegato alla biblioteca dell'Universit` e ha una relazione da cinque anni con una collega. Due giorni dopo, mentre lui è a casa della sua amica, il ladro irrompe ancora in casa dove è rimasta Sadako, ma, dopo averla mezza strozzata, le chiede piagnucolando di essere buona con lui, che non ha ormai molto da vivere. Sadako è confusa, la sera, vorrebbe raccontare tutto a Riichi, ma anche questa volta non ci riesce. Un giorno il suo persecutore la insegue in un grande magazzino, chiamandola, ma lei gli sfugge; Yoshiko, l'amichetta di Riichi, li vede e racconta tutto all'amante, che rimane perplesso. Alcune settimane dopo Hiraoka ricompare sul treno con cui Sadako ritorna a casa dall'ospedale, dove ha saputo di essere incinta; dopo aver assistito a una sua crisi, Sadako segue Hiraoka in un alberghetto, nonostante senta in cuor suo di odiare quell'uomo.
Una notte, Hiraoka "assedia" la casa di Sadako tempestandola di sassolini, inutilmente. Quando la donna viene a sapere che il suo persecutore è malato di cuore e ruba per procurarsi le costose medicine di cui ha bisogno, gli porta del denaro che aveva risparmiato segretamente, a patto che lui la lasci stare. Ma l'uomo rifiuta, adducendo il motivo di non avere ormai nulla al mondo al di fuori di lei. Sadako è colpita da ciò, ma ormai è talmente sconvolta che decide di ucciderlo e poi di suicidarsi per porre fine alla situazione. L'occasione si presenta quando Riichi deve assentarsi per lavoro per una settimana. Sadako e Hiraoka prendono il treno per Tokyo, seguiti a loro insaputa da Yoshiko; quando il treno resta bloccato per la neve, Sadako e Hiraoka scendono per proseguire a piedi, sempre pedinati da Yoshiko. Raggiunto un tunnel, Hiraoka ha una crisi; Sadako in un primo tempo sta per dargli il veleno mischiato al succo di frutta che ha preparato, ma all'ultimo momento gli impedisce di berlo. Mentre lo abbraccia, Hiraoka muore. La donna riprende la strada di casa, Yoshiko viene investita da un'auto e, ricoverata all'ospedale, muore. Sadako continua la sua vita di tutti i giorni sotto gli occhi di Riichi che, come sempre, non vede nulla di ciò che è successo intorno a lui.

Adriano Piccardi, Angelo Signoreili (a cura di), Shohei Imamura, Bergamo Film Meeting, Bergamo 1987, pp. 1001



Imamura può essere considerato un "cultore della donna" poiché nei suoi ultimi film, come Akai satsui, non solo d` vita a personaggi femminili che esemplificano quella morale della sopravvivenza propria della gente comune, ma che anche controllano la psiche dei loro uomini. L'eroina di Akai satsui è la moglie di un libraio che vive in una citt` nel nordest del Giappone. È ignorante, pigra e piuttosto banale, sebbene traboccante di audacia e sexappeal. Suo marito, il tiranno di casa, è in realt` come un bambino viziato, che la chiama "mamma" quando sono a letto... Quando lei è in ospedale, dopo l'incidente automobilistico, l'uomo la va a trovare e le mostra una delle fotografie [che provano il suo tradimento, N.d.R.]. "Questa sei tu, vero?". Lei guarda la foto con attenzione e poi chiede "Chi l'ha fatta?". "Non è questo il problema. Guarda bene. Non ci sono dubbi, sei tu". "No, non sono io". "Sei tu. Questi vestiti sono come i tuoi. E non ci sono molte persone in giro grasse come te". "Ma non sono io". "Allora, perché sei andata alla stazione dei treni? Non è strano? Perché?". "Sei sempre stato sospettoso nei miei confronti... così pensavo di andare da qualche parte per un po'". "Da sola?". A questo punto l'eroina assume un atteggiamento di sfida, come se volesse dire che, se anche fosse scappata con un altro uomo, non ci sarebbe stato nulla di male. L'uomo, improvvisamente, diventa timido e confuso. Il loro confronto si colora di umorismo e ironia.
L'implicito messaggio di Imamura è che vivere senza correre rischi è più importante che insistere sui principi. Quando la vita è vissuta in questo modo, l'eroina si trova in una posizione di vantaggio poiché conosce meglio degli uomini l'etica della sopravvivenza della gente comune. Inoltre è lei a mantenere l'ordine domestico. Suo marito può farsi forte del principio dell'autorit` maschile, ma non può insistervi più di tanto a causa di quel complesso materno attraverso cui lei lo controlla.

