Together

"Together non è commento sociale al problema del degrado edilizio e dell'abbandono dell'East End di Londra. Al contrario, è costruito sulle complessità, le sottigliezze, la bellezza e l'asprezza della vita nell'East End. In uno stile più vicino al neorealismo italiano che al documentario inglese, Lorenza Mazzetti presenta strade, case, luoghi di lavoro e di intrattenimento in maniera semplice e positiva attraverso la storia dei due sordomuti.
La macchina da presa segue i due, interpretati dal pittore Michael Andrews e dallo scultore Eduardo Paolozzi, mentre camminano per strada dopo il lavoro, inseguiti da petulanti ragazzini che giocano intorno a macerie non ancora rimosse; sul lavoro, come portuali che scaricano la merce dalle barche sul fiume. A casa dividono una minuscola stanza e mangiano con la padrona e la sua famiglia; queste sequenze, specialmente nella loro stanza all'ora del tè, ne mostrano l'intima amicizia, fatta di attenzioni e di aiuto reciproco. Non c'è dialogo la colonna sonora è la musica composta da Daniel Paris per il film, e i rumori di strada, brani di conversazione, troncati quando la macchina da presa diventa il punto di vista dei due. La tragica fine del film un bambino rompiscatole rovescia il cappello di uno dei due mentre questi è seduto su un ponte e lui cade e annega, incapace di gridare così come il suo amico lo è di sentirlo è probabilmente più smorzata che enfatizzata dall'inquadratura della chiatta che lentamente risale la corrente sotto il ponte.
Per soggetto e trattamento, Together è un classico del Free Cinema, ma il suo stile è sorprendentemente diverso, utilizzando pianisequenza e campi lunghi piuttosto che primi piani e un rapido montaggio. Il film si basa pochissimo su quest'ultimo procedimento e produce il suo impatto visivo con inquadrature molto precise e composte, così come con riprese molto angolate e carrellate, più per sottolineare i dettagli e l'importanza del quotidiano che per necessità narrative." (Catalogue British Film Institute Productions 19511976, London, BFI, 1977, p. 31)