Sato Tadao, Currents in Japanese Cinema, Kodansha International, Tokyo 1982, pp. 856

Da Nippon konchu ki ad Akai satsui, Imamura, coadiuvato dal suo sceneggiatore Hasebe Keiji, ha creato un ritratto di donna completamente inedito nel clima cinematografico giapponese. Tome, l'eroina di Nippon konchu ki, è una contadina analfabeta, la cui unica arma è il proprio corpo. [...]
Sadako, il personaggio di Akai satsui, è una donna che si accontenta di una vita coniugale quasi feudale, in cui è il marito a prendere tutte le decisioni, che lei accetta passivamente. Una notte, durante l'assenza del marito, viene violentata da uno scassinatore. Temendo uno scandalo, non osa denunciarlo alla polizia. Come tutte le eroine melodrammatiche, belle e tristi, che non possono purificare una colpa se non con la morte, la donna pensa al suicidio, ma quest'idea viene contrastata da un'esigenza più immediata, meno romantica: "io non sono responsabile, sono stata costretta a cedere, allora tanto peggio". Questa è la scusa che la giustifica. L'incidente svolge comunque la funzione di rivelatore delle falsit` della vita coniugale, di cui Sadako rifiuta di prendere coscienza. Tenta, con tutte le sue forze, di mantenersi intatta e di mantenere intatta la propria famiglia. E medita perfino di uccidere il ladro, una volta che questo, divenuto il suo amante, minaccia la sicurezza della famiglia. Akai satsui è una sorta di esperienza sociologica: prendiamo una donna abituata a una vita mediocre e quotidiana, quali cambiamenti provocher` in lei la rivelazione di uno shock violento?
Le donne come Tome, come Sadako, reagiscono ai pericoli istintivamente, alla stessa stregua di un insetto che li avverte con le proprie antenne. Gli incidenti, gli sconvolgimenti esteriori non possono intaccarle profondamente. Esse ignorano i conflitti morali, anche se apparentemente i loro atti e i loro pensieri sono contraddittori: Tome, durante una riunione di una setta religiosa piuttosto losca, viene accusata di aver commesso, durante una vita precedente, peccato di lussuria, e questa accusa la sorprende, dato che lei pensava di aver sempre agito nella migliore maniera possibile. Sadako ha una reazione simile quando rifiuta di ammettere l'evidenza del fatto che il marito è in possesso delle prove del suo adulterio. Violentate, disonorate, danno prova di un'incredibile forza fisica, pronte a riprendere la loro vita. Mai un tipo di personaggio simile, in opposizione ai personaggi femminili tradizionali, era stato mostrato dal cinema giapponese. Si tratta di una sorta di antieroina che può essere sciocca, volgare, brutta e perfino grottesca, ma di cui contano soltanto l'energia e la forza. In ciò consiste il realismo di Imamura, il suo seminaturalismo: il lirismo, la poesia vengono rifiutati in quanto tali, e se Imamura li ritrova, è per il solo tramite di una concezione da documentarista. [...]
Il monologo lamentoso e sentimentale di Sadako in Akai satsui viene contraddetto dall'immagine, talvolta un fotogramma fisso, che propone una versione più prosaica e realistica dei suoi atti. Questa mescolanza di monologo interiore e immagini oggettive, pur mostrando lo scarto tra il pensiero e l'azione, rivela l'incapacit` della protagonista ad oggettivare il suo pensiero e i suoi sentimenti personali. E questo scarto è tanto più accentuato e derisorio quanto più sincera è l'effusione dei sentimenti. Interiormente, Sadako si ripete: "Perché sono così sfortunata?", ma dopo aver deciso di suicidarsi per purificare la propria colpa, non disdegna di consumare un pasto molto abbondante dicendosi: "Tanto devo morire...". Questa esagerazione sentimentale e melodrammatica è una delle caratteristiche delle eroine di Imamura […]. Allo stesso modo in cui aveva studiato nei dettagli la donna modello di Nippon konchu ki, si racconta che Imamura, prima di incominciare le riprese di Akai satsui, e avendo scelto Harukawa Masumi come attrice protagonista, l'abbia tempestata di domande circa la sua vita sessuale, considerandola né più né meno di un oggetto di studio. Indubbiamente questo atteggiamento da ricercatore non è privo di una certa crudelt`, ma questo metodo d` i suoi frutti, e l'attrice (pochissimo conosciuta), quanto alle sue qualit` fisiche, è stata usata nel migliore dei modi: i primi piani della sua pelle, materia dolce e vivente, smentendo il tono lamentoso della sua voce interiore, denunciano le esagerazioni sentimentali e mostrano molto precisamente la realt` e l'aggressivit` della sua energia. Per Imamura, anche il corpo di Harukawa Masumi non è che uno dei documenti catalogati in vista della sua ricerca. [...]
Come indica lo stesso titolo di Nippon konchu ki (Cronaca entomologica del Giappone), Imamura ha tentato, per primo, senza dubbio, di compiere uno studio scientifico della realt` giapponese, e di analizzare in maniera logica e razionale, problemi illogici e irrazionali. È da qui che provengono forse, malgrado la pressione confusa dei fatti reali accumulati, una certa unitariet` logica nella costruzione della sceneggiatura, e la non meno logica conclusione di questa cronistoria della donna insetto.
Ma in Akai satsui questa logica (almeno per quanto concerne l'aspetto causale della sceneggiatura) viene completamente superata dalla portata stessa dei problemi affrontati, dalla forza del soggetto, e la confusione che domina tutto il film gioca in favore della sua bellezza. (Forse perché Tome possiede certe qualit` che fanno di lei un'eroina, mentre Sadako è una donna assolutamente normale).
Questo film, respinto dal Festival di Venezia del 1964, è prodigo di scene in cui si assiste ad amplessi estremamente violenti, brutali, aggressivi e sadici (oltre a trattarsi di un documentario sulla confusione, si tratta di un documentario sull'aggressivit`): Sadako, violentata dallo scassinatore, osserva la propria immagine deformata riflessa sul ferro da stiro bollente che l'uomo avvicina ai suoi occhi...
Gi` in Nippon konchu ki avevamo un'allusione all'incesto (il padre che succhia il seno della figlia) il lavoro teatrale Paraji affronta esplicitamente questo problema e la consanguineit` è alla base di Akai satsui (Sadako è la figlia dell'amante del nonno del marito, e la coppia mette al mondo un bambino deforme). Così l'incesto, come l'immagine dei porci, o quella degli insetti, fa parte delle cose "grottesche" che imbastiscono la tematica di Imamura. In Akai satsui, questa ossessione viene esasperata fino al punto di diventare simbolica: l'eroina spezza con le dita un baco da seta, il bambino deforme nutre una morbosa passione per un topolino prigioniero in una gabbia... Se questo genere di immagini non fossero organizzate e controllate da un'ideaforza, Imamura rischierebbe di cadere nello schematismo, nell'allegoria più vieta, nella trappola di un naturalismo troppo letterale.
Ma, dopo questi deliri, questi incubi, queste ossessioni grottesche, si fa luce un certo raccoglimento, una poesia intimista, quasi mistica. Come nell'immagine finale, dopo una lunga sequenza costituita da un unico piano fisso in cui Sadako segue, con gli occhi più incantevoli che si siano mai visti, un baco da seta che le si arrampica su per la coscia. Questa atmosfera molto suggestiva, in cui si mescolano il sollievo e una profonda solitudine, venata di nostalgia, ricorda, in virtù di una sorta di plastica evidenza, la scena di Ugetsu monogatari in cui Genjuro, al ritorno dal suo lungo viaggio, viene accolto dall'immagine della moglie, Miyagi, accovacciata accanto al fuoco, nonostante questa sia gi` morta. Oppure la fine del Silenzio, quando la pioggia picchia sul volto affaticato di Anna...
Allucinante era, in Nippon konchu ki, l'immagine dei vecchi che, accovacciati tra le rocce, predicevano con voce incerta cose definitive. Ritroviamo un sentimento analogo nella sequenza di Akai satsui (le voci imprecise dei vecchi si sovrappongono le une alle altre) in cui, sulla montagna, dopo il delitto, Sadako si d` alla fuga, a piedi nudi, sulla neve...
Questo misticismo poetico, questa allucinazione della realt`, queste corrispondenze sfumate, questa tenerezza dopo la tortura, questa serenit` dopo l'incubo, questo simbolismo sensuale: ecco i misteri di Imamura. È la voce degli Dei che risponde agli appelli dei Porci?

Yamada Koichi, "Cahiers du Cinéma", n. 166167, maggiogiugno 1965, trad. it. in AA.VV., Cinema giapponese degli anni '60 , Mostra Internazionale del Nuovo Cinema,

Biografia

regista

Imamura Shohei

Cast

& Credits

Regia: Imamura Shohei.
Sceneggiatura: Hasebe Keiji, Imamura Shohei, da un racconto di Fujiwara Shinji.
Fotografia: Himeda Shinsaku (Scope).
Luci: Iwaki Yasuo.
Scenografia: Nakamura Kimihiko.
Montaggio: Tanji Mutsuo.
Musica: Mayuzumi Toshiro.
Suono: Jinbo Koshiro.
Interpreti e personaggi: Harukawa Masumi (Tokahashi Sadako), Nishimura Ko (Takahashi Riichi, suo marito), Tsuyuguchi Shigeru (Hiraoka), Kusunoki Yuko (Yoshiko), Kitabayashi Tanie (Kinu), Akagi Ranko, Kitamura Kazuo, Ozawa Shoichi, Miyaguchi Seiji, Kato Yoshi, Kondo Hiroshi, Kitahara Fumie, Tonoyama Taiji.
Produzione: Nikkatsu.
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